“Se si guarda negli occhi un animale, tutti i sistemi filosofici crollano”
Chissà se i veterinari ATS incaricati di uccidere gli animali del Rifugio Cuori Liberi hanno incrociato il loro sguardo, anche solo per qualche secondo, prima di spegnerlo per sempre.
“Se si guarda negli occhi un animale, tutti i sistemi filosofici crollano” scriveva Luigi Pirandello.
È così e non è necessario spiegarlo a quanti ogni giorno si prendono cura dei propri compagni di viaggio, siano essi maiali, conigli, cani o gatti.
Loro, adesso, non ci sono più: Crosta di un anno, Freedom cinque anni, Crusca due anni, Pumba cinque anni, Dorothy sedici anni, Mercoledì tre anni, Bartolomeo sei anni, Ursula sei anni, Carolina sei anni e Spino tre anni.
Vivevano tranquilli al riparo da allevamenti intensivi e violenze gratuite. Anche la mattina in cui sono stati uccisi scodinzolavano contenti: saperli morti provoca una sofferenza insopportabile.
Ecco, quanto accaduto al Rifugio ha toccato la coscienza di tutti coloro che professano e mettono in pratica il proprio amore per gli animali.
Scene forti, comportamenti violenti, attivisti presi a manganellate e portati via letteralmente di peso.
E’ stata una mattinata surreale quella di mercoledì 20 settembre presso il Rifugio Cuori Liberi a Zinasco.
Una mattinata che ha segnato un punto di svolta dal quale non non si può più tornare indietro.
Tutti gli animali ospiti del rifugio sono stati uccisi: maiali perfettamente sani che vivevano in un luogo protetto in assoluta sicurezza e tranquillità.
Il Rifugio Cuori Liberi è stato violato e con esso, simbolicamente, tutti i rifugi esistenti
Più volte è stato detto che è necessario legiferare in modo chiaro in merito a queste aree protette dove gli animali devono poter vivere al sicuro.
L’anno scorso ci sono state settimane di intensa mobilitazione per salvare – con successo – gli animali della Sfattoria degli Ultimi, adesso quelli del rifugio di Zinasco che, però, sono stati uccisi.
Animali rigorosamente non DPA, ovvero non destinati all’uso alimentare, uccisi dopo due casi di peste suina che peraltro non è trasmissibile all’uomo.
E come hanno denunciato molti dei presenti, numerosi pare fossero gli agenti privi di calzari e di tute protettive, in totale contrasto con le misure di biosicurezza richieste.
In rete girano da giorni centinaia di filmati che mostrano chiaramente il trattamento riservato a persone ed animali che sono poi morti fucilati.
Uno su tutti descrive in modo tanto drammatico quanto efficace che cosa succede quando due mondi distanti anni luce si scontrano per cause esterne.
Lo strazio di Roberto per il suo amato Mr.Spino
“Le anime buone conquistano i cuori, le anime buone non muoiono mai”: per te, Mr. Spino, fino all’ultimo respiro.
Così scrive sulla su Facebook Roberto, padre adottivo di Mr.Spino – un suino di tre anni che qui viveva felice – e che invece ha trovato la morte.
Roberto sa che non ci sarà più nessun momento da condividere con il suo amico che ogni giorno, come gli altri ospiti del rifugio, scodinzolando aspettava felice la colazione.
Per poter uccidere Spino la Polizia ed i veterinari di Ats hanno dovuto spezzare con la forza un legame fortissimo e che pareva al sicuro, al riparo dalla violenza dell’uomo.
“Va preso e portato via questo” intimano le Forze dell’Ordine, laddove “questo” è Roberto.
Così si trattano umani e animali: senza rispetto, senza nessuna empatia, con lo sguardo rivolto solo ed esclusivamente al dio denaro.
Vale la pena ricordare, infatti, che come spesso accade, certi comportamenti sono in essere per difendere gli interessi di categorie ben precise, in questo caso quella degli allevatori.
