San Martino di Licciorno
San Martino di Licciorno

Una chiesa nascosta nel bosco: San Martino di Licciorno cela meraviglie da romanzo fantasy

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In un’atmosfera fiabesca che sembra uscita dalle pagine di un romanzo fantasy, ecco San Martino di Licciorno.

Gli amici me ne avevamo parlato così tanto, mostrandomi splendide foto e video, che avevo quasi il timore di visitarlo dal vivo, di restare delusa come accade tante volte quando arrivi in un posto carica di un’eccessiva aspettativa.

Poi, un giorno di fine estate, nonostante la mia ritrosia agli eventi “mondani”, mi sono lasciata trascinare a una festa medievale organizzata nel borgo di Prato Sopralacroce, e ho scoperto questo piccolo gioiello nascosto nei boschi della Val Penna: San Martino di Licciorno.

Sì, proprio scoperto, perché quando inizi a percorrere il sentiero che da Vallepiana, poco oltre Sopralacroce, scende nel bosco verso la frazione di Zolezzi, niente lascia immaginare che all’improvviso tra gli alberi, nel gioco di luci e ombre del sole che filtra tra i rami, possa spuntare un campanile che svetta verso il cielo.

San Martino di Licciorno

L’ambientazione di San Martino di Licciorno è quella di una fiaba o di un romanzo fantasy.

E tra le sue rovine non parrebbe strano vedere spuntare qualche dama in abiti medievali o qualche curiosa figura dalle fattezze elfiche.

Non a caso questa radura incantata è stata scelta più volte come location per video, concerti e rappresentazioni teatrali, ospitando anche la scorsa estate le poetiche riflessioni di Pino Petruzzelli.

La Chiesa di San Martino, probabilmente edificata intorno al 1100 e ampliata in epoche successive, viene ricordata nella tradizione locale come la più antica parrocchia della Valle, benché non vi sia documentazione certa a supporto.

Oltre al campanile, oggi restano pochi ruderi dell’abside e dei muri perimetrali, ma l’atmosfera mistica di questo luogo è ancora ben presente, accompagnata da cupe leggende che ne accrescono il fascino misterioso.

San Martino di LicciornoSiamo alle spalle del Golfo del Tigullio, a mezz’ora di auto da Chiavari, nel cuore della Valle Sturla.

Raggiunta Borzonasca, si risale per una valle laterale fino a raggiungere Prato Sopralacroce, borgo con un passato di località termale grazie alla presenza di una fonte di acqua ferruginosa e oggi meta del turismo rurale.

Qui il senso di appartenenza e il fare comunità sono ancora valori molto sentiti dai residenti; piccole strutture ricettive, un agriturismo e un’osteria offrono un’accoglienza familiare, dove l’ospitalità si fa condivisione, per coinvolgere il turista in una amichevole quotidianità.

In questo luogo ti senti a casa. Ed è proprio grazie all’impegno di questa comunità, animata da un gruppo di instancabili volontari che si occupa anche della manutenzione dei sentieri e dell’organizzazione di eventi, che nel 2019 San Martino di Licciorno è diventata anche uno dei Luoghi del Cuore FAI più votati della Liguria e tra i primi cento a livello nazionale.

Ogni momento dell’anno può essere perfetto per una visita.

Questo perché il fascino evocativo della Chiesa nel bosco si svela in tutte le stagioni: può essere meta di una facile passeggiata adatta a tutti, purché adeguatamente attrezzati con scarpe da trekkig.

Da Vallepiana, sotto la chiesa della Natività, parte un sentiero ben segnalato che raggiunge San Martino di Licciorno in una ventina di minuti. Ma può diventare anche tappa di un’escursione un po’ più impegnativa che parte da Borzonasca, seguendo il sentiero del Parco dell’Aveto segnato con due linee rosse verticali.

Lungo il percorso che porta a San Martino e quindi a Vallepianaci sarà l’occasione di scoprire altri tesori nascosti in questa Valle, come l’Abbazia di Borzone o il misterioso Volto megalitico scolpito nella montagna e il caratteristico borgo di Zolezzi.

Per informazioni su itinerari e ospitalità:

www.unamontagnadiaccoglienza.it

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Info Claudia Fiori

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Genovese solo a metà, ho i piedi in riva al mare, ma la testa e il cuore in montagna. Ho chiuso la laurea in chimica in un cassetto e il mio laboratorio è diventato il territorio. Mi occupo di progetti per sviluppare il turismo rurale, promuovere l'entroterra ligure con le sue storie e i suoi personaggi, valorizzare un patrimonio poco conosciuto e sorprendente di natura, tradizione, cultura.

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