Io arrivai in una piazza
colma di una cosa sovrana,
una bellissima fontana
e intorno un’allegria pazza.
(Carlo Betocchi)
La Fontana di Trevi è considerato un capolavoro artistico, ma al suo interno custodisce un suggestivo segreto.
Andiamo con ordine. Il capolavoro scultoreo meta di turisti e appassionati da tutto il mondo ci regala la grandiosa bellezza dei suoi marmi scolpiti e un’esaltazione scenografica unica. La storia risale all’epoca di Augusto, quando diede disposizione di fare arrivare l’acqua corrente per alimentare le terme al cui completamento contribuì Agrippa.
Tengo a sottolineare che l’acquedotto è ancora attivo, “vive” da più di duemila anni e si snoda per una ventina di chilometri tutti sotterranei.
La vera modifica, anzi trasformazione, della fontana e della piazza avviene in epoca barocca, ad opera del Bernini.
Una curiosità sulla fontana e la monetina. Si getta di spalle con la mano destra e facendola volare oltre la spalla sinistra mentre si esprime il desiderio.
Questo gesto che migliaia di turisti ripetono fanno guadagnare alle casse capitoline circa tremila euro al giorno.
Ps. Il mio desiderio espresso anni orsono si è avverato, compreso quello dell’amica con cui ero. Sarà un caso?
Ci soffermiamo sempre ad ammirare la sua magnificenza.
Non tutti sanno che sotto questo esemplare di rara bellezza è nascosto un tesoro non da meno in questo ad emozioni da regalare.
La scoperta è recente, intorno al 2000, dei lavori di ristrutturazione di un ex cinema portarono alla luce dei resti archeologici.
Vi si accede da un vicolo, al numero 23 dove c’è una porticina in metallo. Basta scendere di qualche gradino e come se entrasse in un portale del tempo, ci ritroviamo in un contesto dove il tempo sembra essersi fermato.
Il complesso risale ai tempi imperiali.
E’ composto da una serie di canali dove scorre ancora oggi l’acqua che proviene dall’acquedotto Vergine sito all’inizio della via Collatina.
Siamo a circa 8 metri sotto il livello stradale.
La Vicus Caprarius – la Città dell’Acqua ci fa capire com’era strutturato il complesso romano, diviso in 4 settori attraverso 2 muri ortogonali, in epoca imperiale.

Città dell’Acqua perchè tutta la zona è alimentata da canali che alimentano sia la Fontana di Trevi che la Barcaccia di Piazza di Spagna.
Nei sotterranei si possono ammirare i vari reperti ritrovati come per esempio delle splendide decorazioni a mosaico o le anfore africane utilizzate per trasportare l’olio. Particolare anche il ritrovamento di 800 monete di rame.
Concludo con la testimonianza di un grande poeta che racchiude, a mio parere un perfetto quadro di Roma.
Quando si considera un’esistenza come quella di Roma, vecchia di oltre duemila anni e più, e si pensa che è pur sempre lo stesso suolo, lo stesso colle, sovente perfino le stesse colonne e mura, e si scorgono nel popolo tracce dell’antico carattere, ci si sente compenetrati dei grandi decreti del destino.
Goethe
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