Il periodo compreso tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ‘80, è passato alla storia come uno dei più rivoluzionari dal punto di vista sociale perché animato da proteste e rivendicazioni mosse dai giovani, dagli afroamericani, dalle donne e dalla neonata comunità LGBTQ+.
Contemporaneamente in sinergia, la Disco Music, da New York, stava raggiungendo tutto il mondo conquistando i cuori di ogni frequentatore di night club e discoteche. Quando la società chiedeva più emancipazione e tolleranza su più fronti, la disco music si poneva come portavoce musicale dell’amore in tutte le sue forme.
È proprio in questo contesto sociale che, a Los Angeles, nasce il waacking, una social dance sviluppata dalla comunità gay, nera e ispanica durante la Disco Era.
Il waacking nasce come una danza d’improvvisazione, che pone l’accento sulla propria unicità.
Questa viene espressa attraverso la performance di sé stessi, durante la quale si ha la possibilità di vestire i panni di un personaggio particolare o di esternare la propria interiorità, suscitando negli spettatori empatia e scaturendo la loro partecipazione, a volte anche attiva.
Le ispirazioni più grandi derivano dal cinema (come film di arti marziali, la serie animata Batman e Robin degli anni ’60 a cui dobbiamo il nome “whacking”, derivante dall’onomatopea whack!), dalle grandi dive (citandone alcune: Greta Garbo – a cui dobbiamo il primo nome di questo stile, Garbo style – Marlene Dietrich, Sofia Loren, Marilyn Monroe ecc… ) e dalle drag queens, punti di riferimento accomunati proprio dalla stessa notevole capacità di provocare emozioni forti – intese nel loro più ampio spettro – nell’audience.
Il carattere social del waacking, invece, è dovuto alla nascita di questo stile all’interno dei gay club americani, luoghi in cui le persone potevano socializzare e svagarsi e, allo stesso tempo, muoversi liberamente sul dance floor.
Ciò venne ben rappresentato dal programma TV americano Soul Train, durante il quale veniva formata la celebre “Soul Train Line”.
I partecipanti formavano due linee parallele che lasciassero uno spazio nel mezzo per permettere ai ballerini di mostrarsi e di esprimersi.
Non era raro che molti stili o passi di danza venissero introdotti proprio in questa occasione. Infatti, fu proprio uno dei pionieri di waacking,Tyrone Proctor, che, cominciando ad apparire sul piccolo schermo, portò all’apice il neonato stile.
Il waacking capitolò tragicamente quando, nella prima metà degli anni ’80, a causa del dilagante virus dell’HIV, molti pionieri vennero a mancare lasciando un vuoto artistico nel mondo della danza e quello affettivo nei cuori di tutti coloro che hanno amato e resa viva questo stile.
Solo nel 2003, grazie all’azione di Brian “Footwork” Green, il waacking ha cominciato lentamente a ritornare sulla scena artistica mondiale dopo un doloroso ventennio di stop.
Il Waacking a Genova
Per quanto possa trattarsi di una danza degli anni ’70, il Waacking raggiunge l’Italia intorno al 2007 grazie a La B Fujiko, Jiji e ad alcuni membri della prima compagnia italiana di Waacking, ovvero Sarah Ling, Anna e Miss Mini, a cui si deve la riscoperta dell’importanza del valore performativo ed espressivo del waacking.
Di questa compagnia fa parte Giulia Serra, ballerina ed insegnante genovese di Waacking attiva dal 2015 sulla scena nazionale e internazionale, la quale ha instaurato con la danza, in tutte le sue accezioni, una storia d’amore lunga una vita.
“Il Waacking porta con sé un messaggio profondo di amore, comunità, condivisione e libertà, che purtroppo tendono a mancare in una città come Genova”, “Waacking è sinonimo di inclusione, massima espressione di sé, è stravaganza, e favolosità” afferma Giulia.
Il suo obiettivo è quello di poter diffondere, sul territorio genovese e limitrofo, il messaggio d’amore e di inclusione del Waacking tra la comunità di ballerini ma soprattutto tra “i profani”.
Infatti, il sogno di Giulia sarebbe quello di poter vivere una città colorata in cui bambini, ragazzi, adulti, mamme, papà, nonni possano indistintamente raccontare la propria storia, la propria interiorità attraverso la danza sulle note della musica che ha animato i fantastici anni ‘70 – ’80 (e non solo).
Inoltre, il waacking nasce dalla comunità LGBTQ+ e proprio grazie a questa, nonostante un ventennio di stop, sta riemergendo facendosi conoscere da un pubblico sempre più ampio.
“Se oggi possiamo ballare e parlare waacking, lo dobbiamo proprio alla comunità LGBTQ+ degli anni ’70, che ha portato nei club amore e libertà”.
Giulia sta ponendo le basi per il suo sogno impegnandosi nell’insegnamento del Waacking presso le scuole di danza Il Gatto Danzante, a Bolzaneto, Danza Luccoli 23, a Genova, e presso le palestra genovese Aerofunk, ed Eclipse Wellness a Busalla.
E a questo proposito condivide un pensiero: “In una società che discrimina, esclude e ostacola i più deboli e le minoranze, mi sono ripromessa di ricreare,nelle classi che tengo nella mia città e dintorni, un ambiente ed un’atmosfera sempre serena e tollerante affinché gli/le allievi/e – non importa che età abbiano – si sentano al sicuro e liberi/e di esprimersi con fierezza per quelli/e che sono.
Attraverso il percorso di presa di coscienza del proprio corpo e del proprio innato potenziale artistico, è possibile, grazie all’ausilio degli strumenti del Waacking, potere dare vita ad infiniti racconti che profumano di esperienza, di passato, di futuro e di desideri”.
Il waacking è una danza che aiuta ad autodeterminarsi, a conoscersi e ad amarsi.
E, a tal proposito, Giulia sottolinea “Questa danza mi ha aiutata ad accettarmi a valorizzarmi sia come ballerina che come persona. Mi ha aiutata a superare i momenti difficili dell’adolescenza (e non solo), durante la quale è difficile avere un rapporto sano e sereno con il proprio corpo e con la propria persona perché entrambi sono in costante e veloce cambiamento.
In questo stile, non importano la taglia che porti, i vestiti che indossi, il colore della tua pelle o il tuo orientamento sessuale, perché il valore più grande è attribuito all’espressione autentica di sé senza alcuna riserva. L’eccesso, la stravaganza, la drammaticità, la sensibilità, l’ironia, la comicità, ogni singola sfaccettatura dall’anima è la benvenuta.”
Il waacking è la danza degli anni ‘70 che arriva a noi, nel 2021, per parlarci di inclusione e libertà e grazie alla quale è possibile esprimere sé stessi all’ennesima potenza.
E come il pioniere Viktor Manoel è solito ricordare: “il waacking è ognuno di noi, ogni volta che decidiamo di ascoltarci e mostrarci orgogliosamente per quelli che siamo. Ognuno di noi è speciale e unico a modo suo e il waacking è la nostra rivoluzione.”