Salari bassi e rincari: i dati Ocse consegnano un altro triste primato all’Italia nell’UE, l’unico paese i cui in 30 anni gli stipendi sono calati del 2,9%.
Un altro triste primato per l’Italia, l’unico Paese europeo in cui in 30 anni i salari sono scesi del -2,9% secondo i dati Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). Un italiano su 4 è a rischio povertà e uno su cinque ha un salario insufficiente.
Questo lo scenario fotografato dai dati e che rileva una situazione sempre più complicata: la perdita di potere d’acquisto delle famiglie, l’inflazione e il caro prezzi non coincidono con la qualità degli stipendi, che anziché aumentare, subiscono un nuovo calo.
Salari bassi e rincari, i dati dell’Ocse
Più colpite le basse retribuzioni che hanno visto un calo del 10,3% (peggiore solo la Lettonia con -13,9%), seguono gli stipendi medi diminuiti del 7,5% e le paghe più elevate invece calate solo del 6%.
Una flessione che però riguarda solo l’Italia perché all’estero è stata più o meno contenuta ovunque come in Germania, Spagna e Usa mentre in Francia addirittura c’è stato un aumento del +1,5%.
Secondo l’Ocse però c’è tempo per l’Italia per rimediare, con l’inflazione che dovrebbe attestarsi al 6,4% nel corso di quest’anno e al 3% nel 2024, i governi dovrebbero riordinare i sostegni più mirati per le famiglie a basso reddito e inoltre secondo i dati, c’è la possibilità di assorbire aumenti salariali almeno per quanto riguarda i percettori di uno stipendio basso.
Una situazione che ha bisogno di un intervento immediato visto anche il forte malcontento della popolazione: per il 61% dei lavoratori italiani infatti lo stipendio percepito non è sufficiente a fronteggiare i forti rincari degli ultimi tempi. Pieno sostegno – da parte di molti – alla norma salario minimo, uno strumento utile per favorire l’aumento dei redditi più bassi.
Foto di copertina: Pexels
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