Il 12 settembre scorso in una località costiera delle isole Faroe, un arcipelago che fa parte del regno di Danimarca, si è svolto il consueto appuntamento annuale con quello che gli abitanti del luogo chiamano “Grindadrap”.
Una pratica antica che atavicamente veniva utilizzata per garantire cibo e grasso animale agli abitanti di queste fredde e inospitali isole affinché la popolazione superasse il lungo periodo invernale .
Ogni anno delfini e balene sono fatti convergere, con l’aiuto di imbarcazioni, in una battigia stretta e senza via di fuga per poi essere uccisi con colpi di mannaia e grossi coltelli.
Ha destato grande sdegno nell’opinione pubblica mondiale quanto è accaduto alcune settimane fa. Le immagini di questa terribile usanza hanno fatto il giro del mondo grazie ad un attivista di Sea Shepherd, che ha reso pubblico un terribile documento ripreso da una tv locale.
Ciò che ha destato grande sdegno è stata la sproporzionata entità del massacro.
1500 delfini della famiglia dei Lagenorinchi Acuti e decine di balene hanno perso la vita in quello che attualmente appare più un attività sportiva e folcloristica che una azione finalizzata al sostentamento umano.
Un massacro di questa entità non si era mai registrato in passato. Un atto di una crudeltà infinita che ha spinto animalisti, intellettuali, politici e addirittura il Presidente dell’Associazione Balenieri delle isole Faroe, Mr. Olavur Sjiurdarberg, a definire quanto avvenuto “un grande errore”.
Secondo la BBC sino allo scorso anno la quantità dei i delfini uccisi restavano nell’ordine di 35-40. Quest’anno si è andati ben oltre! Una vera mattanza inspiegabile e orrenda.
Lo stesso premier delle isole Faroe, Barour Nielson, ha dichiarato che “occorre rivedere alcuni aspetti di questa caccia poiché non è il delfino l’animale da catturare in questa pratica”.
Il 12 settembre la quantità di sangue sparso nell’acqua del fiordo di Eysturoy era talmente copioso che tutta la baia per oltre un kilometro è rimasta a lungo tinta del colore della vergogna.
Secondo Sea Shepherd questo rimane “uno dei più gravi e orrendi atti perpetrati dall’uomo ai danni della natura. Auguriamoci che già dal prossimo anno tale pratica venga ricondotta verso dimensioni che tengano conto della necessità dell’uomo di nutrirsi e dell’ecosistema di rigenerarsi.”
Foto di Copertina: Osservatorio Artico
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Walter Pilloni
Divulgatore Ambientale