Torri medievali di Roma
Torre dei Conti, XIII secolo. Immagine da turismoroma.it

Roma, la città turrita

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Rimaneva poco dell’antico splendore di Roma nei secoli del medioevo: intorno all’anno mille la popolazione era ridotta a non più di 30.000 abitanti, concentrata per lo più lungo il Tevere, incombevano epidemie, gli acquedotti erano caduti in disuso, ampie zone si erano inselvatichite e venivano lasciate al pascolo degli animali, i gloriosi monumenti venivano smembrati a suon di scalpello perché fonte inesauribile di metallo e marmo da rimpiegare per la costruzione di nuovi edifici. A grandi linee è questa la descrizione della città fatta dallo storico Ferdinand Gregorovius nella sua mastodontica opera “Storia della città di Roma nel Medioevo” (1872).

Ricostruzione del Foro di Cesare nel X secolo - Roma
Ricostruzione del Foro di Cesare nel X secolo. Immagine da sovraintendenzaroma.it

Tuttavia, non erano solo negativi i giudizi di coloro che anche in quel tempo arrivavano in città, pellegrini o studiosi che hanno lasciato qualche frammento di cronaca. É celebre, ad esempio, la definizione della Roma del XII secolo fatta dall’erudito inglese Mastro Gregorio:

“Si deve ammirare con straordinario entusiasmo il panorama di tutta la città, in cui sono così numerose le torri da sembrare spighe di grano”.

Erano proprio le torri il nuovo simbolo di un nuovo potere. Cominciarono a sorgere già a partire dall’VIII secolo nelle campagne romane, come sistema difensivo delle domus cultae, cioè di quei centri agricoli creati a sfondo sociale e religioso dai pontefici dell’epoca, sparsi a una distanza di 12, 15 km dal centro della città. Le torri erano per lo più situate nei pressi di un’altura circostante, erette per salvaguardare l’integrità dei possedimenti. Il termine turris finì per indicare, in ambito agricolo, il titolo del fondo pertinente alla torre e questo portò alla diffusione nella toponomastica di tale appellativo per indicare diverse zone suburbane di Roma.  Queste denominazioni sopravvivono ancora oggi per molti quartieri e località (Torre Spaccata, Tor Marancia, Tor Pignattara, Torre Vecchia, etc.).

In seguito, nei secoli X e XI, nelle campagne crebbe l’influenza delle famiglie nobili romane che imposero un’organizzazione feudale, inglobarono le vecchie torri delle domus cultae nei loro casali o castelli e costruirono altre torri a scopo difensivo e di avvistamento.

Torre di Centocelle - Roma
Torre di Centocelle, XII secolo. Immagine da romaspqr.it

Successivamente, anche in città i nobili costruirono delle vere e proprie fortezze secondo il modello della cosiddetta “casa-torre”: si trattava di una torre con funzioni abitative, che rappresentava sia un segno di prestigio e supremazia nell’Urbe, sia effettivamente un baluardo di difesa contro le opposte famiglie nobiliari, in un periodo di continue instabilità e guerre intestine. Annibaldi, Colonna, Conti, Orsini, Savelli, Frangipane, Caetani: le torri finirono per diventare il simbolo del loro potere.

Sembra che in pieno Medioevo, all’interno delle mura di Roma si contassero più di 300 torri.

Questo fece attribuire alla città l’epiteto “ferrigna e turrita”. Si dice che, proprio perché simbolo di un potere corrotto, oltre 200 di queste torri furono abbattute o troncate nel 1257 dal Capitano Brancaleone degli Andalò, chiamato a Roma e nominato senatore con l’intento di porre fine alle violenze dilaganti.

A conti fatti, oggi rimangono all’interno della città di Roma circa 30 torri medievali. Alcune sono ben note e facilmente individuabili perché ancora svettano isolate nel panorama urbano, altre, per lo più sconosciute e nascoste, sono state inglobate in palazzi o chiese di epoche successive.

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Info Laura Carletti

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Negli anni ho mentito diverse volte agli amici dicendo di avere la febbre, a maggio o a luglio, per non uscire di casa e poter vedere in tv il Giro d’Italia e il Tour de France. Oppure li ho costretti a innumerevoli trasferte, stile “organizzazione Filini”, nelle località di partenza o arrivo di tappa. Sono laureata in Scienze della Comunicazione e, mentre studiavo, pioniera del web, mi divertivo a scrivere sul mio blog FreeSport. Sono diventata pubblicista e ho collaborato con un giornale locale. Poi, strada facendo, mi sono un po’ confusa con altre idee tentatrici, tipo quella di dedicarmi all’e-Learning. Così, oggi lavoro perlopiù nell’ambito della formazione. Oltre al ciclismo, e allo sport in generale, mi piace l’arte, la storia medievale, le camminate nella natura e ho una certa passione per i Balcani. Sono nata e vivo a Roma, ma progetto spesso di trasferirmi nelle Marche, la mia terra d’origine.

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