Continua a far discutere il caso mediatico che negli ultimi giorni ha investito il Comune di Bari, con la risposta decisa del sindaco Decaro al provvedimento di accesso ispettivo disposto dal ministro dell’Interno Piantedosi. Il primo cittadino, da anni sotto scorta per la sua attività di contrasto alla criminalità organizzata, ha interpretato come una minaccia, o quasi una beffa, l’ultima decisione di Piantedosi.
Concedendo l’accesso agli atti, il ministro ha infatti dato il via libera ad un’apposita commissione che indagherà sul Consiglio comunale per sospetta infiltrazione mafiosa e presunto voto di scambio, con possibilità di predisporne addirittura lo scioglimento. Questo enorme polverone sarebbe scaturito da un’altra indagine condotta dalla Direzione distrettuale antimafia su presunti legami tra criminalità organizzata e politici alle elezioni comunali del 2019 e presunte infiltrazioni mafiose anche nell’azienda municipalizzata per il trasporto urbano Amtab.
Roberto Rossi, procuratore di Bari, avrebbe però già smentito il coinvolgimento del sindaco Decaro in questa presunta “attività di condizionamento elettorale parziale e circoscritta”, puntando piuttosto i riflettori su altre figure del Consiglio Comunale. Alla luce di ciò e della già citata attività a contrasto della criminalità organizzata sul suo territorio, il sindaco Decaro ha quindi risposto ieri in conferenza stampa alla decisione del ministro Piantedosi ricordando alcune delle azioni dell’amministrazione in questa direzione, documentate da un plico di tredici faldoni presentato lo scorso lunedì alla commissione.
Il primo cittadino si è inoltre detto pronto a rinunciare alla scorta, dichiarando di non poter essere sindaco antimafia e avere allo stesso tempo la commissione di accesso in comune. A pochi mesi dalle elezioni comunali a Bari dell’8 e del 9 giugno, il sospetto di Decaro è che il provvedimento sia una mossa politica per destabilizzare il fronte della sinistra che, nell’attesa di ulteriori sviluppi, sta provando a far muro attorno al suo candidato.