La pioggia torrenziale che negli ultimi giorni ha martellato la penisola arabica ha finora causato enormi problemi e devastazioni negli Emirati Arabi Uniti, in Qatar, in Bahrain e in Oman. In quest’ultimo paese, ad esempio, le alluvioni hanno ucciso 18 persone, di cui una decina di bambini. Gli allagamenti hanno poi messo in ginocchio le altre città di un territorio tendenzialmente poco soggetto a rovesci, soprattutto di questa entità.
Piogge e venti forti hanno infatti limitato anche l’attività dell’aeroporto internazionale di Dubai, tra i più trafficati ed efficienti al mondo. Tra ritardi, deviazioni, cancellazioni e allagamenti degli spazi interni, le autorità aeroportuali degli Emirati hanno consigliato ai passeggeri di non raggiungere la struttura se non per motivi di assoluta necessità, pubblicando più le spaventose immagini delle piste di atterraggio allagate.
Per far fronte all’enorme mole di acqua caduta dal cielo, più di 140 millilitri in 24 ore a fronte di una media annuale di 94.7, e ai danni a infrastrutture e cittadini, il personale dell’aeroporto ha subito iniziato le operazioni di ripristino. Anche le autorità governative dei diversi stati colpiti sono incessantemente a lavoro per arginare il tremendo impatto di un evento improvviso amplificato dalla mancanza di impianti di drenaggio su molte strade e aree abitate.