Recentemente Liguria.Today ha dato notizia del decesso di un ragazzo per intossicazione acuta dovuta ad un mix di alcol e sostanze.
Fatto drammatico, ma per niente nuovo. Ci si intossica in modo acuto tutte le volte che si bevono 5-6 unità alcoliche in meno di due ore (binge drinking).
Ricordiamo che una Unità Alcolica corrisponde a 12 grammi di etanolo che si trovano in una birra da 330 ml a 4.5°. In un bicchiere di vino da 125 ml a 12° o in una dose standard da bar di aperitivo superalcolico (80 ml di aperitivo o cocktail a 18° o 40 ml di liquore a 36°).
Nel nostro recente Report (Centro Studi ASL3) è emerso come l’8.2% dei nostri ragazzi (area metropolitana Genovese) di 12-13 anni, il 21% di 14-15 anni e il 42% di 16-17 anni lo ha fatto almeno una volta.
Comunque il 70% dei ragazzi di 16-17 anni beve alcolici abitualmente con gli amici pur in presenza di una Legge dello Stato che vieta somministrazione e vendita di alcolici sino a 18 anni.
Lo abbiamo scritto altre volte, ma è meglio ricordarlo ancora.
Al di sotto dei 20-25 anni i sistemi che servono per eliminare l’etanolo nel fegato e nel cervello funzionano poco e male. Pertanto i livelli di etanolo nel sangue rimangono elevati per molte ore con conseguenze devastanti, che possono essere certamente reversibili all’inizio, ma non per sempre.
Con l’aumento degli episodi di binge drinking (ad iniziare generalmente dal quarto in alcuni organi) vengono distrutte connessioni sinaptiche virtuose e progressivamente si creano percorsi cerebrali che favoriscono il costante incremento del consumo sino alla dipendenza.
Indipendentemente dalla possibile insorgenza di alcol-dipendenza, modificazioni errate dello sviluppo cerebrale da alcol durante l’adolescenza possono determinare alterazioni cognitive nell’età adulta.
Quindi, ragazzi intelligenti con un enorme potenziale intellettivo da mettere al proprio servizio e a favore del bene comune probabilmente non svilupperanno un’adeguata “riserva cerebrale” e avranno una pessima qualità di vita complessiva (familiare, lavorativa, sociale…).
Peraltro, la “riserva cerebrale” che permette rigenerazione neuronale in alcune aree cerebrali (per esempio nell’ippocampo, sede della fissazione dei ricordi)è implementata da una alimentazione ricca di frutta e verdura, dalla lettura (non dei social) e dall’attività fisica quotidiana.
E allora? Siamo costretti a ripeterci. Non solo informazione nelle scuole, ma qualcosa di più.
Dal 2016 collaboriamo con i docenti con il nostro progetto Educazione a Corretti Stili di Vita. Abbiamo seminato informazione corretta scientificamente, ma ora è tempo di fare un salto di qualità!
Stiamo preparando un progetto che sarà per la sua ampiezza l’unico ideato sino ad ora. A breve ne descriveremo i dettagli!
Certamente dobbiamo raggiungere tutti i bambini! È l’unico modo per apportare un vero cambiamento.
Come ci ricorda Boncinelli “le primissime nozioni apprese da ciascuno di noi vengono direttamente incorporate nei circuiti nervosi cerebrali, restano come “scolpite” e sono le più difficili da perdere”.
Insomma avremo ragazzi in grado di reagire a tutti quegli adulti “deficienti” (espressione tecnica e non offensiva) che addirittura vogliono insegnare a bere vino (che è sempre etanolo) nelle scuole!
Deficienti per modo di dire, in realtà sono legati a realtà economiche molto convincenti.
Il consumismo non prevede il bene dell’essere umano, in quanto quest’ultimo è identificato solo come una macchina da alimentare con bisogni inventati che agiscono sulla nostra emotività!
Noi adulti, invece di chiacchierare siamo pronti a dare il buon esempio?
Siamo pronti da oggi a non bere più alcolici senza avvalerci delle solite scuse per continuare a farlo?
In fondo cosa ci costa non bere alcol e non fumare davanti ai nostri ragazzi, farci vedere mangiare frutta e verdura 3-5 volte al giorno, non prendere l’ascensore e usare le scale, leggere un libro e limitare l’uso del cellulare e così via?
È certamente meno faticoso indicare nelle cattive compagnie o nella società in generale la causa di tutti i mali.
Per fortuna la maggior parte dei nostri ragazzi (anche per merito di molti docenti) è in grado di guardare noi adulti con il giusto distacco per auto-plasmarsi in modo virtuoso (non ascetico!) a favore di sé stessi e di tutti noi!
Piero Angela è deceduto lasciando uno straordinario commiato “io ho fatto la mia parte, ora tocca a voi”!
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