Si è ufficiale, da oggi siamo otto miliardi.
Questa informazione ci arriva dal sito Neodemos un foro indipendente di studio ed analisi attivo notte e giorno diretto da un team di illustri scienziati del calibro di Alessandro Rosina e Massimo Livi Bacci.
La sua attività è quella di monitorare costantemente la crescita demografica del pianeta.
Secondo i dati raccolti da Neodemos il sorpasso è avvenuto mercoledì 19 gennaio.
Per stessa ammissione del centro di ricerca lo scostamento rispetto al dato degli 8 miliardi potrebbe essere di più o meno di 100 milioni, che è poca cosa rispetto agli 80 milioni di nuovi nati in un solo anno.
Il problema adesso non è quello di accertarsi circa la veridicità del numero indicato dal demometro ma piuttosto quello di essere consapevoli che la popolazione mondiale continua ad aumentare in maniera preoccupante.
Cresciamo ad un ritmo costante di 200.000 individui al giorno al netto dei morti e questo deve iniziare ad impensierirci poiché è di tutta evidenza che le risorse del pianeta non sono infinite.
Quindi qualora la crescita demografica dovesse proseguire con questi ritmi è pacifico attendersi che nel 2050 potremmo essere alle soglie dei 10 miliardi con molti nuovi problemi da affrontare.
Non siamo più in equilibrio con le risorse fornite dal pianeta ormai dagli anni ’70.
Continuiamo ad utilizzare risorse naturali a scapito di chi sopraggiunge.
La crescita della popolazione potrebbe rivoluzionare gli equilibri mondiali.
Specialmente se è vero, come scrive l’ONU, che il sistema agricolo mondiale è già adesso sotto stress a causa sia del sovra-sfruttamento che dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici. E necessiterebbe di una profonda riqualificazione per adattarsi alla capacità di sfamare un così elevato numero di persone.
Stesso ragionamento per gli approvvigionamenti ittici che oggi soffrono di un prelievo di pescato superiore al fabbisogno mondiale. Questo, ovviamente, a causa dei danni consistenti all’habitat degli oceani che pregiudicano l’attività ittica futura in termini di volume e qualità del pescato.
Oltre alla pesca intensiva rimangono anche per i mari e gli oceani i problemi legati all’inquinamento da plastica e da altri agenti chimici.
La parte del mondo che crescerà di più in termini demografici è proprio la parte più povera del pianeta.
Si prevede che l’area Sub Sahariana dell’Africa arriverà a contenere il 23% della popolazione mentre ci sarà un declino demografico nell’occidente.
La popolazione mondiale aumenterà di 2 miliardi (nei prossimi 30 anni) a vantaggio di Asia e Africa mentre gli Stati Uniti cederanno il terzo posto (dopo India e Cina) alla Nigeria.
Nel 2018 è stato registrato che il numero delle persone sopra i 65 anni ha superato quello dei bambini sotto i 5 anni. Mentre nel 2019 il numero degli ultracentenari in tutto il globo ha raggiunto la cifra record di 540 mila.
Diversa la situazione in occidente e in Italia.
La popolazione che oggi è di circa 59 milioni e 400 mila persone è in graduale decrescita.
Aumentano le coppie senza figli, pochi giovani che sono poco più di 10 milioni, mentre gli anziani, over 70, raggiungono i 18 milioni.
Se non iniziamo a considerare i limiti fisici del pianeta e a pianificare azioni correttive a questo modello di sviluppo ci ritroveremo già nel prossimo decennio di fronte ad una crisi globale umanitaria senza precedenti. E a quel punto non sarà più possibile uscire.