Il chirurgo plastico Dr. Pierluca Venturino
Il chirurgo plastico Dr. Pierluca Venturino

Intervista con il chirurgo plastico Pierluca Venturino: “Sono per una rivoluzione etica dell’estetica”

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Tempo di lettura: 3 minuti

“La professione del chirurgo plastico è molto importante e il bravo medico è quello che sa anche dire no”

Ha terminato da poco due interventi il dottor Pierluca Venturino che ho atteso con piacere nel suo studio di Genova.

Siamo finalmente riusciti ad incontrarci per un’intervista programmata da tempo.

Ho già in mente la prima domanda, ma il dottore mi viene incontro e mi accoglie con queste parole: “E’ necessaria una rivoluzione etica dell’estetica”.

Esordisce proprio così il dottor Pierluca Venturino al quale, ovviamente, chiedo subito lumi.

“La professione del chirurgo plastico è davvero molto importante e va difesa. Sono orgoglioso del mio bellissimo lavoro che da anni cerco di svolgere al meglio – prosegue – come la maggior parte dei miei colleghi, e sempre nell’ottica del benessere dei miei pazienti.

Per questo cerco in ogni modo di evitare qualsiasi standardizzazione superficiale ed innaturale dell’estetica”.

In effetti, a guardare da vicino, è impossibile non notare che in giro c’è tanto di troppo artefatto.

Siamo nel pieno di una bolla estetica che rischia di danneggiare la professionalità medica e di non portare a nulla.

Classe 1977, figlio dello stimato Dottor Gio Batta Venturino, oculista conosciutissimo e molto apprezzato, nel 2004 Pierluca Venturino si laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università La Sapienza di Roma.

Ottiene la specializzazione in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva presso l’Università di Messina nel 2013 e da allora opera presso gli studi di Albaro e di Savona.

Lo abbiamo incontrato nel suo studio di Genova e gli abbiamo chiesto che cosa non va, secondo lui, nell’attuale mondo della chirurgia estetica.

“Penso che come prima cosa sia necessario ritornare al principio fondamentale della concretezza.

Mi spiego meglio. Ci sono casi che non richiedono alcun tipo di intervento ed è proprio in questi casi che un buon medico deve saper dire no”.

Dottor Venturino, forse per comprendere appieno il suo ragionamento vale la pena partire dalla definizione stessa della parola estetica.

Certamente: estetica è una parola greca che significa “percepire attraverso i sensi”.

L’estetica nelle varie discipline – filosofia, arte, medicina, architettura – assume significati e forme diverse, mantenendo però sempre un filo conduttore, il bello.

Non un “bello” inteso come la ricerca della bellezza ad ogni costo, ma un bello inteso come sentimento, una condizione armonica dell’animo, uno stato fisico, un approccio alla vita, una propensione alla ricerca della buona salute.

E’ evidente che l’aspetto estetico non può compromettere quello fisico, legato alla salute, per rincorrere standard d’immagine assolutamente irragionevoli.

Questo è proprio uno dei problemi legati all’approccio estetico moderno: si rischia di dimenticare o di mettere in secondo piano la salute.

La salute, oltre ad essere fondamentale, è una “condizione di benessere fisico e psichico dovuta a uno stato di perfetta funzionalità dell’organismo”.

E anche in questo caso ci vengono in aiuto i nostri antenati: la locuzione di Giovenale Mens sana in corpore sano è oggi più valida che mai.

Ci ricorda infatti quanto sia importante prendersi cura del proprio stato di salute: in questo modo si otterrà anche un miglioramento del nostro aspetto esteriore.

Lei in quanto medico quali responsabilità si riconosce con i pazienti in merito al rapporto estetica e salute?

Di certo ho sempre bene in mente il mio obiettivo: migliorare l’aspetto del paziente e preservare il suo benessere psico-fisico.

Tradotto significa evitare nasi che non respirano, palpebre che non si chiudono, labbra esagerate: funzionalità e rispetto dell’immagine corporea devono essere sempre garantiti.

Ma allora secondo lei quando e come è corretto intervenire chirurgicamente?

Ogni caso è un caso a sé: quando arriva un paziente nel mio studio per uno specifico problema e manifesta un disagio profondo legato ad una determinata caratteristica fisica, è naturale prendere in considerazione l’intervento.

Ha poco senso convivere con un naso oggettivamente fuori misura o soffrire per un seno inesistente: in questi casi è meglio correggere il difetto.

Oppure cercare di rallentare l’invecchiamento per esempio attraverso un lifting.

Il paziente deve essere reso consapevole dal medico dei margini di miglioramento della sua condizione estetica, senza fantasticare su aspettative tanto miracolose quanto inesistenti.

Oggi, però, il quoziente estetico pare essere diventato il requisito numero uno per una vita soddisfacente sia sul piano personale sia su quello lavorativo. Secondo lei è davvero così?

Va detto, in primis, che la ricetta della felicità e del successo non esiste e che, in ogni caso, ognuno ha la sua. 

Si dice stare bene nella propria pelle e si tratta, pertanto, di un sentire del tutto soggettivo.

