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Continua a far discutere il caso dei presunti concorsi “su misura” preparati da alcuni docenti della facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Genova. L’indagine, nata dopo l’annullamento a fine 2020 di un concorso da ricercatore in diritto tributario da parte del Tar, aveva inizialmente portato ai domiciliari (poi revocati dopo un paio di mesi) l’ex protettrice agli Affari Generali e legali, nonché professoressa ordinaria di Diritto costituzionale, Lara Trucco e l’ex docente emerito di Diritto costituzionale Pasquale Costanzo.
A partire dal ricorso presentato da una delle candidate escluse e alle successive indagini degli inquirenti, il concorso sarebbe infatti stato strutturato (e successivamente vinto) dal figlio dello stesso Pasquale Costanzo, attualmente in pensione. Le indagini si sarebbero poi estese, arrivando a coinvolgere altri professori e ricercatori accusati di aver modificato “ad hoc” diversi bandi di concorso, commettendo così numerosi reati tra cui: falso commesso da pubblico ufficiale, abuso d’ufficio, turbativa d’asta, accesso abusivo a sistema informatico, soppressione e distruzione di atti veri, traffico di influenze illecite.
La procura, su richiesta del pm Francesco Cardona Albini, avrebbe dunque chiesto il rinvio a giudizio per ben 12 persone, fissando l’udienza preliminare al prossimo 20 novembre. Nell’attesa di scoprire gli sviluppi della vicenda di questi presunti concorsi truccati all’Università di Genova crescono però l’amarezza e la sfiducia nei confronti di un paese che, dalla politica agli altri suoi settori, sembra sempre più coinvolto in scandali e illeciti di diversa natura.
