Allevamenti intensivi e antibiotico resistenza
Allevamenti intensivi e antibiotico resistenza

Pig Palace: vicino a Wuhan 1,2 milioni di suini uccisi ogni anno, l’antibiotico resistenza cresce e aumentano le vittime in tutto il mondo

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Tempo di lettura: 2 minuti

Pig Palace: la fabbrica della morte, un orrore di ventisei piani

Il Pig Palace è una struttura di ventisei piani, 20 mila suini per piano, 600 mila maiali in tutto, 390 mila metri quadri per la raccapricciante cifra di 1,2 milioni di maiali uccisi ogni anno. 

Esiste una questione etica legata agli animali e questo è fuori di ogni dubbio.

Credo, però, che allo stato attuale non siano tutti pronti a recepirla e a farsene carico.

Ogni giorno, che si parli di caccia, di cinghiali uccisi in città, di sovraffollamento delle gabbie o di allevamenti intensivi, i pareri e le prese di posizione differiscono.

Idem se si parla di essere vegetariani piuttosto che vegani oppure onnivori.

A ciascuno di noi, qualsiasi posizione prendiamo in merito, capita di partecipare ad accese discussioni dove l’onnivoro finisce per insultare il vegetariano e viceversa.

Personalmente mi ritengo libera di mangiare o non mangiare quello che per me reputo più appropriato e non mi permetto di giudicare o peggio insultare chi ha posizioni differenti dalla mia.

Se, però, ci allontaniamo un attimo dalla questione etica – per quanto di fondamentale importanza – e ci soffermiamo, con la mente sgombra dai pregiudizi, ad analizzare alcuni fatti, credo potrebbe essere un esercizio utile a noi tutti.

Il Pig Palace vicino a Wuhan, dove ci fu il primo caso al mondo di Covid

Quando ho letto la notizia del Pig Palace, che è l’eufemismo utilizzato per indicare questa orrenda fabbrica di morte, sono trasalita.

L’immagine esterna del posto è a dir poco inquietante e se poi si legge la storia di questo progetto si rischia quasi di non crederci.

Partiamo dai costi: 572 milioni di dollari per consentire una produzione annua di 100 mila tonnellate di carne.

Se il nome della citta di Ezhou poco ci dice, invece la vicina Wuhan – a meno di cento chilometri – un po’ di sussulto ce lo fa venire.

Noi tutti ricordiamo che cosa stava succedendo esattamente tre anni fa di questi tempi: era il primo dicembre 2019 quando un uomo a Wuhan manifestava i sintomi dell’allora sconosciuto virus.

Quella polmonite anomala sarebbe stata certificata, il 24 gennaio 2020, come il primo caso al mondo di Covid-19: come si dice, il resto è storia.

Non sappiamo ancora con certezza se quel virus sia davvero scappato da un laboratorio o da uno di quei raccapriccianti mercati dove vendono animali selvatici vivi, ma di certo il nome Wuhan non evoca nulla di buono.

 

Pig Palace
Pig Palace

In Italia 11.000 decessi l’anno per l’antibiotico resistenza

Quando una trentina di anni fa teorizzavo che mangiare carne non potesse che farci male per molteplici motivi, mi sono sentita dare della pazza in più occasioni.

Perché? Perché ho sempre pensato che nutrirsi di carni praticamente drogate di antibiotici e infarcite del dolore degli animali ammazzati non potesse che farci male.

Ora, forse tra una quarantina di anni si certificherà maggiormente qualche altra connessione tra consumo eccessivo di carne e aumento di tumori, ma già potrebbe bastare quello che ci dicono i medici oggi.

Ma siamo proprio sicuri che questa carne sia un alimento che ci fa bene? Animali regolarmente trattati con antibiotici e a noi che cosa succede?

In Italia più della metà degli antibiotici totali venduti è usato negli allevamenti: più del doppio della media europea.

Anche se negli ultimi anni c’è stata una riduzione del 53% del consumo di antibiotici negli allevamenti italiani, siamo comunque al terzo posto della classifica negativa di chi usa più antibiotici in zootecnia (Fonte Essere Animali).

Sono troppi i trattamenti di massa, ovvero l’utilizzo di antibiotici a scopo preventivo.

E’ un danno per la salute umana perché questo uso così massiccio è una delle cause principali di diffusione dell’antibiotico resistenza.

Una pandemia silenziosa che in Italia – che detiene il triste primato europeo – causa ogni anno 11.000 decessi.

I ricercatori stimano che senza misure di contrasto efficaci entro il 2050 l’antibiotico resistenza potrebbe causare 10 milioni di decessi l’anno nel  mondo (Fonte Tha Lancet Public Health, Ansa).

Succede infatti che sviluppiamo una forma di resistenza sempre più forte a questi farmaci: ciò significa che in caso di malattie da curare le medicine non ci faranno più nulla… 

 

Allevamenti intensivi
Allevamenti intensivi

Pig Palace e cambiamento climatico

Torniamo al Pig Palace, a questo orrore cinese che fa sembrare i nostri allevamenti intensivi un parco giochi per maialini.

