Susan Stenger – basso, Susan Lyall – chitarra e Susan Tallman – chitarra, sono l’ossatura di questa noise band newyorkese, che vide tra le sue fila un giovanissimo, ma già carismatico, Page Hamilton, futuro leader degli Helmet come terza chitarra.
“Love Agenda“, seconda prova della band, è un bellissimo spaccato di quelle sonorità che caratterizzeranno il suono futuro, all’insegna della sperimentazione e della ricerca più pura, in un vortice sonoro che ingloba le attitudini personali e la frustrazione quotidiana.
Questo lavoro è un un interessante percorso a tappe, “The pursuit of happiness” è la prima di questo viaggio nel mondo del noise, un escursus debordante di anomali paesaggi, tenuto insieme dalla voce “distante”, messa in secondo piano, di una Susan a piacimento.
La strumentale “Sin embargo” è ottima veemenza sonora, una cartolina catartica dalle tinte sfocate, ma intrinsecamente già pregna di quello che sarà il futuro sound degli Helmet.
L’album si conferma, quindi, come un vero manifesto e le altre tracce, da “Thorn in my side” a “Because of you“, passando per la trascinante “Hard Light“, sono tutti ottimi spunti di riflessione atti a coinvolgere l’ascoltatore, affinché possa comprendere la portata del progetto, al di là dell’attitudine musicale.
Nonostante le lezioni stilistiche dei coniugi Moore fossero già ampiamente applicate, questo lavoro fu accolto in maniera entusiasta per la vivacità creativa espressa, ponendolo in assoluto primo piano tra le produzioni del periodo.
Nella versione cd, abbiamo la bonus track “Child of the moon“, cover dei Rolling Stones, con pennellate noise che confermano ulteriormente la caratura di questo lavoro nella sua completezza.
La band andrà ancora molto lontano con altri lavori interessanti ed una John Peel Session all’attivo a dimostrazione che il solco era già stato tracciato ed il seme gettato, affinché altri gruppi potessero correre e raccogliere la loro eredità.
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