“Siamo qui per eseguire gli ordini” è stata una delle frasi più abusate nel corso di mercoledì 20 settembre.
Certo, la colpa è sempre degli altri. Non esiste una coscienza individuale? Quel moto dell’anima che ti fa sentire quello che è giusto o sbagliato?
E se non esistono coscienza ed empatia, di certo esistono le regole
Al Rifugio pare addirittura che una veterinaria – durante l’esecuzione degli animali – stesse sghignazzando.
Un fatto gravissimo, tanto che è già partita una doverosa denuncia da parte del politico animalista Maurizio Lombardi Leonardi.
Ovviamente saranno le indagini ad accertare quanto accaduto e ad assegnare a ciascun presente le proprie responsabilità.
Vale comunque la pena ricordare la promessa deontologica dei medici veterinari.
“Entrando a far parte della Professione e consapevole dell’importanza dell’atto che compio prometto solennemente di dedicare le mie competenze e le mie capacità alla protezione della salute dell’uomo.
Alla cura e al benessere degli animali, favorendone il rispetto in quanto esseri senzienti; di promuovere la salute pubblica e la tutela dell’ambiente; di impegnarmi nel mio continuo miglioramento, aggiornando le mie conoscenze all’evolvere della scienza;
di svolgere la mia attività in piena libertà e indipendenza di giudizio, secondo scienza e coscienza, con dignità e decoro, conformemente ai principi etici e deontologici propri della Medicina Veterinaria”.
C’è sempre la possibilità di scegliere, a livello individuale, come comportarsi.
In qualsiasi carriera, ciascuno di noi ha modo di indagare la realtà che lo circonda e di trarre le dovute conseguenze.
Il confronto del 5 ottobre è saltato, l’unico piano la morte
ll Rifugio Cuori Liberi aveva infatti chiesto un confronto per trovare una soluzione alternativa.
Il 5 ottobre ci sarebbe dovuta essere un’udienza presso il tribunale amministrativo regionale in quanto era stata chiesta la sospensiva dell’ordinanza.
Tutto ciò, invece, non è avvenuto: il blitz è scattato il 20 settembre e gli animali sono stati uccisi.
Oltre dieci le camionette della Polizia giunte sul posto per gestire i presenti.
Un dispiegamento di forze, a spese dei contribuenti, che sarebbe opportuno vedere in situazioni ben differenti.
“Dovete spostarvi – tuona il dirigente della Questura che, come i veterinari presenti, è privo delle previste misure di biosicurezza – o vi spostate o vi portiamo in Questura”.
Di contro si sente ripetere dagli attivisti: “Ci fate male. Lasciateci stare, non c’è bisogno della violenza qui”.
Toni accesi e totalmente irrispettosi dei cittadini che invocano a gran voce di essere lasciati in pace.
E invece vengono presi e con la forza allontanati per consentire ai veterinari di entrare ed uccidere gli animali.
I responsabili del rifugio e i veterinari di fiducia non hanno quindi potuto verificare se siano stati rispettati o meno i criteri di una corretta eutanasia.
Il timore è che lontano da occhi indiscreti si sia proceduto all’uccisione inseguendo nei recinti gli animali terrorizzati.
I corpi senza vita sono infine stati gettati con una ruspa nel cassone di un camion per la raccolta di rifiuti speciali.
L’intervento alla Camera dell’On. Devis Dori
L’On. Devis Dori di Europa Verde con un suo intervento ha portato all’attenzione della Presidenza della Camera e, suo tramite, del Governo, quanto accaduto.
“Si faccia chiarezza sull’accaduto. Stamattina, all’alba, è giunto al rifugio un massiccio dispiegamento di Forze di Polizia in tenuta antisommossa – spiega Dori – che ha caricato gli attivisti che protestavano contro l’abbattimento sui cancelli del rifugio.
Alcuni sono stati trascinati per terra, altri spintonati, altri ancora – così mi riferiscono – sarebbero finiti in ospedale e/o portati in questura.
