Porto di Genova bloccato per 48 ore: una mobilitazione a livello nazionale che ha visto un’adesione praticamente totale della categoria. La motivazione è legata al mancato rinnovo del contratto nazionale di lavoro scaduto lo scorso 31 dicembre. Oggi è il secondo giorno di blocco con presidi ai varchi di accesso da parte di 4 mila lavoratori.
Questa mattina alle 11 l’assemblea dei lavoratori ai varchi Etiopia. Intanto restano chiusi i varchi Psa G.P e Ponente ed Etiopia mentre rimane aperto il varco Albertazzi per gli imbarchi ai traghetti in partenza.
Una tensione scaturita già a marzo e che ha innescato una serie di negoziati di cui però i sindacati al momento non sono soddisfatti.
Porto di Genova bloccato, le ragioni dei sindacati
“Ci è stato proposto un aumento di 25 euro di welfare. Noi abbiamo chiesto un aumento irremovibile del 18% – ha detto il segretasrio regionale Fit Cisl Bottiglieri – Se non si arriva ad una soluzione le proteste andranno avanti anche nei prossimi mesi”.
Si tratta di “uno sciopero importante, reso necessario perché le controparti non sono ancora riuscite a soddisfare le attese dei lavoratori – ha spiegato Fabio Ferretti di Fit Cgil Genova – Manca una reale proposta economica che riprenda il potere d’acquisto che i lavoratori hanno perso a causa dell’inflazione, ma il contratto è importante anche per la sicurezza e la dignità nei posti di lavoro. Vogliamo dare un segnale alla città – ha proseguito – non vogliamo creare disagi per questo abbiamo garantito l’accesso all’imbarco traghetti “.
Proposte che però non hanno ancora soddisfatto i lavoratori. E’ stata “un’offerta non apprezzabile, soprattutto pensando a quello che è stato il lavoro dei portuali sia durante la pandemia che per i record che i lavoratori hanno fatto alle aziende del porto” ha spiegato Stefano Degli Innocenti di Uiltrasporti.
Ti può interessare anche:
Da Genova alla Guinea, i mobili “volano” in Africa grazie a GOAS