Polemiche dopo l’irruzione di ieri al Rifugio Cuori Liberi
Quello che è successo ieri, mercoledì 20 settembre, presso il Rifugio Cuori Liberi in provincia di Pavia è di una gravità inaudita.
Premessa doverosa: non è necessario prendere parte alle istanze animaliste e pronunciare sentenze del tipo: “Tutto questo caos per dieci maiali ammazzati”.
Ribadisco, il punto non è questo, o perlomeno non è soltanto questo.
Va detto, fin da subito, che i maiali uccisi risultavano perfettamente sani. Va ricordato, poi, che un rifugio è un luogo protetto dove gli animali ospiti vivono in assoluta sicurezza e tranquillità.
Animali rigorosamente non DPA, ovvero non destinati all’uso alimentare.
Dieci suidi uccisi: certo, il numero può sembrare irrisorio soprattutto se paragonato ai circa 35000 già abbattuti in otto allevamenti intensivi della Lombardia.
Però, quelli sono, appunto, allevamenti intensivi. Altro argomento, sempre tragico per svariate implicazioni, ma altro argomento.
Ecco chi erano gli ospiti del rifugio
Crosta un anno, Freedom cinque anni, Crusca due anni, Pumba cinque anni, Dorothy sedici anni, Mercoledì tre anni, Bartolomeo sei anni, Ursula sei anni, Carolina sei anni e Spino tre anni.
Tutti erano stati salvati dal destino del mattatoio e si godevano la loro vita e la loro libertà amorevolmente accuditi nel loro rifugio protetto.
Ieri mattina, invece, il Rifugio è stato violato, con un dispiegamento di forze che sarebbe più opportuno vedere in altre occasioni senza dubbio più pericolose.
Sara D’Angelo, coordinatrice della Rete dei santuari di animali liberi in Italia, ha precisato che “Lo sgombero violento del presidio in difesa dei suini del rifugio a Sairano di Zinasco (Pavia), si è concluso con la strage di 9 maiali ancora perfettamente sani”.
Gli attivisti presenti “denunciano con forza la violenza inaudita esercitata da parte di un dispiegamento di forze dell’ordine di dimensioni impressionanti su persone pacifiche e inermi”.
Tutti i presenti sono stati strattonati, gettati a terra, manganellati, presi a calci.
Donne prese a manganellate, manifestanti feriti che avrebbero necessitato dell’intervento dell’ambulanza, ma ciò non è stato consentito.
Alcuni dei presenti sono stati condotti in caserma. I veterinari di Ats hanno quindi provveduto all’uccisione degli animali.
“E’ stato impedito ai responsabili del rifugio e ai veterinari di fiducia di essere presenti per accertarsi che venissero rispettati i criteri di una corretta eutanasia.
Il timore è che lontano da occhi indiscreti si sia proceduto all’uccisione inseguendo nei recinti gli animali terrorizzati – prosegue D’Angelo – I corpi senza vita sono infine stati gettati con una ruspa nel cassone di un camion per la raccolta di rifiuti speciali”.
Occorre inoltre sottolineare “la devastazione gratuita che è stata prodotta all’interno del rifugio, dove tutte le recinzioni e le strutture sono state completamente distrutte.
Di una gravità enorme, inoltre, che con un’epidemia in corso siano entrate nel rifugio persone sprovviste dei dispositivi di protezione per impedire di portare il virus”.
Sara D’Angelo: “Quanto abbiamo vissuto è qualcosa di assolutamente inaudito”
“Quanto abbiamo vissuto è qualcosa di assolutamente inaudito – conclude D’Angelo – . Faremo di tutto perché la vergogna di questa giornata non passi sotto silenzio e soprattutto perché non si ripeta in nessun altro spazio liberato.
Non permetteremo che gli animali che abitano i rifugi, strappati con fatica dal sistema di produzione alimentare, tornino nuovamente ad esserne vittime”.
Nel più totale – o quasi – silenzio proseguiranno senza sosta le soppressioni di massa all’interno degli allevamenti.
Sono quasi inevitabili, secondo il parere degli esperti, nuovi focolai in altre regioni.
Gli allevamenti intensivi sono una fabbrica di morte, ma non soltanto per gli animali, bensì anche per noi umani.
È sufficiente informarsi circa i danni provocati alla salute e al clima per capire che siamo persino in ritardo per cambiare rotta.
Di certo, però, dobbiamo impedire che si verifichino ulteriori tragici episodi come quello di ieri al Rifugio Cuori Liberi: è inammissibile che si uccidano animali sani, che si usi la violenza sulle persone che li hanno amorevolmente accuditi per anni.
Su Instagram la creator digitale di Vegan Is Now Italia racconta in modo molto sintetico ed efficace quanto accaduto al Rifugio.
E’ davvero necessario cambiare prospettiva e punto di vista: pensare come ci comporteremmo noi se facessero irruzione nelle nostre case per uccidere i nostri cani e gatti.
Per poi gettarli nella spazzatura come se niente fosse: così è stato fatto ieri con gli animali uccisi, buttati nei cassonetti come cibo andato a male.
Ecco, la serie di comportamenti scorretti messi in atto ieri riguardano tutti noi, perché se è vero che la legge va rispettata, è anche vero che ciò deve avvenire da parte di tutti i soggetti coinvolti.
Come promesso dagli attivisti, la storia non finisce qui.
Rosella Schiesaro©
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Fonte ANSA
Photo Credit Il Fatto Quotidiano