La bioetica ci invita a riflettere profondamente sulle nostre scelte e responsabilità in un mondo in rapida evoluzione scientifica e tecnologica. Esploriamo i dilemmi morali che sorgono quando la vita, in tutte le sue forme, è al centro delle nostre decisioni.
SPECIALE 120 ANNI DI SO.CREM NUMERO 7
La bioetica rappresenta un campo di studio che unisce la filosofia, la medicina e il diritto per affrontare le questioni morali emergenti dalla pratica medica e dalle biotecnologie. So.Crem ha organizzato diversi eventi su questo tema, tra cui iniziative per sensibilizzare il pubblico sulle generazioni future e sulla tutela della vita in tutte le sue forme. Un esempio di tali eventi è la prima giornata mondiale di bioetica, celebrata il 19 ottobre, che ha posto l’accento sull’importanza di educare e formare nuove generazioni in bioetica.
La bioetica: custode della vita in un mondo in evoluzione
La bioetica, distinta dall’etica generale, si focalizza sull’etica del vivente, esplorando le implicazioni morali delle innovazioni scientifiche e tecnologiche. Nata negli anni ’70 grazie a pionieri come Van Rensselaer Potter, la bioetica affronta temi quali la morte, il consenso informato, l’eutanasia e la protezione degli esseri viventi. È una disciplina che riflette sulla responsabilità umana verso tutte le forme di vita, superando una visione antropocentrica e promuovendo un’estensione del valore della cura verso soggetti fragili, compresi gli animali e l’ambiente.
So.Crem ha proiettato la luce su come la bioetica non riguardi solo le relazioni interumane in ambito sanitario, ma anche la nostra interazione con il mondo animale e l’ambiente. Ad esempio, la tutela delle generazioni future e il contrasto alla violenza sono temi di grande rilevanza per la bioetica, che mira a creare una società più giusta, inclusiva e coesa. La formazione in bioetica è cruciale per promuovere valori che rendano la società capace di affrontare le sfide etiche del presente e del futuro.
Eventi e attività ospitate
Storia e formazione a Staglieno
Il 22 dicembre 2023 ha segnato un’importante ricorrenza per la città di Genova: il 120° anniversario della cessione dell’area del cimitero monumentale di Staglieno destinata alla costruzione del primo tempio crematorio della città, realizzata dalla Società Genovese per la Cremazione (So.crem). Questo evento storico è stato celebrato con una serie di iniziative di grande valore culturale e formativo.
Una giornata all’insegna della cultura e dell’educazione
La mattinata è stata dedicata a un laboratorio “a cielo aperto” per gli studenti della Scuola di Medicina dell’Università degli Studi di Genova. L’iniziativa ha visto la partecipazione di 160 studenti del corso di laurea magistrale in Medicina e Chirurgia, guidati dalla prof.ssa Rosagemma Ciliberti, professore associato di Bioetica e Storia della Medicina, e dalla prof.ssa Linda Alfano, professore a contratto di Bioetica e Psicologia generale. Gli studenti, accompagnati anche dall’architetto Stefano Repetto e dallo storico dr. Paolo Fontana, hanno visitato i sepolcri di illustri medici e studiosi che hanno dato un significativo contributo al progresso della scienza e della medicina.
“La storia della medicina e le complesse e intricate questioni morali legate alla morte si apprendono e si approfondiscono non solo dalle pagine di libri o attraverso lezioni in aula,” ha commentato la prof.ssa Ciliberti. “Ma anche attraverso una pratica insolita e coinvolgente come la visita guidata al maestoso Cimitero Monumentale di Staglieno, che Socrem ha oggi organizzato e donato ai nostri studenti”.
Un percorso tra le eccellenze della medicina genovese
Durante la visita, sono stati ricordati insigni cittadini come il prof. Edoardo Maragliano, ideatore della prima vaccinazione antitubercolare, e i suoi tre figli, ognuno dei quali ha lasciato un’impronta nel campo medico. Altri nomi illustri commemorati sono stati il prof. Aldo Franchini, noto per il suo contributo alla medicina legale, il prof. Tullio Bandini, pioniere nella chirurgia ortopedica, e il dott. Edoardo Guglielmino, famoso per il suo impegno verso le classi sociali più svantaggiate.
La visita ha incluso anche la tomba di Giuseppe Mazzini, la cui salma fu conservata attraverso un innovativo processo di pietrificazione, e il sepolcro di Giannina Gaslini, a cui è intitolato uno dei più importanti ospedali pediatrici d’Italia. Gli studenti hanno inoltre onorato la memoria dell’ingegner Cesare Parodi, progettista dell’Ospedale Galliera.
Rappresentazioni teatrali e momenti solenni
All’interno del laboratorio itinerante, attori del Teatro Sociale dell’Ortica hanno riportato in vita figure storiche come Luigi Maria D’Albertis, fondatore dell’Ente So.Crem, e Mario Cappello, autore della celebre canzone dialettale genovese “Ma se ghe pensu”.