Il desiderio di piacersi e di migliorarsi è assolutamente legittimo, ma non bisogna cadere nella trappola della bellezza a prova di social.

Il Dr. Venturino in sala operatoria
Il Dr. Venturino in sala operatoria

In che senso bellezza a prova di social? Pensa che siamo davvero così condizionati dalle immagini patinate dei follower più famosi?

Purtroppo sì. Ricevo tantissime richieste di interventi fotocopia: “Vorrei il naso come quell’attrice, il seno come la cantante tal dei tali, oddio dottore ci vuole l’addominoplastica per la tartaruga “ e via dicendo.

Ricordo sempre ai miei pazienti che il concetto di bello è rapportato ad ogni singola persona.

Il concetto di bello deve essere soggettivo, ma non estremo, ricercato senza però cadere negli stereotipi, nelle mode, nelle tendenze.

Oggi si vedono in giro cose inguardabili: seni innaturali, nasi troppo piccoli, sguardi artefatti, glutei contro ogni ragionevole legge di gravità. 

Gli interventi, però, sono eseguiti da medici: da quale parte sta l’errore?

Talvolta è un concorso di colpa. Per questo ripeto sempre quanto sia importante instaurare un rapporto di fiducia medico-paziente in modo tale che si possa iniziare un percorso condiviso.

Non si può arrivare dal medico e fare un ordine come in pizzeria.

La richiesta di un intervento chirurgico è un percorso che va prima di tutto analizzato per capire le esigenze del paziente, i motivi che lo animano, le aspettative sul risultato.

Occorre rimanere realisti su quello che si può o non si può fare e, naturalmente, dire no quando necessario. 

E’ bene dire, comunque, che in Italia certi fenomeni si vedono molto raramente: la deontologia dei medici italiani è ben nota, mentre all’estero la situazione è un po’ differente.

A proposito di NO, può raccontarci il NO più clamoroso che ha detto ad un suo paziente? Perché l’ha detto e, soprattutto, come ha reagito il paziente?

Ricordo il caso di un bambino di sette anni con le orecchie a sventola: la mamma voleva intervenire chirurgicamente, ma a quell’età è davvero troppo presto.

Motivo per cui mi sono opposto, anche se la mamma ci è rimasta male.

Un altro caso è stato quello di una ragazza che voleva sottoporsi ad un intervento al seno per ottenere una quinta misura: ecco, non era assolutamente il caso di procedere in tal senso.

Dottor Venturino, come spiega l’aumento di richieste nell’ambito della chirurgia plastica e della medicina estetica?

Quando si parla di chirurgia plastica occorre per prima cosa ricordare che si tratta di una disciplina della medicina che comprende numerosi interventi: dalla chirurgia ricostruttiva a seguito di traumi o patologie, all’estetica pura per il miglioramento del proprio aspetto fisico.

Per quanto riguarda la medicina estetica oggi ci sono proposte inimmaginabili fino a qualche decennio fa ed è quindi naturale che sempre più persone decidano di farvi ricorso.

Però anche nell’ambito della medicina estetica si dovrebbe correggere senza esagerare: è d’accordo?

Certo. L’obiettivo deve essere proprio quello di migliorare l’aspetto fisico attraverso la correzione di un inestetismo e il ripristino di una condizione precedente

E negli ultimi anni sono stati fatti passi da gigante sia per quanto riguarda la naturalezza dei risultati sia per la qualità dei prodotti utilizzati.

I trattamenti non invasivi come fillers, tossina botulinica e biostimolazioni sono tra i farmaci più sicuri in commercio.

Personalmente ascolto le richieste di ogni mio paziente e cerco di guidarlo in un percorso consigliato in base alle sue caratteristiche ed aspettative.

A proposito di botox, lei è diventato referente ligure dell’A.I.T.E.B. – Associazione Italiana Terapia Estetica Botulino: di che cosa si tratta?

L’A.I.T.E.B. è un’associazione di medici chirurghi, senza fini di lucro, che si pone l’obiettivo sul piano scientifico di sviluppare le conoscenze della tossina botulinica – che peraltro è più corretto chiamare proteina botulinica – e sulle sue applicazioni in medicina estetica.

A.I.T.E.B. lavora inoltre per favorire la corretta diffusione di notizie – spesso imprecise e allarmistiche – riguardanti l’uso della proteina botulinica per garantire così al pubblico una giusta informazione.

Fanno parte di A.I.T.E.B. tutti i medici italiani interessati allo sviluppo delle tecniche che riguardano l’uso della proteina botulinica e che esercitano con scientificità, trasparenza e rigore per raggiungere elevati standard qualitativi.

A.I.T.E.B. - Associazione italiana Terapia estetica Botulino

Dottor Venturino, come mai la proteina botulinica è spesso demonizzata? Ci spiega una volta per tutte come funziona e qual è il suo livello di sicurezza?

La proteina botulinica è diventata famosa in modo sbagliato e senza che le persone ne conoscano caratteristiche ed utilizzo.

