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Lavoratori in fuga in Liguria e stipendi sottopagati, 7 mila dimissioni rassegnate negli ultimi tre mesi. Il segretario della Cisl: “dati allarmanti. I giovani non hanno fiducia nel futuro e le aziende mancano di riconoscere incentivi per restare in azienda”.
Pochi incentivi, bassi stipendi, sfiducia nel futuro e insoddisfazione, è questa la realtà dei giovani lavoratori in Italia e in Liguria oggi.
Continua la fuga dai lavori sottopagati: sono oltre 7 mila i posti fissi che si sono dimessi, i settori più colpiti quelli del turismo e della ristorazione.
La Cisl ha analizzato i dati Inps che segnalano che solo in Liguria sono state 7 mila le dimissioni volontarie negli ultimi tre mesi soprattutto da parte dei giovani fino ai 29 anni. 969 le persone che hanno lasciato un lavoro a contratto indeterminato, 802 i giovani dimessi con contratti a termine, 967 in apprendistato oltre i 56 stagionali, 190 somministrati e 245 con contratto intermittente.
4643 delle cessazioni volontarie arrivano dal settore commercio, turismo e ristorazione; 1816 dalle attività professionali scientifiche, tecniche e amministrative, 1344 dal settore edile e 1022 dalla scuola, sanità e amministrazioni pubbliche.
Lavoratori in fuga in Liguria, il commento del segretario della Cisl Liguria
“I giovani rinunciano al lavoro perché non si sentono attratti da lavori di bassa qualità e scarsamente pagati – ha commentato il segretario generale della Cisl Liguria Luca Maestripieri – E cosi questo lavoro non è più considerato un mezzo per realizzare il proprio futuro, i propri sogni e le proprie aspettative.”
La famiglia ricade ancora sulle donne e costringe alle dimissioni
Tra le dimissioni 6852 sono di uomini mentre 4567 le donne ma qui i dati cambiano a seconda della fascia d’età: le donne infatti si dimettono con maggiore frequenza tra i 30 e i 50 anni. Infatti nella fascia d’età fino ai 29 anni le dimissioni femminili sono il 39,3% mentre salgono al 42% tra i 30 e i 50 anni. Anche questo dato fotografa il triste scenario che spesso riguarda il mondo femminile, ancora lontano da raggiungere la tanto ricercata parità dei sessi perché più spesso di quanto si pensi le incombenze familiari (tra cui figli e anziani da accudire) ricadono ancora pesantemente sulle spalle delle donne, che si vedono quindi costrette a rinunciare al lavoro.
A questo proposito ha parlato ancora il segretario Maestripieri dicendo:
“Per le donne più che per gli uomini resta ancora difficile conciliare i tempi del lavoro con quelli della famiglia. L’insoddisfazione dei più giovani, l’incapacità o la mancanza di volontà di molte aziende di premiare e incentivare le iniziative dei singoli dipendenti, la scarsa fiducia nel futuro: sono queste le cause di un fenomeno che anche in Liguria sta assumendo dimensioni allarmanti”.
Foto di copertina: Pexels
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