Verso Sampdoria - Pisa
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Fiorentina – Samp 5 a 0: l’ora della resa e adesso salvate la società

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Fiorentina – Sampdoria termina con la “manita” viola: i blucerchiati alzano bandiera bianca e privi di qualsiasi stimolo subiscono l’apoteosi viola. Parola FINE sul campionato con la resa totale della squadra ma resta prioritario ora salvare la società.

FORMAZIONI UFFICIALI:

FIORENTINA: Cerofolini; Dodo, Ranieri, Milenkovic, Biraghi; Amrabat, Duncan; Sottil, Castrovilli, Gonzalez; Jovic.

SAMPDORIA: Ravaglia; Gunter, Oikonomou, Amione; Zanoli, Winks, Rincon, Augello; Leris; Lammers, Gabbiadini.

Fiorentina – Sampdoria termina 5 a 0: l’ennesimo atto disastroso di un’annata tragica. I blucerchiati si arrendono, persi e rassegnati di fronte la potenza viola che dilaga nel secondo tempo. Gli 11 di Stankovic resistono solo mezz’ora al Franchi, poi la Viola cresce e i blucerchiati si sciolgono mostrando tutti i limiti e gli strascichi di una stagione da dimenticare.

Fiorentina – Sampdoria primo tempo:

Comincia la partita al Franchi, fischietto affidato all’arbitro Giua. In avvio le due formazioni si studiano senza farsi male e al 12′ arriva la prima occasione per la Samp: lancio lungo di Gabbiadini che trova Lammers che da buona posizione spara alto sopra la traversa.

Al 21′ altra occasione blucerchiata con Zanoli che conclude di destro ma palla che finisce sul fondo.

Alla mezz’ora Stankovic perde Leris per infortunio alla spalla, al suo posto Djuricic.

Da questo momento in poi i padroni di casa salgono in cattedra: Castrovilli in grande spolvero impegna Ravaglia con una super parata al 42′ ma dopo cinque minuti, in pieno recupero segna il gol dell’1 a 0. Una gemma del viola che con un diagonale manda la palla nell’angolino basso destro spiazzando Ravaglia.

Fiorentina – Sampdoria secondo tempo:

Nella ripresa la Samp non c’è più. Squadra completamente spenta, sconnessa e che alza bandiera bianca. Non c’è grinta, voglia, reazione o anima; lo specchio di una squadra, di una maglia arrivata al capolinea e completamente spolpata della sua essenza. Il risultato scontato ma altrettanto doloroso di questi nove anni di passione.

La Fiorentina fa quello che vuole e i blucerchiati intontiti vagheggiano per il campo.

Al 17′ arriva il secondo gol: assist di Jovic per Dodò che mette la palla sotto la traversa, Ravaglia non può nulla.

Dopo tre minuti il tris: gloria anche per Duncan che segna con un sinistro lanciato da centro area.

Alla mezz’ora è già poker con Kouamé che infilza la palla nell’angolino sinistro della rete.

Al 43′ c’è la “manita” viola ancora assist di Jovic ma questa volta per Terzic che di sinistra mette la palla in rete.

L’arbitro magnanimo non concede recupero e la Sampdoria esce umiliata e derisa. L’ennesimo colpo basso ai propri tifosi che spendono tempo ed energie per non far mancare mai il sostegno.

Adesso è partita la gara delle colpe, nel mirino Stankovic – futuro in bilico per l’allenatore – sicuramente colpevole di ripetere in modo testardo i propri errori partita dopo partita. Ma tra le casacche doriane non si salva nessuno, troppo poco sotto ogni aspetto perché dove non arriva la qualità serve compensare con la “garra” agonistica e invece questa resa è spaventosa e preoccupante.

Si mette quindi la parola FINE su un campionato da dimenticare e ciò che resta prioritario ora è la salvezza della società.

Per gioco beffardo del destino la partita con la Fiorentina evocava dolci ricordi: proprio l’anno scorso in questo periodo la Samp ospitò i Viola a Marassi, rinvigorita dal successo nel derby e dalla salvezza conquistata vinse 4 a 1 in un clima di festa protratto poi fino a tarda notte in città. Illusioni e pensieri fantastici perché erroneamente si pensava che la salvezza sul campo avrebbe portato automaticamente a quella societaria.

Quante cose cambiano in un anno e quante ne restano uguali: la maglia blucerchiata a distanza di tempo è ancora imbrigliata nel limbo che la separa tra il fallimento e la salvezza (quella vera, quella vitale); l’unica cosa su cui ora sarà opportuno concentrarsi: vertici, cda e soprattutto la tifoseria, stanca ed esaurita da tanti anni di menzogne e false speranze.

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Info Francesca Galleano

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Francesca Galleano, 25 anni, laureata in Lettere e in Informazione ed Editoria. Appassionata di calcio, cultura, viaggi e fotografia. Caparbia, determinata e responsabile ma anche sognatrice e capace di stare contemporaneamente con i piedi per terra ma la testa tra le nuvole.

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