Zignago è uno di quei posti, come ce ne sono tanti in Liguria, che la maggior parte dei liguri non conosce e non sospetta nemmeno che esista.
Perché è un comune del profondo entroterra non facilissimo da raggiungere. O perché non ha un grosso centro ricco magnificenze artistiche ma una serie di piccoli o piccolissimi borghi di campagna sparsi sulle colline. Insomma se non hai le origini della tua famiglia proprio lì, e allora lo conosci fin da quando eri bambino, che ci vai a fare a Zignago?
Ci vai a fare quello che si va a fare in moltissimi piccoli comuni rurali d’Italia.
Ossia scoprire e ammirare le sue piccole bellezze naturali, storico-artistiche, culturali, gastronomiche che in quanto “piccole” sono più facilmente apprezzate e conosciute dagli stranieri che dagli italiani e dai liguri che vivono sulla costa.
Le sparse borgate del comune di Zignago popolano le colline del versante sinistro della media Val di Vara, siamo quindi in provincia di La Spezia, su verso il crinale che separa la valle del fiume Vara da quella del fiume Magra. Per andare a Zignago con mezzi propri occorre uscire dalla A12 al casello di Brugnato-Borghetto, salire a Rocchetta di Vara e poi seguire i cartelli stradali o il “navigatore”.
Nel comune di Zignago, sotto il monte Dragnone, sale una strada con scarsissimo traffico e tante curve. Questa strada oggi ha solo interesse locale ma un tempo faceva parte dell’importante via commerciale che da Levanto portava a Pontremoli, collegando così i territori rivieraschi da Sestri Levante alle Cinque Terre con la Pianura Padana.
La strada attraversa una zona che ha nome Vezzanelli, in un paesaggio di prati fioriti e boschetti che sembra più Svizzera che Liguria, a ottocento metri di quota.
Qui c’è una piccola preziosità botanica, una delle sole tre di questo genere esistenti nel Nord Italia (o forse in tutta Italia): il Giardino dei Viburni.
Due fasce di terreno recintato ma liberamente accessibili che ospitano una collezione di specie botaniche, ibridi e varietà commerciali di piante del genere Viburnum. Insieme a qualche pianta di altri generi adatti all’ambiente mediterraneo forniti di infruttescenze ornamentali.
Alcuni viburni del giardino sono ancora giovani e bassi ma altri ormai adolescenti sono ben più alti di un uomo e in età adulta possono superare i cinque metri.
In primavera le piante di viburno fioriscono coi loro tipici fiori, solitamente bianchi, riuniti in gruppetti folti e fitti (i tecnici dicono “riuniti in corimbi o cime ombrelliformi) che spiccano nel verde folto delle foglie. In autunno dai fiori nascono vistosi grappoli di frutti con vivaci colori rossi e blu, tanto belli quanto lo erano stati i bianchi fiori primaverili.
Esistono al mondo circa duecento specie di viburno, quasi tutte diffuse nell’emisfero boreale, più numerose varietà e ibridi creati dall’uomo. Alcune di esse vengono diffusamente utilizzate da secoli nei parchi e nei giardini europei ma è molto raro vedere tanti esemplari, e di specie diverse, riuniti insieme in un contesto boschivo totalmente naturale come qui.
La ragion d’essere di questo Giardino si trova lontano da Zignago, più precisamente infatti risiede a Sanremo.
Lì ha sede il CRA-FSO (Consiglio per la Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura – Unità di Ricerca per la Floricoltura e le Specie Ornamentali) che svolge attività di ricerca genetica e di valorizzazione su numerose specie vegetali di interesse naturalistico, florovivaistico e commerciale, medico e alimentare.
Dal 1995 presso la sua sede sanremese esiste una collezione di viburni. Successivamente poi è stato deciso di realizzare una seconda collezione in un ambiente pedo-climatico diverso da quello della Riviera dei Fiori. Con la collaborazione dell’amministrazione comunale di Zignago è stato scelto il sito di Vezzanelli in un ambiente di alta collina appenninica.
Ne è sorto un “giardino” utile ai ricercatori per i loro studi botanici ma al contempo piacevole per i profani, abitanti del territorio o turisti.
Passeggiare lungo le fasce coperte di viburni appaga l’occhio e l’obiettivo della macchina fotografica e (qualora vengano sistemati i pannelli illustrativi sparsi nel giardino, attualmente in non buone condizioni) si acquisiscono informazioni su una categoria di piante che tutti certamente incontriamo nella nostra vita quotidiana ma a cui forse non facciamo granché caso.
Oltre al Comune di Zignago che ha avuto la lungimiranza di assumersi l’impegno pratico ed economico di allestire e curare il Giardino e dal quale ricava, come è giusto, un ritorno in termini di offerta culturale e turistica, i viburni di Vezzanelli hanno due “genitori” sanremesi che ritengo doveroso e piacevole ringraziare per il loro lavoro e la loro passione.
Sto parlando di Enrico Farina (prematuramente scomparso pochissime settimane fa) e sua moglie Carla Dalla Guda, autori anche del libro “Collezioni di Viburno in Italia“, Ace International, Vernasca (PC), 2012.