La nascita del femminismo medievale, Chiara Mercuri

Il femminismo di stampo medievale

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«Quando tutti seppero che Lancillotto stava arrivando gli andarono incontro e lo accolsero con un clamoroso benvenuto, rendendogli onori e servendolo con ogni deferenza. Ma nessuno lo accolse meglio della regina, che provava la gioia più grande che un cuore umano potesse concepire»

Artù, Lancillotto e il Graal – Lancillotto del Lago (La carretta – Agravain), Einaudi, 2022

Per chi ama l’immaginario cavalleresco, i romanzi del XIII secolo e ogni loro deriva e variante, non sarà una delusione avventurarsi nella lettura del nuovo libro di Chiara Mercuri – storica saggista traduttrice, docente di Esegesi delle fonti medievali all’Istituto Teologico di Assisi, Pontificia Università Lateranense – La nascita del femminismo medievale, Maria di Francia e la rivolta dell’amore cortese, Einaudi, 2024.

Come si evince dal titolo Mercuri non scrive un saggio dedicato alla letteratura francese del Medioevo, piuttosto condivide uno studio puntuale e stimolante sulle ragioni della nascita dell’idea di un tipo di amore nuovo, cortese; mette l’accento sul rilievo, e sull’approccio prettamente femminile – un’orientamento proto femminista – che Maria di Francia, figlia di Re Luigi VII e di Eleonora d’Aquitania, avrà in questa genesi; ci accompagna in un’analisi che delinea la committenza di due delle opere più famose di quel periodo: il De Amore di Andrea Cappellano e i Romanzi Cortesi di Chrétien de Troyes.

«Non è vero che i romanzi cavallereschi nacquero come materia di svago per la corte», scrive Mercuri, essi vi prendevano teoricamente forma perché proprio lì venivano commissionati, e solo lì potevano essere pagati, ma il loro destino era diffondersi: nutrire l’anima di chi li avrebbe ascoltati nelle piazze, solleticare le fantasie di uomini e donne che in presenza dei cantori si sarebbero immedesimati nelle gesta dei personaggi, generare per i bambini eroi da emulare… Perceval, Lancillotto, Galaad.

L’obiettivo di questo saggio è quello di consolidare un’interpretazione ferma: prendendo le mosse dal destino infelice di Eleonora d’Aquitania, e osservando le tappe esistenziali e le posizioni ideologiche di sua figlia, Maria di Francia – mettendone a fuoco il ruolo culturale e la lucida capacità di interpretazione del contesto sociale –, Mercuri sottolinea l’importanza di quello sguardo deciso nel rinnovamento dell’immaginario e della pratica dell’amore, la sua centralità nel tentativo di rottura con il patto d’unione feudale.

Ma chi era Maria di Champagne? Quale posizione dirompente ha avuto nel corso della storia? Cosa ha significato il suo tentativo di diffondere un manuale che insegnasse la grazia agli amanti? Quali sono stati gli esiti di questa rivoluzione? E Ginevra? l’adultera amante di Lancillotto quale simbolo di lotta e rivendicazione femminile rappresentava agli occhi di Maria e a quelli del pubblico che ascoltava le avventure di dame e paladini?

Mercuri risponde a queste e ad altre domande, delineando un quadro storico-sociale dove l’estremo tentativo di affrancarsi dal sistema medievale feudale è passato anche (soprattutto?) attraverso la composizione e la diffusione di queste opere letterarie: Maria ha insistito – facendo leva sulla sua posizione privilegiata presso la corte – affinché fosse proprio questa materia a registrare fissare diffondere la buona pratica del corteggiamento.

E quindi è proprio da un’esigenza “femminista” votata a promuovere il rispetto per il circostante che si è generata la trama di avventure passionali e appassionanti che da secoli ci intrattiene, conservando al suo interno una peculiare propulsione rivoluzionaria che ancora oggi ci richiama a confidare nella forma di rappresentazione artistica come arma di difesa delle virtù e dei diritti.

Zhemao

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