La celebrazione ha poi vissuto un momento di solennità nel pomeriggio, all’interno del Tempio Crematorio, con l’intervento storico-artistico del prof. Giacomo Montanari e la partecipazione delle Autorità cittadine. Questa iniziativa ha rappresentato un nuovo modo per favorire la conoscenza del patrimonio culturale, storico, artistico e architettonico della città e per approfondire la comprensione del contesto sociale e valoriale in cui hanno operato i medici e i chirurghi del passato.
La celebrazione del 120° anniversario di Socrem non è stata solo un omaggio alla storia, ma anche un’opportunità per riflettere sull’evoluzione e il futuro della medicina. Integrando tradizione e innovazione, l’evento ha messo in luce l’importanza della memoria storica e del progresso scientifico, sottolineando il ruolo fondamentale di Socrem nella comunità genovese.
staff So.Crem
La rivista semestrale “La Nuova Scelta“, mira a creare un dialogo tra i soci e l’ente su tematiche sociali e culturali.
“La Nuova Scelta” è una rivista che rappresenta un luogo di riflessione e dialogo anche sulle questioni etiche in ambito sanitario e non solo. Tra i temi curati dalla rivista è centrale un progetto innovativo realizzato presso l’ospedale di Parigi nominato lo Spazio Etico: un modello per promuovere l’umanizzazione della medicina, favorendo un’etica dell’ospitalità e migliorando le relazioni tra medici, pazienti e familiari. L’iniziativa è stata adottata anche in Italia, grazie all’Istituto Italiano di Bioetica e alle collaborazioni scientifiche regionali, come quella dell’Asl4 di Chiavari.
Questi spazi etici rappresentano una novità rispetto ai modelli centralistici delle strutture sanitarie, ponendo la persona al centro delle cure e promuovendo un dialogo costruttivo che rispetti la complessità delle esperienze umane.
A cura della Redazione
Spoglie: riti e funzioni nella storia
La cremazione nella storia europea
L’islam prevede la sepoltura nella terra (non sopraterra, come potrebbe essere un ossario a più livelli), il corpo adagiato su un fianco con la testa orientata verso la Mecca, deposto con cura affinché arrivi integro al momento del Giudizio divino. Le corrette indicazioni rituali vengono fornite nella quinta sura del Corano “Al Mâ’ida, La tavola imbandita)” nel cui versetto 31 si legge che Dio mandò un corvo a Caino per indicargli come doveva seppellire sottoterra il corpo di suo fratello Abele, da lui ucciso.
C’è inoltre un “hadith” (cioè un racconto o un aneddoto di valore giuridico e religioso collegato alla vita e alle opere di Maometto) secondo cui il Profeta disse che “rompere le ossa a un morto è come rompergliele da vivo” e quindi il corpo di un defunto va seppellito integro; ciò significa che la cremazione è un oltraggio al defunto a cui Allah ha conferito onore tanto da vivo quanto da morto.
Il rito nella storia è un approfondimento
a cura di Gianni Dall’aglio
Il personaggio
“Ho lottato con la morte. È la contesa meno eccitante che immaginar si possa. Ha luogo in un grigiore impalpabile dove non s’ha più nulla sotto i piedi, nulla tutt’attorno; senza spettatori, senza clamori, senza glorie; senza un gran desiderio di vincere e senza gran paura della sconfitta, in un’atmosfera malaticcia di scetticismo tepido, senza una gran fede nel proprio diritto, e ancor meno in quello dell’avversario.”
Joseph Conrad
La Società Genovese di Cremazione (So.Crem)
Fondata il 14 aprile 1897 e riconosciuta come Ente Morale nel 1902, rappresenta una realtà consolidata nel panorama del Terzo Settore italiano.
La costruzione del Tempio Crematorio (3): con martello e cassuola
La cerimonia della posa della prima pietra nel cimitero viene bene descritta da un articolo del Secolo XIX dello stesso 30 maggio 1904 “La posa della prima pietra del Tempio Crematorio”. Una cerimonia non priva di simbologia e retorica, come è ovvio in queste situazioni: un martello e una “cassuola” d’argento con manico in ebano, simboli tradizionali della massoneria, vengono posti su un tavolo, insieme a un tubo di piombo opera del giovane artista Francesco Vassallo; il tubo è destinato a contenere una pergamena, firmata dai rappresentanti delle Associazioni presenti, compresa l’Associazione Ligure dei Giornalisti; la pergamena porta scritto
“Genova / Superba di degni figli / Affratellati nell’industre lotta per la vita / Liberi nelle speculazioni del pensiero / Per la verità, per la luce / bene auspica / In questo giorno di festa civile / Dedicato alla fondazione dell’Ara Crematoria”
L’atto notarile di autorizzazione alla costruzione e la pergamena vengono inserite nel tubo di piombo ed esso è murato solennemente nell’Ara Crematoria. E qui la cerimonia ha termine.
