Cosa aspettarsi dal Natale
Opera di Walter Festuccia

Le speranze del Natale. Cosa aspettarsi

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Cosa faremo durante queste feste? E come ci sentiremo?

Alla fine dell’anno siamo portati a vivere i nostri dubbi esistenziali, limitando l’insieme sociale della personale affettività, entro cui includere le persone care e guadagnando del tempo prezioso per ripensare al tempo passato.

Per questo secondo Natale dall’inizio della pandemia, l’umanità si trova di nuovo a contatto con la propria intimità.

Dal governo le nuove linee guida per l’emergenza in corso portano una nuova stretta strategica al nostro spazio, aumentando le restrizioni sulla partecipazione agli eventi pubblici[1].

Al cambiamento della realtà esterna corrisponde il nostro cambiamento emotivo, con sensazioni che parlano di noi e che è utile ascoltare. Per esempio, chiedersi il perché della propria sofferenza al ridimensionamento dello spazio quotidiano, può rappresentare una delle domande più utili verso di sé.

Sentirsi soli è una sensazione del tutto umana e comune; per combattere la depressione è sempre importante poterne parlare.

Siamo veramente sicuri che la pandemia sia solo un insieme di interessi economici, come sostengono alcune opinioni?

O pensiamo, piuttosto, a una epidemia di virus potenzialmente letale, con la paura però di toglierci il normale svolgimento delle nostre attività e della vita? Ha fatto bene il governo, oppure no? L’emergenza pandemica ha un senso? Il virus esiste? È davvero tutto nero o tutto bianco?

Le esagerazioni non possono corrispondere alla realtà e quello che sappiamo è che lì dove esageriamo qualcosa, si nasconde una nostra insoddisfazione.

Anche questo Natale siamo qui, ringraziando di esistere; pensando che siamo il nostro più importante “capolavoro”, come amava dire lo scrittore e attore, Carmelo Bene, abbiamo in mano le chiavi per esaudire i nostri bisogni e desideri. Tutte le esperienze che offre la realtà sono per noi strumenti, per raggiungere e amare il cuore di noi stessi.

Fare a sé stessi un dono durante le festività è, così, il più grande regalo che possiamo: apprezzarsi per potere apprezzare l’umanità. E nel conoscersi, finalmente festeggiare la propria festa.

 

[1] https://www.corriere.it/politica/21_dicembre_20/green-pass-ridotto-tampone-obbligatorio-governo-895d0e70-610f-11ec-94e5-d59794d52fbf.shtml

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Info Laurent Vercken de Vreuschmen

Professore di lingue romanze e scrittore. Tra le sue pubblicazioni, le sillogi poetiche: Qualcuno di inadeguato (2018) e Gli sbagliati (2020).

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