I mercati crollano sotto il peso della guerra in Ucraina a seguito dell’invasione russa di Kiev di questa mattina.
Sale vertiginosamente invece il Cboe Volatility Index, noto come “indicatore di paura” di Wall Street. La curva del Vix riflette le aspettative a lungo termine per la volatilità del mercato e un’inversione della curva suggerisce agli investitori di considerare le prospettive a breve termine più incerte di quelle a lungo termine.
L’indicatore creato dal Chicago Board Options Exchange (Cboe), stima la volatilità implicita delle opzioni sullo S&P 500. Il Vix ha raggiunto il suo massimo a 82,69 nel marzo del 2020, in piena prima ondata del Covid. Ora si colloca a 33,7 con un balzo rispetto a venerdì scorso del 13,59%.
La Borsa di Milano apre in deciso calo. Il primo Ftse Mib cede l’1,81% a 25.486 punti.
La borsa di Mosca che ha riaperto le contrattazioni, sprofonda e segna perdite record.
L’indice Moex scende del 45,22%, mentre l’Rts, denominato in dollaro, affonda del 49,79%.
La banca centrale russa ha annunciato “interventi” sul mercato dei cambi per “stabilizzare la situazione” dopo la caduta del rublo.
Borse asiatiche a picco. Hong Kong cede il 3,2%,Seul il 2,6%, Tokyo il 2%, Shenzhen il 2,2% e Shanghai l’1,5%.
In calo anche quelle oceaniche. In Australia il listino ha perso il 2,99%, mentre quello neozelandese ha ceduto il 3,62%. Nel frattempo, in Cina, Shenzhen cede l’1,37%, Shanghai l’1,54% e Hong Kong il 3,19%. Nel resto dell’Asia, Tokyo è in ribasso dell’1,88%, Seul il 2,63% e Taiwan il 2,55%. Male anche Mumbai che scende del 2,51%.
I future sulle Borse europee aumentano le perdite dopo l’attacco russo in Ucraina.
Il contratto sull’Eurostoxx 50 cede il 2,82%, quello sul Dax di Francoforte il 2,94% e quello sul Ftse di Londra l’1,99%. Negativi anche i future di Wall Street: quello sul Dow Jones scende dell’1,79%, quello sull’S&P 500 dell’1,74% e quello sul Nasdaq del 2,15%.
Effetti anche sulle materie prime: l’oro tradizionale bene rifugio è salito sui massimi da 13 mesi a 1.948 dollari l’oncia.
Il Brent vola oltre i 100 dollari al barile per la prima volta il 2014 a 102,22 (+5,6%) dopo un massimo a 102,48 mentre il Wti scambia a 97,04 dollari al barile (+5,3%).
La Russia è il terzo produttore di oro al mondo e il secondo di greggio.
Prezzi record anche per l’alluminio, oltre il record del 2008, a 3.388 dollari la tonnellata. Balza il prezzo del gas a 87,45 euro al Mwh (+9%).
Foto di copertina: Reddito Inclusione.it