“Occhi profondi che li osservavano, lenti e solenni, ma molto penetranti. Erano marroni, picchiettati di luci verdi…. Gli Hobbit rimasero un pezzo in silenzio. Si sentivano, strano a dirsi, a proprio agio e al sicuro…”
Io non sono un Hobbit e gli alberi che incontro nella mia vita non hanno veri occhi come li ha Fangorn/Barbalbero, forse il più affascinante (per me) personaggio della lunga saga del Signore degli Anelli.
Ma quando cammino tra gli alberi anch’io, come Merry e Pipino, mi sento a mio agio e al sicuro e ho sovente la sensazione che a modo loro essi mi guardino con sguardo lento, solenne e penetrante. E io li amo anche per questo.
La Regione Liguria è la più boscosa d’Italia in rapporto alla superficie, con un grado di copertura di circa il 62% (segue il Trentino col 60%).
Da molti anni esiste un elenco regionale di Alberi Monumentali, patriarchi vegetali di diverse specie botaniche autoctone o esotiche che per età e/o per dimensioni si sono guadagnati la fama e il privilegio di essere ammirati e tutelati con un’attenzione che i loro simili meno maestosi troppo spesso faticano a ricevere.
Sono tutelati come “patrimonio di particolare interesse naturalistico, ambientale e storico culturale” dalla L.R. n°4 del 22/01/1999 e dopo l’aggiornamento del 2020 sono 112, di cui 102 esemplari singoli e 10 gruppi omogenei, appartenenti a 54 specie diverse (di cui 20 esotiche), ben distribuiti sul territorio regionale sia in ambito rurale e boschivo sia in ambito urbano.
Nel sito regionale www.agriligurianet.it si trovano molte informazioni necessarie per approfondire. Un’interessante lettura sull’argomento può essere il libro “Terre di grandi alberi” di Tiziano Fratus, edito da Nerosubianco, Cuneo, nel 2012.
Centododici alberi sono troppi per raccontarli qui. Mi limiterò a menzionarne tre della Liguria di Ponente che io amo e conosco da diversi anni.
E che, di tanto in tanto, mi piace andare a salutare, come se fossero amici lontani privi di smartphone e WhatsApp e con quali quindi non è possibile comunicare a distanza.
Altri tre della parte di Levante della regione saranno protagonisti di un articolo futuro.
Il più facile da incontrare è il Faggio di (o alle) Traversine.
un Fagus sylvatica di circa centoventi anni che osserva il raro traffico sulla SP Altare-Pontinvrea poco a ponente di Montenotte Superiore – frazione di Cairo Montenotte – a circa 700 metri di quota, sul crinale su cui passa l’Alta Via dei Monti Liguri.
E’ alto circa 32 metri e la conferenza “ufficiale” del tronco è di 435 centimetri; più di quattro metri.
Due o tre volte all’anno passo, mi fermo, scendo e dall’auto e sto qualche minuto accanto a lui, tocco la corteccia, mi appoggio alle grosse radici, lo guardo alto e silenzioso, coi rami che scendono sino all’erba del prato, con le foglie verdi chiare in primavera, verdi scure in estate, rossicce in autunno e grigio di rami nudi in inverno.
Purtroppo da alcuni anni i suoi rami più alti si presentano secchi e spogli anche in piena estate, indice indubbio di scarsa salute. Non so se qualcuno se ne occupi o se il suo malessere venga soltanto osservato senza intervenire.
Che è poi quello che faccio io, a ben vedere…
L’Ippocastano di Resi (Aesculus hippocastanum) si trova nella piccola borgata di Resi, a 630 mt slm, tra i boschi del piccolo comune di Bòrmida, nell’alta Val Bòrmida di Pàllare.
Un gigante elegante che sovrasta una casa coi suoi 20 metri di altezza e tre metri e mezzo di circonferenza del fusto, calcolata a 1,30 metri dal suolo. Risulta essere stato seminato centouno anni fa, nel 1920, come da disegno infantile allegato…
Lascio ora la provincia di Savona per entrare in quella di Imperia e salire in Val Maro, alle spalle di Oneglia.
Qui, in un vallone boscoso a 620 metri slm sotto la borgata di Conio, frazione di Borgomaro, una strada sterrata tra gli ulivi di alcuni chilometri più cinque minuti a piedi dentro il bosco portano ad ammirare “a Ruve du Megu”, la Rovere del Medico.
Una roverella (Quercus pubescens) di 30 metri di altezza e 427 centimetri di circonferenza, forse antica di 370 anni.
Un gigante nel bosco…un gigante per la sua specie (è la quercia più diffusa in Italia) che normalmente di rado raggiunge i 20-25 metri.
Sinceramente non so chi fosse il medico che le ha dato il nome…. Una mia mancanza, me ne rendo conto. Dovrò tornare a chiedere in paese.