Una piacevole sorpresa il giro nell’ariosa faggeta dell’Adelasia, la sosta in cascina e un finale liberty tra una mantide di cristallo e vasi scintillanti alti quanto me!
Cascina Miera
Lasciata l’auto lungo la provinciale Savona-Altare, partiamo da uno slargo all’interno di una curva a gomito. Seguiamo il cartello che indica “Cascina Miera a 10 minuti” presso un pannello con i percorsi del Parco Naturale dell’Adelasia.
Una sterrata in salita nel bosco ci porta in breve alla cascina posta in bella posizione panoramica. Giochi per bambini, tavoli di tutte le forme, un’atmosfera serena, e sulla destra il sentiero che prosegue.
Ci saranno cinghiali? Chiedo ai miei compagni di gita (ormai ho la fissa). Loro scoppiano a ridere: i cartelli che indicano i vari giri che partono dalla cascina, citano anche un Cinghial Trail…
La faggeta dell’Adelasia
Scegliamo il giro 1, il più breve, che è dato giusto un paio d’ore.
Il giro si svolge tutto nella faggeta, in una frescura meravigliosa, tra fusti secolari altissimi.
La deviazione a destra al Bricco del Tesoro mi attira per il nome, ma giunti in dieci minuti in cima (852 m slm) mi lascia perplessa. Il tesoro non c’è. L’unica vista è sulle pale eoliche…
E le famose trincee delle truppe napoleoniche sono solo avvallamenti nel terreno, che non riescono a ispirarmi. Cosa ti aspettavi, le trincee come in “1917”? commenta beffardo Riccardo.
Beh, più o meno…
Curiosità: Napoleone combatté qui contro gli austro-piemontesi la famosa battaglia di Montenotte (1796) che gli aprirà la strada alla conquista di mezza Europa.
La Rocca dell’Adelasia
Torniamo sul sentiero principale e continuiamo seguendo sempre le indicazioni “1” (impossibile perdersi). A metà anello, arrivati nel punto più ad ovest del percorso scorgiamo tra gli alberi un rilievo di rocce.
È la rocca dell’Adelasia, una rupe calcarea (638 m slm) che nasconde un versante roccioso e scosceso.
Curiosità: la rocca prende il nome da Adelasia, figlia dell’imperatore del Sacro Romano Impero che, in fuga dalla Germania con il suo amato scudiero Aleramo, si sarebbe rifugiata in una grotta nei pressi. Per la leggenda minuto per minuto, v. i tesori del Ponente
Ci arrampichiamo sulle rocce, per guadagnare la cima e il panorama sulla foresta che scende verso la Bormida di Mallare… Ma è stregonella! grida Angelo a un tratto, indicandoci una piantina insulsa tra le rocce. È rara e velenosa, dice compiaciuto. Contento lui…
Dopo una sosta al sole, riprendiamo il sentiero, che ora procede a mezza costa sul lato Sud, attraversando vari rivoli.
Il faggio monumentale
Interrompe la monotonia del percorso un cartello con l’indicazione “faggio monumentale, 2 minuti”. Beh si può fare, dice Angelo, nonostante sia già proiettato verso il pranzetto alla cascina (possibilmente ricco di grassi che non potrebbe mangiare).
L’alberone è decisamente importante (oltre 4 metri di circonferenza), ma non ti accorgi dell’imponenza finché Riccardo non si piazza sulle radici a fare da unità di misura!
Finita la raffica di foto (che non rendono mai la possanza), terminiamo il giro, ripassando dalla strada di accesso iniziale.
Forse, per evitare di fare questo primo pezzetto due volte, avrebbe senso il giro inverso, lasciando la cascina alla fine. Ma ormai è andata così! Consoliamoci con un buon pasto panoramico accanto alla tavola orientativa…
Fuori gita: il Museo del Vetro di Altare
Dopo pranzo, ce ne andiamo al Museo dell’Arte Vetraria Altarese che apre alle 14.
La location in una villa liberty è proprio azzeccata.
E l’esposizione permanente vale la pena. Opere in vetro di ogni foggia: dalla mantide gigante alla pistola, dal “pappagallo” al portabulbi, da un’alzata dominante a vasi in lavorazioni raffinate.
E una libellula sui soffitti restaurati a fare da fil rouge.
Poi, nello shop, un brivido: Riccardo, con lo zaino, rischia di fare l’elefante in cristalleria. Letteralmente!
Renata _di Passeggiare in Liguria
- Passeggiata facile, discese e salite non impegnative, a parte l’arrampicata sulla rocca (di un minuto!); scarpe da trekking leggero
- Durata (escluse soste): 2 ore