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Quarto anniversario della tragedia di Ponte Morandi, Egle Possetti: “Grande fiducia in chi sta cercando la verità”

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Erano le 11:36 del 14 agosto 2018. Pioveva a dirotto. E Genova si muoveva a rallentatore sia a causa del maltempo che dell’imminente Ferragosto che aveva già svuotato in gran parte la città.

Nessuno poteva immaginare quello che sarebbe successo di lì a poco. Nessuno poteva immaginare la tragedia.

Un grande boato, tanta paura e poi…là dove per anni c’era sempre stato Ponte Morandi, simbolo della Val Polcevera sul quale ogni giorno transitavano milioni di veicoli, all’improvviso non c’era più.

Vuoto. Un enorme vuoto. Un ponte crollato in una manciata di secondi. Pochi, pochissimi secondi, che sono costati la vita a 43 persone innocenti che pensavano solo ad andare al lavoro o in vacanza.

Di quel giorno rimangono fisse nella mente le immagini trasmesse in diretta dai tg nazionali e di tutto il mondo: la voce di un uomo che urla, il ponte che crolla su se stesso, la voragine sul Polcevera e il furgoncino della Basko rimasto fermo a pochi centimetri dallo squarcio apertosi nell’asfalto. Pochi centimetri che hanno fatto la differenza tra la vita e la morte per il conducente del mezzo.

Da quel giorno sono ormai passati 4 anni.

Già quattro anni.

Durante i quali sono accadute tantissime cose. Tra cui un processo storico e la ricostruzione in tempo record del nuovo ponte San Giorgio, opera dell’architetto genovese di fama mondiale Renzo Piano, reso possibile grazie ai poteri straordinari concessi al sindaco Marco Bucci in qualità di Commissario che gli hanno concesso la facoltà di accorciare le tempistiche legate al Codice degli Appalti.

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In questa quarta commemorazione del crollo di Ponte Morandi, Genova si ferma nuovamente per rendere omaggio alle 43 vittime della tragedia.

Si è iniziato ieri sera, 13 agosto, con un concerto di musica dell’Accademia del Chiostro tenutosi alla Radura della Memoria (sotto il viadotto Genova San Giorgio in via Fillak). Mentre questa mattina, Monsignor Marco Tasca, arcivescovo di Genova, ha celebrato nella Chiesa Parrocchiale di San Bartolomeo a Certosa la Messa in ricordo delle vittime.

Alle 10.30, sempre alla Radura della Memoria, si è poi svolta la Cerimonia commemorativa durante la quale il ministro alle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini ha deposto la consueta corona di fiori, omaggio delle istituzioni ai caduti di Ponte Morandi. Durante la cerimonia, la cui diretta streaming era visibile sulla pagina ufficiale del Comune di Genova, sono intervenuti l’imam Salah Hussein, l’arcivescovo Tasca, il sindaco Bucci, il governatore Toti, il ministro Giovannini e Egle Possetti, rappresentante dei parenti delle vittime.

Alle 11.36, momento del crollo, Genova si è poi fermata – come quel giorno di quattro anni fa – per osservare un composto minuto di silenzio in memoria dell’accaduto.

A concludere la cerimonia è stato l’intervento musicale con la composizione del Maestro Nevio Zanardi.

Quarto anniversario di Ponte Morandi: l’intervento delle istituzioni

Oggi è un giorno di Memoria. E’ il giorno del ricordo delle vittime di quella tragedia. Oggi è il giorno anche della rabbia, perché non sarebbe mai dovuta succedere una tragedia del genere. Quelle 43 vittime non sarebbero dovute essere 43 vittime. Soprattutto non in una civile e moderna Italia e non in una civile e moderna Genova. Oggi è il quarto anniversario e il tempo non asciuga le lacrime versate, ma di sicuro da’ prospettiva a tutto quelle che è seguito il crollo del Ponte. il tempo ci da’ modo di analizzare quanto è stato fatto e quanto resta da fare…E la prima cosa tra quest’ultime è quella di avere la verità sull’accaduto. La verità giudiziaria. Spero che arrivi presto e auguro buon lavoro ai magistrati che hanno saputo condurre con grande sobrietà un momento difficile come quello del processo.” ha dichiarato il presidente della Regione Giovanni Toti.

Sono passati ormai quattro anni di dolore, speranza e illusione. Ci sono sentimenti che purtroppo in questi anni non abbiamo mai provato, l’orgoglio e la percezione del cambiamento. Abbiamo però provato grande fiducia nel faticoso lavoro di chi ha cercato e sta cercando la verità.” ha detto durante il suo intervento Egle Possetti – “Abbiamo sperato che dopo questa vergogna immensa potesse emergere un sentimento di rivalsa che facesse tremare fin nel profondo la mediocrità imperante che ci ha permeati in lunghi anni ed in tante altre tragedie. Ma guardandoci intorno non abbiamo percepito nessun tremore. Nessuno sconvolgimento. Solo un po’ di indignazione.

La rappresentante dei parenti delle vittime ha poi aggiunto: ” Con la definitiva cessione di Aspi alla cordata economica col partner pubblico Cdp si è compiuto un atto che non potremmo mai accettare. Questa scelta ha fornito una brillante via d’uscita con remunerazione economica stellare ai detentori delle azioni al momento della tragedia. La responsabilità morale è chiara. Il processo andrà a certificare quali siano anche le responsabilità penali personali ma noi pensiamo che la via dell’annullamento contrattuale o della gestione controllata fino alla fine del processo sarebbero state le uniche vie degne di essere percorse. Nessun restyling della società e dei suoi precedenti azionisti potrà cancellare quello che è stato.

E ha terminato dicendo: “Oggi siamo qui per ricordare i nostri cari. Il Memoriale nascerà ma dovrà essere vitale. Dovrà aggiornarsi con l’iter della vicenda, dovrà essere un monito. Dovrà emozionare, commuovere e far riflettere. educare alla ricerca della verità sempre. Chiediamo con tutte le forze che questo Memoriale diventi monumento di interesse nazionale riconoscendo l’alto valore di questa specifica memoria. Il nostro apparato statale ha tanto da farsi perdonare con i cittadini.

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