I Pubblici Ministeri Massimo Terrile e Walter Cutugno, nel corso dell’udienza preliminare nell’ambito dell’inchiesta sul crollo del Ponte Morandi, hanno illustrato i motivi per cui chiederanno il rinvio a giudizio delle 59 persone indagate oltre alle due società ASPI e SPEA, la controllata che si occupava delle manutenzioni.
Secondo i pubblici Ministeri, la società sapeva del deterioramento e della precarietà della struttura già dagli anni ’90, quando furono eseguiti lavori sulla Pila 11.
E hanno evidenziato il fatto che nessun manager è intervenuto per evitare il crollo partito dalla Pila 9.
A fare da cassa di risonanza alle accuse dei Pubblici Ministeri le indagini della Guardia di Finanza, secondo cui i manager di allora non intervennero per evitare costi eccessivi e garantire maggiori dividendi ai soci.
Il pm Massimo Terrile ha affermato che: “La corrosione dei cavi d’acciaio del ponte Morandi è iniziata subito dopo l’inaugurazione, ma nessuno lo ha mai monitorato in modo adeguato”.
Parole pesanti pronunciate oggi, 28 gennaio, alla prima udienza del processo ripreso dopo lo stop del 28 dicembre in attesa della Corte di Cassazione sulla ricusazione del gup Paola Faggioni, richiesta che è stata rigettata dai giudici romani come già avvenuto con la Corte di Appello di Genova.
Il pm Terrile ha letto le pagine di un ampio memoriale nell’atrio del tribunale di Genova in cui ha riassunto la storia di una tragedia annunciata. Pare infatti che l’ingegnere Morandi si fosse raccomandato di monitorare in modo adeguato la struttura, e che questo avvertimento, o monito, sia rimasto inascoltato.
A distanza di tempo, sembra quasi che l’ingegnere volesse già discolparsi su possibili disastri del proprio progetto. Quel che è certo, è questo elenco:
- pile ammalorate,
- cemento che si sbriciola,
- cavi d’acciaio corrosi e pieni di ruggine,
- telefonate e mail di programmazione di manutenzioni e lavori mai eseguiti
- report taroccati che nascondevano la gravità della situazione
- 43 persone decedute.
Dentro la struttura in cui il pm Terrile ha letto il memoriale è sceso il gelo sui parenti delle vittime, sugli avvocati delle parti, e su chiunque altro era lì presente. Una ricostruzione che cancella qualsiasi attenuante agli indagati.