Questo è un breve giro escursionistico, non più lungo di tre ore.
Un giro intorno ad alcuni forti militari ottocenteschi voluti dai Savoia sul crinale di spartiacque ligure-padano (quello su cui passa l’Alta Via dei Monti Liguri) presso il Colle di Nava. Un facile valico di poco più di 900 metri di quota che mette in comunicazione l’alta Val Tanaro piemontese con la Valle Arroscia, e da essa Oneglia e quindi Imperia.
Fu storicamente un importante punto di transito per i piemontesi (e ancora lo è, dal punto di vista turistico), giacché i Savoia dalla metà del XVI secolo governavano Oneglia, ricevuta in feudo dai Doria, che però era separata dai loro possedimenti piemontesi dai territori di Pieve di Teco che appartenevano alla Repubblica di Genova.
Ma questa è storia molto passata, ora non ci interessa più…
I Forti di Nava hanno origine più recente, quando sia il Piemonte sia la Liguria facevano parte del giovane Regno d’Italia.
Per controllare il Colle di Nava fu realizzato fra il 1880 e il 1888 un campo trincerato e fortificato destinato a impedire l’eventuale salita verso il Piemonte di truppe francesi che fossero sbarcate sulla costa di Imperia.
Sul colle sorsero i grandi Forte Centrale e Forte Bellarasco, appoggiati a levante dal piccolo Forte Richelmo su un poggio di crinale a 1206 metri di quota e a ponente dal gemello Forte Pozzanghi e dalla più distante batteria di protezione del Forte Montescio, anch’essi sul crinale di spartiacque.
Altre batterie semipermanenti su poggi vicini completavano lo schieramento difensivo.
Nel Forte Centrale passava la strada nazionale Oneglia-Ormea (l’attuale SS 28 che però oggi corre a fianco al forte) che valicava due ponti levatoi interni al forte e poteva quindi essere interrotta in caso di pericolo. Oggi il Forte Centrale è in buone condizioni ed è visitabile, gestito da un’associazione locale.
Il percorso inizia sul Colle di Nava (934 m). Dopo aver attraversato il grande prato in lieve pendenza che sta a levante del Forte Centrale si entra nel bosco lungo un sentiero un poco zigzagante che procede sul crinale fra due vallette sino al crinale di spartiacque presso il Poggio Richermo (1206 m) col suo piccolo forte, “fratello minore” dei due forti precedenti.
Il poggio si affaccia a nord sulla valletta del Rio Boschetti che dal Colle di Nava scende verso Ponte di Nava dove incontra il fiume Tànaro e il Piemonte. A sudovest osserva Pornassio e l’alta valle Arroscia coperta di boschi e vigneti e a sudest scende verso le borgate di Armo nella valle del torrente Arogna che scorre fra pascoli e boscaglie sino ad affluire nell’Arroscia a Pieve di Teco.
Dal Richelmo si può seguire il boscoso crinale in direzione nord sino alla Colla di San Bernardo d’Armo presso un bel prato silenzioso e bucolico sul punto di valico di un’antica via del sale, dove si incrocia la strada che da Nava raggiunge Armo e che qui coincide con l’ottava tappa dell’Alta Via, Colle di Nava – Passo di Prale.
Attraversando la strada si salga lungo una carrareccia di crinale mentre la vista spazia sui pascoli della valle Arogna e i boschi della valle Arroscia, fino al baluginare del mare quando l’aria è limpida.
A nord fitti boschi scendono verso il fiume Tànaro, sovrastato dalla vetta piramidale del Pizzo d’Ormea e dalle altre cime calcaree delle Alpi Liguri.
Con poca fatica si raggiunge il confine regionale alla vetta del panoramicissimo Monte Ariolo (2h / 1221 m).
Una delle cime di spartiacque intorno a cui in certe giornate d’estate si forma il marin, una nebbia mobile, simile a nuvole, provocata dalla condensazione dell’umidità che sale dal mare lungo la valle Arroscia e si riversa oltre il crinale verso la val Tanaro e la cittadina di Ormea.
Dalla vetta dell’Ariolo si procede per un breve tratto verso nord lungo il crinale di confine in direzione della Rocca Ferraira, quindi si scende con ampi zig zag verso il fondovalle del rio Boschetti avvicinandosi alla cava di marmo rosa di Nava.
Curiosità geologica locale, questo marmo forse non famoso al di fuori del Ponente ligure ma interessante e caratteristico nel suo colore rosato.
Restando a monte (quindi a sud) di essa si incontra infine una strada sterrata, poi asfaltata, che mantenendosi sul versante destro della valletta la risale dolcemente in direzione sud passando fra prati, boschetti, ville e giardini sino al piazzale in prossimità del Forte Centrale, chiudendo il giro (3h / 934 m).
Chi non fosse stanco potrebbe completare la giornata con una facile passeggiata lungo una strada pianeggiante, carrabile ma priva di traffico, che in un quarto d’ora porta dal Forte Centrale al Forte Bellarasco, di proprietà militare, che controllava il versante meridionale del valico rivolto verso la valle Arroscia e gli ultimi tornanti della strada che sale da Oneglia.
Questi edifici militari non furono mai utilizzati in operazioni belliche ma durante la prima guerra mondiale ospitarono prigionieri austriaci e durante la Resistenza furono teatro di scontri tra truppe tedesche e formazioni partigiane.