Qualche giorno fa, mi sono imbattuto in un libro fresco di pubblicazione che ha subito catturato la mia attenzione con i suoi colori e con quell’evidente richiamo ad uno dei temi a cui tengo di più: il calcio. Per quanto la mia squadra del cuore sia, ahimè, l’odiata Juventus, l’opportunità di saperne di più sul mondo spesso nascosto che si muove sugli spalti mi ha convinto a leggerlo. Già a partire dal titolo, “Sampdoria. La grande storia della tifoseria blucerchiata”, s’intuisce la profonda conoscenza di questo “universo a parte” da parte dell’autrice, elemento non da poco conto che ha conquistato subito la mia fiducia.
In un mondo di opinionisti da salotti televisivi, tuttologi e allenatori da divano, è infatti fondamentale trovare un narratore capace di raccontare qualcosa con cognizione di causa. Perché la lettura è simile ad un viaggio verso una terra sconosciuta: senza una guida esperta, il rischio di perdersi è alto! Ad ogni modo, la passione della giovane autrice e la sua esperienza di vita tra le fila della sanguigna tifoseria blucerchiata ha contribuito fortemente alla riuscita di questo importante almanacco, un volume piacevole e scorrevole consigliato a tutti gli appassionati di football, doriani e non solo.
L’idea
La genesi del libro, pubblicato lo scorso 20 novembre dalla casa editrice genovese Zona, nasce da una raccolta di articoli a tema pubblicati negli scorsi anni dall’autrice, Francesca Galleano. Su intuizione dell’editore, la giovane scrittrice ha riorganizzato i diversi pezzi, estendendo la propria ricerca sportiva ed antropologica a tutto il mondo. Nasce dunque così l’idea di “Sampdoria. La grande storia della tifoseria blucerchiata”, un tour guidato tra i gruppi del tifo organizzato doriano da Genova a Tokyo, un incrocio di storie, esperienze e attività diverse legate, nonostante l’enorme distanza, da un’unica enorme passione: la Samp.
L’almanacco, redatto nell’Annus horribilis della squadra, dal caos Ferrero alla retrocessione in Serie B, rappresenta quasi una rivalsa, o meglio, un gesto cruciale in grado di raccogliere tutte le voci del popolo blucerchiato e rendergli giustizia. Ciascuna delle 136 pagine mostra infatti come la passione e l’attaccamento ai colori della Samp siano più forti di ogni avvenimento interno o esterno al campo.
La questione Ultras
Tra gli aspetti più sorprendenti, oltre al grande impegno e alle iniziative solidali di gruppi di tifoseria organizzata blucerchiata tra Scandinavia (Vichinghi blucerchiati), Indonesia (paese in cui i gruppi sono un punto di riferimento e sostegno attivo per la popolazione) e Tokyo (con un club fondato da un giapponese arrivato a Genova per vedere una partita della sua squadra del cuore), va annoverata il senso di famiglia che caratterizza tutti i membri dell’organizzazione.
Siamo infatti abituati a sentir parlare di ultras quasi esclusivamente in maniera negativa, soprattutto dopo gli ultimi scandalosi avvenimenti in Champions League o in Francia. In altri casi, inoltre, mi è capitato di trovarmi nel mezzo di contestazioni o all’esterno dello stadio, assistendo mio malgrado a soprusi e scene di violenza ingiustificabile. Tuttavia, gli errori di pochi facinorosi e ignoranti non devono macchiare un’intera categoria che, come dimostrato dal libro, cerca spesso ogni occasione per organizzare eventi e fare del bene.