Una volta entrati nel rifugio, sono stati abbattuti tutti gli animali e poi portati allo smaltimento”.
Dopo il 20 settembre non si può più rimanere in silenzio
Ovviamente anche tantissime associazioni animaliste sono insorte e di sicuro si organizzerà un’importante manifestazione di protesta e di denuncia.
Anche perché, come ha evidenziato l’On.Dori nel suo intervento alla Camera, si poteva procedere diversamente ed evitare comportamenti così violenti ed aggressivi.
“Il 5 settembre scorso la peste suina africana ha raggiunto anche il rifugio Cuori Liberi, con 2 maiali morti trovati positivi, a cui poi se ne è aggiunto un terzo.
Immediatamente, è arrivata l’ordinanza dell’ATS di Pavia, che ha disposto l’abbattimento di tutti gli oltre 30 maiali rimasti nel rifugio, senza ipotizzare altre soluzioni.
Da lì, è arrivata la richiesta degli attivisti, dei comitati e delle associazioni, tra cui anche la LAV, di non procedere con l’abbattimento, ma di trovare alternative.
Preciso, infatti, che si tratta di una malattia altamente infettiva per i suini, ma non risulta in alcun modo pericolosa per l’uomo.
Il virus non è trasmissibile agli umani e per arginarlo possono essere adottate dall’autorità sanitaria misure alternative, non cruente, e quindi ben più proporzionate, anziché un abbattimento generalizzato”.
La soluzione non cruenta alla fine non è arrivata. Anche l’OIPA era intervenuta e aveva inviato con altre associazioni un’istanza urgente per cercare di cambiare il corso delle cose, ma così non è stato.
La situazione poteva essere gestita in maniera decisamente diversa. Già l’anno scorso alla Sfattoria degli ultimi di Roma era stata trovata una soluzione in grado di mettere insieme tutte le esigenze.
Forse in questo caso c’è stata una minore risonanza mediatica?
In molti hanno lamentato la mancanza di presa di posizione da parte di personaggi noti in grado di portare la vicenda sulle prime pagine dei quotidiani.
Eppure in questo ultimo periodo ci sono stati più episodi che hanno interessato gli animali.
Basta ricordare l’uccisione dell’orsa Amarena e della capretta di Anagni: fatti tragici che hanno suscitato nella popolazione sgomento ed indignazione.
“Vedo, purtroppo, una continua escalation di accanimento contro gli animali, che siano orsi, lupi, cinghiali o altro.
Pertanto – conclude Dori – annuncio una nuova interrogazione al Ministro della Salute, ma anche al Ministro dell’Interno, in modo che si faccia chiarezza rispetto all’accaduto di questa mattina a Zinasco”.
Al termine dell’intervento gli applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra.
Il 27 settembre presidio a Pavia e il 7 ottobre a Milano manifestazione nazionale
Dopo i fatti del 20 settembre ci sarà una serie di denunce e di richieste di chiarimenti, anche in merito alle misure di sicurezza ottemperate o meno.
Mercoledì 27 settembre alle ore 8 presidio presso la sede ATS di Pavia in Via dell’Indipendenza 3 e sabato 7 ottobre alle ore 14 a Milano ci sarà una mobilitazione nazionale.
E’ fondamentale impedire che si verifichino ulteriori tragici episodi come questo.
Risulta inammissibile che si uccidano animali sani e che si usi la violenza sulle persone che li hanno amorevolmente accuditi per anni.
Occorre un dialogo sensato e costruttivo tra le parti chiamate in causa.
Non è più accettabile agire in modo unilaterale e ad esclusiva difesa dell’industria zootecnica.
La violenza non giustificata su umani ed animali è assolutamente insopportabile.
Nel 2023 è necessario trovare al più presto soluzioni adeguate affinché non si ripeta più quello che è successo al Rifugio Cuori Liberi.
Rosella Schiesaro©
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