Il complesso dei SS Quattro Coronati sorge su una casa romana del IV secolo e sull’antico titulus Aemilianae, luogo in cui i cristiani si riunivano per pregare. La prima chiesa fu edificata sotto papa Leone IV, a metà del IX secolo. Godeva di una certa importanza, grazie alla posizione lungo la prima porzione della via Tuscolana e vicino al palazzo Laterano, allora ancora sede del papato. Ma durante gli anni degli scontri tra papato e impero, Roma fu passata a ferro e fuoco e a farne le spese fu anche l’antica chiesa leonina.
Nel 1084 la chiesa fu distrutta dal re normanno di Napoli, Roberto il Guiscardo, arrivato a Roma in soccorso di papa Gregorio VII per respingere l’attacco dell’imperatore Enrico IV.
Si narra di un incendio che durò tre giorni, che comprese tutta l’area tra il Campo Marzio e il Laterano, e di devastazioni compiute proprio dal comandante normanno, forse perché il papa non lo saldò secondo quanto pattuito.
La Basilica dei SS Quattro Coronati come la vediamo oggi, in cui risiedono le monache agostiniane, è quella che fece ricostruire papa Pasquale II nei primi anni del XII secolo. Questa è di dimensioni ridotte rispetto alla chiesa precedente e occupa solo l’antica navata centrale mentre, in corrispondenza delle vecchie navate laterali, furono creati il chiostro e il refettorio. Le colonne delle vecchie navate sono ancora visibili nelle pareti della chiesa e in quelle del secondo quadriportico che fu allora ricavato.
L’abside, che è invece una struttura appartenente alla chiesa leonina, risulta così molto grande rispetto alle dimensioni della chiesa.
Il chiostro è fatto di colonnette leggere, con volte decorate con motivi a goccia e a triangoli. Qui si possono ammirare resti di sarcofagi strigilati e marmi con incisioni classiche, paleocristiane, fino a bellissimi motivi longobardi.
E poi il complesso ospita quella che viene chiamata “La cappella sistina del medioevo”, cioè l’oratorio di San Silvestro.
Sopra, una volta a botte affrescata con un cielo stellato e, sotto, un bellissimo pavimento cosmatesco. Tutto intorno, dipinti che risalgono al 1250 circa, restaurati, opera di autore sconosciuto, sicuramente qualche genio da cui avrà preso ispirazione lo stesso Giotto. Lungo due pareti corrono le scene della conversione di Costantino che, a seguito del battesimo celebrato da papa Silvestro sul monte Soratte, guarì dalla malattia che lo affliggeva.
E infine, dobbiamo chiarire cosa, o meglio, chi si nasconde dietro al nome della Basilica: chi erano i quattro santi coronati? Forse si tratta di quattro scalpellini cristiani, provenienti da Spalato, che si rifiutarono di scolpire il dio pagano Esculapio e furono per questo uccisi. Secondo altre fonti, erano quattro soldati romani cristiani martorizzati. I quattro, o c’è chi dice addirittura tutti e otto, sia gli scalpellini che i soldati, hanno sepoltura in una cripta sotto all’altare.
La comunità delle monache agostiniane dei Quattro Coronati
Ti può interessare leggere anche
La “grande bellezza” delle librerie romane