Venerdì sera nei vicoli del centro storico di scena è stata attuata la seconda operazione “Alto Impatto” voluta dal Ministro degli Interni Piantedosi, sulla scia degli eventi di Caivano e delle contromisure adottate. Militari e agenti si riuniscono in Piazza della Vittoria per poi dirigersi verso il centro storico e sparpagliarsi tra i vicoli. Circa 250 operatori coinvolti, tra operatori delle forze dell’ordine, ASL e polizia locale.
Il venerdì è una sera particolarmente impegnativa, dove i flussi della movida si intrecciano con le “quotidiane” problematiche dei vicoli. Tirando però le somme dei controlli effettuati al termine dell’operazione, rimane la perplessità di quanto possano essere davvero deterrenti questi squadroni.
La notizia del maxi controllo in corso infatti si sparge rapidamente, molti ragazzi si allontanano per non essere coinvolti e così gli spacciatori, che in alcuni casi fanno il giro dell’isolato in attesa che gli agenti superino il loro punto di “lavoro” per rimettersi in postazione una volta che il controllo passi oltre. Rimane la solita cagnara davanti ai locali delle Erbe di via San Bernardo.
I risultati del secondo “Alto impatto” nel centro storico di Genova
In due ore i controlli hanno coinvolto 608 persone, 69 veicoli e 17 esercizi commerciali: il risultato conta 2 locali chiusi dalla ASL, 7 lavoratori irregolari identificati, 15 violazioni al codice della strada contestate, 33 persone denunciate. Di queste, la maggior parte per possesso di droga in piccole quantità. Dal punto di vista degli obiettivi dell’operazione, si può dire un successo.
Le ricadute sul territorio del centro storico, però, rischiano di essere risibili al termine dell’operazione. I giri di spaccio escono praticamente indenni dai controlli, con i piccoli spacciatori – ultimo ingranaggio di un meccanismo molto più complesso – che riprendono posto senza particolari conseguenze.
“Alto impatto” dimostra forse così che insieme ai controlli è necessario più che mai un lavoro sul territorio che permetta di avere più realtà economiche e sociali a fare da presidio anche dopo la mezzanotte, quando salvo le zone della movida il centro storico si spegne e rimane teatro per la criminalità organizzata. Nella scorsa primavera alcune delle attività aperte con l’ultimo bando di riqualificazione dei vicoli sono state prese di mira dalla banda dei tombini. I rapinatori infatti spaccavano le vetrine senza serrande – una condizione per accedere ai contributi vetrina visibile e luci accese nella notte – con le grate dei tombini. Malgrado le forze dell’ordine abbiano fermato questo ciclo di furti, il rischio che una situazione del genere si ripeta può costituire un deterrente per prossime iniziative analoghe.
La prossima operazione “alto impatto” dovrebbe verificarsi con l’inizio del nuovo anno, resta da vedere se questa volta l’impatto sarà davvero più significativo.