Dieci giorni da incubo per cani e gatti a Yulin
Bisogna sempre distinguere i fatti dalle molteplici possibili interpretazioni. E’ vero, il Festival di Yulin è un abominio, ma perché si parla tanto di questa tradizione cinese e molto meno di quello che accade agli animali nel resto del mondo, Occidente compreso?
Partiamo dall’inizio e cioè dal 2010, anno in cui il festival, della durata di dieci giorni, prende il via a Yulin, nella provincia del Guanxi.
Un autentico orrore: migliaia di cani tenuti malissimo, uccisi e mangiati.
I numeri dicono 5000 gatti e 10000 cani torturati per la loro carne.
Pare che vengano sgozzati, scuoiati e bolliti vivi perchè la paura renderebbe la carne migliore.
Ecco, vorrei che per dieci secondi voi che leggete chiudeste gli occhi.
Per immaginare il vostro Rex, Gurù o Winston strappati alle vostre amorevoli cure e portati via lontano.
Rinchiusi in una gabbia con altri compagni di sventura e condannati a soffrire pene inenarrabili in nome di un festival commerciale e disumano.
Vorrei che provaste ad immaginare la paura, il terrore e la sofferenza fisica che viene loro inflitta come se fosse un nostro diritto torturare ed uccidere senza un briciolo di umanità e di pietà animali innocenti.
Animal Equality e il lavoro investigativo: animali rubati alle famiglie
Il lavoro investigativo di Animal Equality racconta che moltissimi animali vengono addirittura rubati alle famiglie per finire in modo atroce.
“Il nostro lavoro investigativo per smascherare e fermare il commercio di carne di cane e gatto in Cina è iniziato nel 2012.
I nostri investigatori si sono infiltrati tra le fila dei trafficanti di cani e hanno scoperto che molti di questi animali vengono rapiti dalle loro famiglie”.
Così spiega Matteo Cupi, Vice Presidente Internazionale Animal Equality
“Infatti hanno trovato diversi cani, nei macelli e nei ristoranti, che indossavano ancora i collari.
Questo significa che sono stati strappati da una famiglia che li amava. La squadra di Animal Equality ha visitato diverse zone del paese e ha rilasciato sei diverse inchieste.
Grazie al nostro lavoro di indagine alcuni attivisti locali hanno denunciato il commercio illegale di cani e 33 rivenditori e un macello di cani sono stati chiusi dalle autorità cinesi”.
Niente da dire, un vero orrore anche solo per un istante immaginare la terribile fine di questi poveri animali.
Eh già, come non pensare ad un povero gatto o ad un povero cane, magari sottratti ai legittimi proprietari?
I nostri animali domestici sono a dir poco venerati e per questo vederli costretti in gabbia e saperli uccisi per diventare una semplice pietanza ci fa letteralmente inorridire.

Però, e qui il però è bello grosso, che cos’è che ci fa provare così tanta pena per loro e nessuna considerazione per gli altri animali cui tocca la medesima sorte?
Perchè ce la prendiamo tanto con i Cinesi – peraltro il 70% è assolutamente contrario al consumo di carne di cane – per questo orrendo festival e ci sentiamo superiori a loro perché non indugiamo in simili abitudini?
Basterebbe fermarsi un attimo e pensare che il dolore è uguale per tutti
E’ vero, in Europa non ci sono festival come questo e cani e gatti non finiscono nei piatti di nessuno, ma che cosa accade agli altri animali?
Ogni giorno barattiamo la vita e la sofferenza di milioni di animali in cambio di un hamburger piuttosto che di una fetta di prosciutto.
Visoni scuoiati per la pelliccia, pulcini triturati, oche ingozzate per produrre il foie gras o agnellini strappati alla propria madre per celebrare la Pasqua nei nostri piatti.
Che cos’hanno di diverso queste creature innocenti rispetto a cani e gatti per non meritare la nostra stessa indignazione?
Qual è il meccanismo culturale che sottintende a questa differenza tra i vari animali?
Il problema alla base di questi nostri comportamenti è lo specismo, un’ideologia che pone l’uomo totalmente distinto dalle altre specie.
Lo specismo nasce proprio per poter giustificare l’oppressione degli altri animali.
Siamo noi umani a stabilire una gerarchia in base alla quale il gatto sta sopra il coniglio, ma più in basso rispetto al cane.
Il maiale, poi, sta sotto a tutti e si merita di vivere o sopravvivere in condizioni assurde negli allevamenti per fornire carne che, tra l’altro, contribuisce all’inquinamento del pianeta.
Inutile tuonare scandalizzati contro il Festival di Yulin quando sappiamo che negli allevamenti intensivi italiani i suini subiscono pratiche a dir poco atroci, ma purtroppo di routine.
Il mozzamento della coda, la troncatura dei denti, la castrazione: tutto rigorosamente senza alcun tipo di anestesia.
Il livello di cortisolo poi, l’ormone dello stress, a causa delle sofferenze subite, in questi animali è altissimo e naturalmente dannoso anche per la nostra salute.
Bisognerebbe allora ribaltare questi paradigmi perversi e comprendere che ogni animale ha gli stessi diritti di un altro.
Gli animali non sono al nostro servizio e, soprattutto, il dolore fisico che infliggiamo loro è lo stesso per tutti.
Il 73% degli abitanti di Yulin afferma di consumare raramente carne di cane e gatto, il 18% dei residenti della città non la consuma affatto.
Il 67% di coloro che consumano carne di cane lo fa nei ristoranti o a casa di amici.
Sono tante le associazioni che si battono per porre fine a questa terribile barbarie.
La petizione di Animal Asia per fermare il consumo di carne di cane
Una delle più attive è Animal Asia che ha realizzato un report sul commercio della carne di cane in Cina.
Si è dimostrato, dopo circa quattro anni di indagine, che gli animali consumati provengono dalla strada.
Poveri randagi, ma anche, come si è visto, cani e gatti strappati all’amore dei legittimi proprietari.

Animal Asia ha promosso una petizione per raggiungere, entro novembre 2023, 200000 firme per vietare il commercio di carne di cane in Vietnam.
Bisognerebbe davvero operare una rivoluzione copernicana in grado di far comprendere a tutti che l’uomo non è superiore a nessun altro animale.
E che un cane non vale più di un maiale o di un coniglietto.
Il solo pensiero dell’immane sofferenza di questi poveri cani e gatti in questa tristissima settimana di luglio è uno strazio senza fine.
Si può solo sperare e contribuire affinchè con il tempo le cose possano cambiare.
Per ora, però, è anche inutile sentirsi superiori ai Cinesi. Semplicemente perchè non lo siamo.
Rosella Schiesaro©
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