Il giornalista conclude il suo articolo con un commento politico, dice che la cerimonia si è dimostrata
“una splendida manifestazione di carattere schiettamente democratico e anticlericale”.
I lavori del tempio procedono speditamente, nonostante alcune modifiche al prospetto principale, tanto che alla fine dell’anno le parti essenziali sono ultimate. Per realizzare un busto in memoria del benefattore D’Albertis viene interpellato lo scultore Paolo Vergassola, autore di numerose tombe di famiglia nel cimitero e della corona in bronzo donata dalla Massoneria che il 20 giugno 1905 verrà posta ai piedi del monumento a Mazzini in Piazza Corvetto.
Un momento importante è la prova di collaudo dell’ara crematoria, la prova ufficiale del forno. C’erano timori, specie presso gli abitanti della soprastante collina di Staglieno, che dalla ciminiera del forno potesse uscire il “sentir mauvais” dei cadaveri in combustione; timori che un articolo de Il Lavoro del 4 dicembre 1904 riteneva “fomentati artatamente” e che si rivelano del tutto infondati: dal forno e dalla sua ciminiera non esce alcun odore, né “mauvais” né gradevole.
I soci della Società di Cremazione desideravano che i lavori si concludessero in fretta per potersi dedicare al più presto “all’esercizio del fine primario e istituzionale, ossia all’azione purificatrice del fuoco”, e intendevano inaugurare l’edificio in forma privata con una cerimonia riservata a enti e persone vicine al movimento cremazionista.
E finalmente il giorno dell’inaugurazione arriva: alle 10 di domenica 18 dicembre 1904 si aprono le porte ed entra una folla numerosa, tra cui gli esponenti delle altre Società di Cremazione e di molte logge massoniche ma anche “due sacerdoti olandesi, due sacerdoti belgi e numerose signore”.
“A livella”
La poesia “La Livella” di Totò, che celebra l’uguaglianza di tutti davanti alla morte, è al cuore della missione di So.Crem. Questo approccio riflette la profonda convinzione nell’importanza dell’umanità e dell’eguaglianza nell’ultimo viaggio della vita, assicurando che ogni persona riceva cure e rispetto.
Luigi Maria D’Albertis
La prima cremazione avvenne il 4 settembre 1902.
L’avvenimento ebbe un notevole rilievo storico e culturale, in quanto in tale data fu cremata la salma del Socio benefattore Cav. Luigi Maria D’Albertis.
Luigi Maria D’Albertis, nato nel 1841 a Genova Voltri, fu un esploratore, naturalista e antropologo italiano. Sin da giovane mostrò un grande interesse per le scienze naturali e l’esplorazione, un interesse che lo portò a intraprendere viaggi avventurosi in tutto il mondo. Fu particolarmente noto per le sue esplorazioni in Papua Nuova Guinea, dove svolse diverse spedizioni tra il 1871 e il 1877.
Durante le sue spedizioni, D’Albertis raccolse una vasta quantità di reperti etnografici e naturalistici, contribuendo in modo significativo alla conoscenza delle culture e degli ecosistemi della Papua Nuova Guinea. La sua opera principale, “New Guinea: What I Did and What I Saw”, pubblicata nel 1880, rimane una delle testimonianze più dettagliate e avvincenti di quell’epoca di esplorazione.
Nonostante le critiche ricevute per il suo approccio controverso e spesso discutibile nei confronti delle popolazioni locali, D’Albertis fu anche riconosciuto per il suo contributo alla scienza e alla museologia. Molti dei reperti da lui raccolti sono tutt’oggi esposti nei musei europei, costituendo una risorsa preziosa per gli studiosi.
La decisione di cremare il corpo di D’Albertis rappresentò una svolta significativa nel contesto culturale e religioso dell’epoca. La cremazione, infatti, era ancora vista con sospetto da molti, ma grazie a personalità di rilievo come D’Albertis, iniziò a essere considerata una pratica rispettabile e dignitosa. Questo evento segnò un passo importante verso l’accettazione della cremazione come alternativa alla sepoltura tradizionale.
Alla sua morte, avvenuta il 2 settembre 1901, Luigi Maria D’Albertis lasciò un’eredità di curiosità scientifica e spirito avventuriero, influenzando generazioni future di esploratori e studiosi. Il suo funerale e la successiva cremazione furono momenti di grande commozione, partecipati da numerosi estimatori, colleghi e amici che vollero rendere omaggio a un uomo che dedicò la sua vita alla scoperta e alla conoscenza.
A cura dell’ arch. Stefano Repetto
Autore dei libri
“Riflessi di Belle Èpoque dalle urne del Tempio”
“Luigi Maria D’Albertis due storie a confronto”
SPECIALE 120 ANNI DI SO.CREM NUMERO 7
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