Non vi nego che durante le feste ho preso qualche chilo. Non potevo farne a meno, come – credo – per la maggior parte degli italiani.
Le festività sono state un’occasione per riposare, ma anche gustare molti piatti prelibati possibilmente in compagnia (tamponi permettendo) di parenti e amici.
La musica, insieme al cibo, è stata la compagna di viaggio di questo periodo perché la colonna sonora è importante almeno quanto la pietanza servita.
E così ho scoperto che le due cose non sono sempre separate, anzi convivono in modo sostanziale come nel caso dei Food Ensemble.
I protagonisti di quest’idea sono: Francesco Sarcone che prende i suoni delle padelle sul fuoco, dalle mani che grattugiano, mescolano e impastano, per comporre sonorità che completano le portate; il cuoco e poeta del gruppo che dialoga con le materie prime Andrea Reverberi, e Marco Chiussi il sommelier fonico, impegnato nella scelta dei vini e nelle campionature dei microfoni.
I Food Ensemble sono un trio che interpreta il cucinare facendolo divenire una performance musicale in cui i suoni della preparazione vengono mixati formando un tappeto elettronico rumoristico interessante.
Sono una performance di musica e cucina. Un’esperienza sensoriale da vivere come un concerto, e uno spettacolo da gustare come una cena.
La cucina non è solo sapore, ma la creatività può prendere forme inedite e il cibo rappresenta la chiave per raccontarsi attraverso i suoni.
Propongono una degustazione di quattro portate in quattro movimenti musicali, come se fossero quattro atti di una cena sonora che completa il percorso di gusto e lo eseguono davanti agli occhi degli spettatori in un vero e proprio tour che non è ancora arrivato in Liguria.
E dalle righe di Soundcheck cogliamo l’occasione per invitarle i Food Ensemble e la loro geniale performance in redazione, a teatro o anche a casa. Anche se le festività natalizie sono alle spalle, si ha sempre bisogno di unire la passione del cibo e della musica.
Per coloro che volessero un piccolo assaggio ecco una piccola anteprima della loro creatività: