In uno sviluppo significativo odierno, Hamas ha ufficialmente confermato il prolungamento della tregua per un giorno aggiuntivo. Ciò segna il settimo giorno consecutivo di relativa calma nella Striscia di Gaza. I media internazionali hanno riportato l’annuncio, citando una dichiarazione del movimento islamista palestinese. La decisione di prolungare la tregua è giunta dopo che le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno sottolineato il mantenimento della tregua alla luce degli sforzi di mediazione in corso finalizzati all’avanzamento del processo di rilascio degli ostaggi.
Il Ministero degli Esteri di Doha ha confermato che la tregua a Gaza persistirà per la giornata nelle stesse condizioni precedenti: cessate il fuoco e ingresso di aiuti umanitari. Questo prolungamento fa parte dell’accordo mediato che coinvolge lo Stato del Qatar, la Repubblica Araba d’Egitto e gli Stati Uniti d’America.
Il Rilascio di Ahed Tamimi e le trattative in corso
Tra i palestinesi liberati da Israele nell’ambito dell’accordo di tregua si trova Ahed Tamimi, di 22 anni. Tamimi aveva ottenuto riconoscimento internazionale nel 2018 per aver affrontato i soldati israeliani nel suo villaggio della Cisgiordania. Tuttavia, il suo recente imprigionamento, iniziato il 6 novembre, è derivato da un post sui social media che la sua famiglia sostiene essere stato fabbricato da account falsi che usano la sua immagine.
Mediazione internazionale e ottimismo
Simultaneamente, gli sforzi di mediazione persistono per prolungare ulteriormente la tregua. Il Qatar, impegnato attivamente nei colloqui con Hamas, ha espresso ottimismo. Anche gli Stati Uniti d’America pongono la massima priorità al rilascio di più ostaggi e all’aumento degli aiuti umanitari. Il Segretario di Stato Antony Blinken lo ha affermato in vista del suo imminente viaggio in Israele. Il Presidente Joe Biden ha suggerito un obiettivo più ambizioso: raggiungere una tregua duratura.
Tuttavia, Israele, in risposta alla pressione internazionale, rimane saldo nella sua posizione. Una fonte politica in Israele ha chiarito che il paese procederà con il ritorno dei suoi prigionieri per un massimo di dieci giorni. Questo perchè Hamas tiene ostaggi donne e bambini per altri “due, forse tre giorni”. Il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha ribadito la prontezza di Israele a tornare in guerra dopo la fase di recupero degli ostaggi. L’obiettivo rimane eradicare Hamas dalla Striscia di Gaza.
Conflitto in corso nonostante la tregua
Anche durante il periodo di tregua, il conflitto tra Israele e le fazioni più estremiste dei palestinesi è proseguito, con incidenti segnalati in Cisgiordania, in particolare a Jenin. In quella che viene definita “piccola Gaza”, l’esercito israeliano ha rivendicato l’eliminazione del leader delle Brigate di Jenin, Mohammad Zabeidi, e di un altro leader militare, in un raid nel campo profughi della città. Le autorità palestinesi, tuttavia, hanno segnalato le morti di un bambino di nove anni e di un quindicenne. Inoltre, quattro palestinesi sono stati uccisi a Gaza, con l’esercito israeliano che afferma che minacciavano le forze israeliane.
Sforzi diplomatici presso l’ONU
La dimensione diplomatica del conflitto è proseguita con una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite presieduta dalla Cina. Il Ministro degli Esteri palestinese, Riyad Al-Maliki, ha appellato per la fine della “strage”, mentre l’Ambasciatore israeliano presso l’ONU, Gilad Erdan, ha controbattuto suggerendo che chiunque sostenga una tregua in realtà sostiene il “regno del terrore” di Hamas.
Nonostante l’appello della Cina a un “cessate il fuoco immediato e duraturo”, raggiungere una soluzione a due Stati sembra difficile data l’attuale marcata divisione tra le parti coinvolte.
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