Ricade oggi l’anniversario della morte del grande artista Raffaello Sanzio (6 aprile 1520), pittore e architetto, nonché colui che meglio ha rappresentato il Rinascimento italiano. Tra i più celebri artisti del momento amava firmarsi “Raphael Urbinas” tanto legato alla sua città natale Urbino.
Passando davanti al Pantheon dove c’è chi depone un fiore sulla sua tomba, mi piace ricordarlo come il primo “Commissario delle antichità romane”.
Con lui sono nati i primi tentativi di tutela dei nostri Beni Culturali, forse i primi passi di una legislatura.
La pratica di scavare per trovare antichità e rivenderle era così diffusa nel’500 tanto che spinse Papa Leone X ad intervenire. Nel 1515 decide di nominare un “commissario delle antichità romane”, una sorta di sovrintendente alle Belle Arti dedito alla tutela del patrimonio archeologico della città.
Fu Raffaello Sanzio, all’epoca architetto della basilica di San Pietro e titolare della più importante bottega di pittura della città.
Un pò di Storia
Raffaello fu figlio d’arte, il padre Giovanni Santi di Pietro, era buon pittore presso la corte di Urbino, governata dal celebre Federico da Montefeltro, morto l’anno precedente la nascita di Raffaello.
A undici anni entrò nella bottega di Perugino, e il ruolo di Raffaello all’interno della bottega crebbe con rapidità.
Nel 1500 con la commissione per la pala del beato Nicola da Tolentino, per la chiesa di Sant’ Agostino a Città di Castello, Questo incarico segnò il sua ascesa, tanto che verrà nominato “magister”.
Le richieste si fecero sempre più intense e in questa prima fase, la sua pittura è assai vicino al Perugino anche se gradualmente si distinguerà.
Nel 1502 venne chiamato da Pinturicchio a produrre disegni per gli affreschi della Libreria Piccolomini del Duomo di Siena.
Nel 1504 realizzò il Matrimonio della Vergine a Brera e nell’autunno di quell’anno si trasferì, ventiduenne, a Firenze città che in quel momento viveva un felice periodo culturale per la simultanea presenza di Leonardo e Michelangelo. Ma Raffaello pur spostandosi non perse i contatti con i committenti umbri e urbinati.
le foto sono di S. Rinaldi
Nella città toscana l’artista entrò in contatto con tutti i grandi artisti dell’epoca, trascorrendo con loro le serate d’inverno, le famose “vernate“, discutendo d’arte davanti al fuoco e un bicchiere di vino.
Nel 1508 si trasferì a Roma, al servizio di papa Giulio ll, segnalato dall’amico Donato Bramante.
Iniziò in questo stesso anno ad affrescare la Stanza della Segnatura nell’appartamento papale, procedendo poi con gli altri ambienti dell’appartamento pontificio.
Nel 1513 Leone X lo pose al fianco di Bramante nella Fabbrica di San Pietro; l’anno dopo subentrò nel prestigioso incarico per la morte dell’architetto.
Nel 1515 lo stesso pontefice lo nominò Conservatore delle antichità romane.
Mori a trentasette anni il Venerdì Santo (era anche nato di Venerdì Santo 6 aprile 1483), dopo una breve malattia.
Pico della Mirandola annunciando la morte di Raffaello, disse che i cieli si erano oscurati e i palazzi squarciati, creando così un parallelo con la morte di Cristo.
Raffaello scelse, grazie alla sua fama, di essere seppellito qui al Pantheon, 27 a.C., denominata poi Basilica cristiana di Santa Maria della Rotonda o Santa Maria ad Martyres dal 609 d.C
Il sarcofago è sormontato dalla Madonna del Sasso, scolpita dall’allievo di Raffaello, Lorenzetto, e al lato il celebre epitaffio di Pietro Bembo che dice:
“Qui giace Raffaello, dal quale la natura temette mentre era vivo di esser vinta; ma ora che è morto teme di morire”
“Ille hic est Raphael timuit quo sospite vinci, rerum magna parens et moriente mori”.
In questa Roma Raffaello Sanzio trascorse i suoi anni ed i suoi capolavori li possiamo vedere in questi luoghi:
- GALLERIA BORGHESE
- CHIESA DI SANTA MARIA DEL POPOLO
- PALAZZO BARBERINI
- ACCADEMIA DI SAN LUCA
- GALLERIA DORIA PAMPHILJ
- CHIESA DI SANT’AGOSTINO
- CHIESA DI SANTA MARIA DELLA PACE
- SANT’ELIGIO DEGLI OREFICI
- VILLA FARNESINA
- VATICANO
- VILLA MADAMA
La raccolta di immagini delle opere di Raffaello le possiamo apprezzare su Google Arts & Culture, un carosello di opere online che possiamo semplicemente guardare in dettaglio nella versione ad alta definizione, o ancora ammirare all’interno delle sale in cui vengono custodite tramite la funzione street view.