Ora, dico io, ci massacrano ogni giorno – giustamente per carità – con la questione ambientale, il cambiamento climatico, la CO2 e via dicendo e poi permettono tutto questo?

Abbiamo le videocamere puntate addosso per verificare che non buttiamo un vasetto di plastica nella raccolta carta che sia mai che i ghiacciai si sciolgono all’improvviso e poi in Cina tirano su un orrore simile?

Qui, però, entra in gioco il general manager del Pig Palace che assicura infatti di aver trovato la quadra.

Sì che ogni anno saranno uccisi 1,2 milioni di suini ma, udite udite, con ben il 90% in meno di emissioni nocive. C’è da brindare? Non direi.

Cina e India i massimi produttori di CO2 al mondo

Anche perché sappiamo che Cina ed India, due dei massimi produttori di CO2 al mondo, per esempio hanno disertato la Cop 27 a Sharm el Sheikh, la ventisettesima conferenza delle Nazioni Unite sul clima. Non mi pare un bell’indizio.

Dati alla mano, l’Italia produce meno dell’1% del gas serra planetario, l’Europa meno del 9% mentre Cina ed India viaggiano intorno al 20-25%.

Nella presentazione del mastodontico progetto, però, si assicura che il Pig Palace disporrà di un particolare sistema di trattamento dei rifiuti.

Sarà infatti possibile trasformare gli escrementi dei maiali in energia adatta alla produzione del riscaldamento!

Lo spot dei maialini felici in mezzo alla brezza fresca dell’estate

Tutto uno spot, con tanto di maialini felici e sorridenti che ti salutano dal video promozionale: ignari di vivere, anzi, di sopravvivere, il tempo necessario per finire al mattatoio e sulle tavole dei cinesi sempre più ingordi di carne.

Con la ciliegina finale del vicepresidente che descrive la struttura come: “Il più grande allevamento di maiali al mondo, dove c’è brezza fresca d’estate e l’aria è calda in inverno.”

A questo punto non è più “solo” una questione di essere vegetariano, vegano, onnivoro.

Qui si tratta anche di capire il livello di manipolazione dei consumatori ai quali si omette o, peggio, si altera la realtà.

Bisogna chiamare le cose con il proprio nome: non Pig Palace, non hotel per maiali, ma fabbrica di morte. 

Che poi questa fabbrica di morte sia meno impattante sul piano ambientale è positivo, ma può davvero essere questo l’unico dato a non farci inorridire di fronte ad un tale abominio?

Nel corso degli anni la produzione di carne è diventata fondamentalmente un business.

Una volta il maiale, al singolare perché già era un lusso averne uno, cresceva all’aperto e veniva trattato con ogni tipo di cura perchè era davvero prezioso: certo, alla fine veniva ucciso, ma in qualche modo santificato e rispettato fino all’ultimo.

Anche noi moriremo, ma vi immaginate che cosa significherebbe vivere costretti in una gabbia di cemento poco più grande di noi e non vedere mai nient’altro che quello?

Mozzamento della coda, castrazione ed altre torture senza anestesia

Vale poi  la pena ricordare brevemente alcune pratiche di routine.

Il mozzamento della coda, la troncatura dei denti, la castrazione: tutto rigorosamente senza alcun tipo di anestesia.

Il livello di cortisolo poi, l’ormone dello stress, a causa delle sofferenze subite, in questi animali è altissimo e naturalmente dannoso anche per la nostra salute.

 

Allevamenti intensivi e maltrattamenti
Allevamenti intensivi e maltrattamenti

 

Ricordiamo che in Italia gli allevamenti intensivi sono sulla stessa linea, anche se, ovviamente, di dimensioni differenti.

Quindi quello che accade oggi in Cina riguarda anche noi perché potrebbe aprire la strada a Pig Palace analoghi con la giustificazione del minor impatto ambientale.

Sono sicura che se noi consumatori fossimo tutti a conoscenza di come viene prodotto un hamburger o una fetta di salume inorridiremmo.

Perlomeno, però, avremmo la possibilità di scegliere scientemente se nutrirci o meno di animali imbottiti di farmaci e torturati da vivi e da morti.

 

Rosella Schiesaro

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Photo Credit: La rivista della natura, Velvet Pets, Radio Veg, Essere Animali

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Info Rosella Schiesaro

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Nata a Savona, di origini toscane, Rosella Schiesaro ha svolto per più di vent'anni attività di ufficio stampa e relazioni esterne per televisioni, aziende e privati. Cura per LiguriaDay la rubrica Il diario di Tourette dove affronta argomenti di attualità e realizza interviste sotto un personalissimo punto di vista e con uno stile molto diretto e libero. Da sempre appassionata studiosa di Giorgio Caproni, si è laureata con il massimo dei voti con la tesi “Giorgio Caproni: dalla percezione sensoriale del mondo all’estrema solitudine interiore”. In occasione dei centodieci anni dalla nascita del poeta, ci accompagna In viaggio con Giorgio Caproni alla scoperta delle sue poesie più significative attraverso un percorso di lettura assolutamente inedito e coinvolgente.

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