Probabilmente è uno dei posti più belli del mondo. Sicuramente è uno dei posti più romantici e visitati dai turisti. Stiamo parlando del Gianicolo, tra i quartieri di Monteverde e Trastevere, luogo magico e panoramico dove si può ammirare tutta Roma.
In questo incantevole contesto vi è un faro apparentemente poco importante ma che invece nasconde una storia e un fascino molto interessanti.
Il Faro del Gianicolo fu costruito dall’architetto Manfredo Manfredi, autore del sepolcro al Pantheon per Vittorio Emanuele II e collaboratore nella realizzazione dell’Altare della Patria.
Furono i membri del comitato a finanziare il progetto: l’Argentina era all’epoca un paese molto ricco e anche la meta dell’emigrazione italiana per antonomasia. Il comitato offriva anche di assicurare l’alimentazione della lanterna che avrebbe funzionato a olio.
I promotori si erano rivolti a Manfredo Manfredi non solo in funzione di architetto ma anche di deputato.
Chi ha la fortuna di passeggiare lungo il Gianicolo, ad un certo punto, rimane sorpreso nel vedere quest’opera in un contesto diverso da quello marino.
Inizialmente la lanterna del Faro del Gianicolo era in funzione tutte le notti illuminando col fascio tricolore i tetti della città, adesso viene accesa in alcune occasioni come ricorrenze nazionali.
Ha un’altezza di venti metri ed è costituito da una grande colonna dorica scanalata, in marmo botticino, posta su una base circolare a gradoni, su cui si apre l’ingresso.
Una curiosità: una caratteristica consuetudine del passato è legata alla balconata del Faro, rivolta verso lo storico carcere di Regina Coeli. I familiari dei detenuti erano soliti mandare messaggi ai propri cari, gridando a gran voce notizie urgenti; una pratica vietata, ma tollerata dalle forze dell’ordine per comunicazioni importanti come nascite o morti.
Roma è anche questa, città eterna e paradossale anche nei significati: un faro indica la via non da un porto, ma da un belvedere e la meta è sempre quella: la bellezza eterna e unica che solo una città come Roma può dare!
Foto di copertina: Vistanet.it
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