I legali di Alberto Scagni rinunciano all’incarico: questo l’ultimo colpo di scena del caso. Adesso il killer di Alice Scagni- a rischio ergastolo – dovrà trovarsi una nuova difesa in vista della prossima udienza del 9 giugno.
Colpo di scena sul caso Scagni: dopo il rinvio a giudizio stabilito dal giudice, i legali di Alberto Scagni – Maurizio Mascia ed Elisa Brigandì – rinunciano all’incarico di difendere il 42enne che il 1 maggio 2022 uccise la sorella Alice con 19 coltellate sotto casa in Via Fabrizi.
I legali dell’uomo non hanno dato spiegazioni, ma hanno confermato di aver depositato l’atto al gip e di aver notificato la decisione anche ad Alberto attualmente rinchiuso nel carcere di Marassi.
“Non voglio rilasciare dichiarazioni; diciamo che non c’è una linea convergente di difesa con il nostro assistito” ha affermato l’avvocato Brigandì.
I possibili motivi della rottura tra Alberto e i suoi legali
I legali di Scagni dunque non entrano nel merito della loro decisione per rispetto del loro (ex) assistito. Ma si può ipotizzare che dietro il gesto di rinuncia dell’incarico a difendere l’uomo in tribunale ci possano essere delle tensioni sorte a seguito dell’interrogatorio di Alberto da parte del sostituto procuratore Paola Crispo. Interrogatorio avvenuto – lo ricordiamo – su richiesta dello stesso, Scagni che però poi davanti al magistrato ha deciso di fare scena muta.
A giocare un ruolo nella decisione degli avvocati potrebbero poi esserci anche alcune lettere scritte dall’assassino che non sarebbero state concordate e nemmeno approvate dai due legali. Tra queste forse anche una lettera inviata da Alberto al giudice per l’udienza preliminare in cui ripercorreva la persecuzione subita dai suoi vicini di casa ignorando del tutto i motivi per cui si trova in carcere.
Nell’ultimo periodo inoltre sembrerebbe che Scagni abbia espresso la volontà di essere scarcerato. Scelta che i suoi avvocati avrebbero considerato irricevibile.
Stupito anche il legale della famiglia Scagni, Fabio Anselmo
La decisione dei legali di Alberto ha colto di sorpresa anche l’avvocato Fabio Anselmo che rappresenta i genitori del killer, il quale avrebbe dichiarato:
“Alberto è una persona difficile da gestire come ha già certificato il perito”.
Adesso – in vista dell’udienza davanti alla Corte d’Assise prevista per il 9 giugno – Scagni dovrà trovarsi un altro legale pronto a sventare il rischio ergastolo che incombe su di lui.
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