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“The choke. Dove il fiume si stringe” è il nuovo romanzo di Sofie Laguna edito Pessime idee.
Un terreno di tre acri, e nel punto più alto la casa del nonno, segnata da fibre di fango. E Justine che viene accolta.
Gelida, piena di domande irrisolte, le dicono ‘nata al contrario’.
La convivenza con i due fratelli acquisiti non è semplice, la sua realtà è parole bloccate in gola e lettere indecifrabili, finché riesce a inabissarsi li dove il fiume si stringe e le sponde quasi si toccano. Oasi di pace in una realtà maschile rude e rifiutante.
Justine e suo nonno. Un legame fatto di parole stentate, un uomo in parte scollato dalla realtà ma nel contempo presente per la nipote, che cresce tra mondi paralleli, selvaggia ed incosciente. Tra il rivelato e il taciuto la protagonista affonda con la sua personalità, morbida, in formazione, ma in un certo senso salda.
Occhi spalancati su un mondo alla rovescia, quando lei è l’unica a sentirsi sempre al contrario.
La piccola Justine entra nel cuore, e lo fa con delicatezza e caparbietà. In un mondo dominato dal rivelato male e dai silenzi, pezzi mancanti ed altri al contrario. Sapere e non sapere, consapevolezza e essere incontaminata.
È tutto antitetico onirico lacerante.
Justine è mente rapidissima e numeri scomposti.
“The choke. Dove il fiume si stringe” è la più completa caratterizzazione che io abbia letto quest’anno.
È reale ed irreale, è sogno incastrato nella realtà o un pizzico di realtà tra incubi e sospensioni temporali.
Bellissimo.
