Oggi vi parlo di “Aurora by Night” di Michele Renzullo, l’ideatore dell’Accademia di scrittura creativa www.scritturacreativa.org e edito Morellini Editore. Un percorso di consapevolezza che, attraverso l’arte, conduce nelle pieghe dell’animo umano.
Luna non crede in se stessa. Ha talento sì, ma non ci crede. È bella (dentro e fuori) ma non si osserva.
Così scappa da una città che la soffoca, da un marito perfetto che non la stimola, dai ricordi sfocati di una madre assente e martellante.
Luna ricomincia, stendendo inizialmente dietro sè il filo per poter tornare indietro, come Arianna nel suo labirinto.
Come se la felicità fosse una parentesi inafferrabile e flebile, con il timer che si innesca ineluttabile e quindi prende tempi. Spazi. Aria.
Quante prime volte ci sono in una vita?
Chi ti ama davvero lo sa come prendi il caffè?
È lastricata di perplessità la realtà di Luna, e procede incerta nelle giornate fangose scandite da turni aridi, in antitesi con l’arte che è ampia, libera e pulsante di piacere. Così come quell’universo al femminile che si svela inebriante tra le dita, nei pensieri, negli appetiti che divampano.
E Aurora, uno squarcio di luce in un cielo greve. Con il suo matrimonio atipico dove è vietato vivere insieme, perché si sa che il quotidiano distrugge i sensi. Ma poi se ne va.
Una di quelle persone che si allontanano restando. Nella mente, nell’epidermide, in una tela.
Luna prosegue la sua evoluzione: lavoro, discorsi da trattare solo sui margini, la pittura sfiorata poi deflorata. Il cibo nutrimento e rifiuto, pieno-vuoto, come l’amore.
E “Aurora by Night” è ancora Lisbona, Londra, Barcellona.
E Sofie, quegli argini solo accarezzati che deflagrano grazie alla spinta creativa fino a perdere però di vista l’altro, fino a entrare nel suo dolore a farlo proprio, sfiorando però quel labile confine dell’intimità altrui, proprio quella che sarebbe opportuno preservare. Da tutti, anche da noi.
Gli errori inaspettati che come uno schiaffo improvviso ci ricordano chi siamo veramente, perché solo attraverso un percorso lastricato di ombre buio e cicatrici smerigliate di anime inquiete è possibile diventare veramente adulti.
Fino a riconoscere finalmente quel bagliore nell’altro, quando ci rendiamo conto che nonostante la spinta indispensabile di vivere la propria vita e di cercare di essere felici ad ogni costo, c’è sempre qualcuno che resta lì per noi. Ma riconoscerlo davvero fa parte di quel doloroso percorso che appartiene al diventare grandi.
Con una scrittura cristallina, una trama deliziosamente orchestrata e dei personaggi acutamente delineati, Michele Renzullo tratta trasversalmente diversi temi attuali e pregnanti, delicati e potenti, offrendoci un romanzo di formazione efficace ed emozionale, con tutte le dicotomie ontologicamente implicite nel processo di crescita, in quello strappo lancinante che non trova balsamo se non attraversando quell’unica possibilità che ha per pulsare più dolcemente: andare avanti.
È così, d’improvviso, si è adulti.