Basti pensare che viene impiegata, oltre che in medicina estetica, anche in campo oculistico, ortopedico, neurologico, per la cura della cefalea e dell’iperidrosi (eccessiva sudorazione).

Per eliminare le rughe della fronte è senza dubbio un trattamento di eccellenza: come per qualsiasi procedura medica, è bene ricordarlo, occorre operare correttamente ed affidarsi solo a medici esperti.

Nel suo studio arrivano più donne o più uomini? E quali sono gli interventi più richiesti?

La percentuale è un 70% donne ed un 30% uomini. In ambito chirurgico le donne prediligono la blefaroplastica o il lifting, mentre quelle più giovani l’aumento o la correzione del seno.

Gli uomini chiedono prevalentemente di intervenire su naso e occhi. 

Interventi normali, si potrebbe dire. Certo pur sempre interventi chirurgici che sembrano però distanti, per fortuna, dalle brutture di cui si parlava prima. 

Se si interviene in modo etico rispettando sempre il paziente che si ha di fronte, è difficile ritrovarsi con risultati al limite del ridicolo.

E’ necessario valutare bene ogni singolo caso: talvolta il medico deve saper dire di no a trattamenti di medicina estetica che non produrrebbero risultati ottimali.

Molto meglio, in questi casi, indirizzare il paziente dal chirurgo plastico per un intervento su misura.

Alla base devono sempre esserci l’ascolto ed il confronto: è importante che il medico spieghi in modo corretto ed approfondito le procedure da seguire e che permetta al paziente di decidere in piena consapevolezza e libertà.

Medicina Estetica
Medicina Estetica

Dottor Venturino, secondo lei da quale tipologia di chirurgo estetico è bene diffidare?

Alla luce di quanto ho appena spiegato, direi che è meglio stare alla larga dai medici che non hanno nessuna predisposizione all’ascolto. Ma anche da coloro che propongono soluzioni standard e miracolose.

In che senso soluzioni standard? Si vendono miracoli anche negli studi medici?

Altrochè! Spesso si vendono soluzioni miracolose, anche laddove esiste un margine di rischio piuttosto elevato.

Le faccio un esempio: qualche anno fa è arrivata la grossa novità del rinofiller, punture di acido ialuronico per rimodellare il naso.

Richiestissime anche oggi, ma sono procedure che richiedono mani esperte e molta esperienza perché possono portare a complicanze serie.

Anche nell’ambito dei trattamenti di medicina estetica bisogna quindi procedere con professionalità e cautela.

E’ importante inoltre informare sempre il paziente degli eventuali effetti collaterali e complicanze affinché possa decidere con cognizione di causa.

Eppure sui social molto spesso sono proprio i medici stessi a proporre con molta tranquillità trattamenti ed interventi. Sembra tutto facile, veloce e sicuro. A quanto pare non è proprio così.

E’ bene ricordare che in medicina non esiste il rischio zero. Ma soprattutto non va bene passare il messaggio che è tutto semplice.

I social ci stanno abituando ad una mistificazione costante della realtà e c’è il rischio concreto di non capire più come stiano realmente le cose.

Sempre più spesso mi capita di vedere post di colleghi che sembrano, anzichè medici,  indossatori o personal trainer.

Credo che la serietà della nostra professione richieda anche un’immagine consona e rispettosa.

Mi sembra di capire che lei sia contrario all’utilizzo dei social, dove peraltro non compare, è così? Come riescono a trovarla i suoi pazienti?

Sono contrario ad un utilizzo scorretto dei social, per il resto credo siano uno strumento molto utile per farsi conoscere e mi rendo conto che soprattutto tra i giovani sono la principale fonte d’informazione.

Al momento sono su Internet, ma devo dire che i miei pazienti mi trovano grazie al caro e vecchio passaparola: chi è già stato da me ed ha ottenuto i risultati desiderati rappresenta la miglior forma di pubblicità.

I social costringono a messaggi brevi e spesso fuorvianti e non è corretto far passare il messaggio che è tutto veloce, sicuro e bellissimo.

Come vede torniamo al punto di partenza: ci vuole una rivoluzione etica dell’estetica. Subito.

Rosella Schiesaro©

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Photo Credit A.I.T.E.B.

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Info Rosella Schiesaro

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Nata a Savona, di origini toscane, Rosella Schiesaro ha svolto per più di vent'anni attività di ufficio stampa e relazioni esterne per televisioni, aziende e privati. Cura per LiguriaDay la rubrica Il diario di Tourette dove affronta argomenti di attualità e realizza interviste sotto un personalissimo punto di vista e con uno stile molto diretto e libero. Da sempre appassionata studiosa di Giorgio Caproni, si è laureata con il massimo dei voti con la tesi “Giorgio Caproni: dalla percezione sensoriale del mondo all’estrema solitudine interiore”. In occasione dei centodieci anni dalla nascita del poeta, ci accompagna In viaggio con Giorgio Caproni alla scoperta delle sue poesie più significative attraverso un percorso di lettura assolutamente inedito e coinvolgente.

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