La pandemia ha fatto aumentare in modo drammatico le richieste di aiuto da parte di adolescenti affetti da disturbi alimentari.
Le liste di attesa, per chi non può rivolgersi ai centri privati, sono lunghe, troppo lunghe: in molte regioni italiane tre mesi se il paziente è minorenne e cinque, sei mesi per i maggiorenni.
Questo quando sappiamo che il fattore tempo è fondamentale per la diagnosi e le cure tempestive di anoressia e bulimia.
La possibilità di guarigione da queste malattie è direttamente proporzionale alla tempestività di intervento.
Il volume pubblicato dal Ministero della Salute “I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione: un’epidemia nascosta” nasce “con l’impegno e l’augurio che gli obiettivi perseguiti dalla survey epidemiologica – ovvero di disporre di maggiori dati epidemiologici relativi ai DNA nel nostro paese – permetteranno alle istituzioni di avere più strumenti per poter adeguare l’offerta assistenziale dedicata, riuscendo a garantire una maggiore equità delle cure a tutte le persone affette da tali gravi patologie in tutto il territorio nazionale.”
Al momento, però, nulla in concreto è cambiato, se non, purtroppo, la gravità della situazione a livello nazionale.
“Ecco perché abbiamo deciso di scendere in piazza – spiega il Movimento Lilla, un raggruppamento di persone provenienti da tutta Italia – venerdì 8 ottobre 2021 alle ore 11 in Piazza Catellani a Roma.”
“Chiediamo, in primis, che quelli che vengono chiamati genericamente Disturbi Alimentari siano riconosciuti come malattie vere e proprie per le quali urgono cure tempestive ed appropriate. La cura dei DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare) deve poter disporre di un budget autonomo e dedicato per ogni regione italiana.
Chiediamo che ogni regione sia tenuta a dotarsi dei Livelli Essenziali di Assistenza (L.E.A.) per queste malattie che, per numeri e complessità, non possono essere accorpate economicamente al budget di psichiatria come accade ora. A questo proposito è possibile firmare una petizione per far inserire i disturbi del comportamento alimentare all’interno dei L.E.A.
Chiediamo anche una formazione adeguata degli operatori che si occupano di queste patologie.
E un lavoro consistente e organico di informazione e prevenzione. Ma, prima di tutto, chiediamo con estrema urgenza cure adeguate e tempestive su tutto il territorio italiano. Perché di anoressia, bulimia e binge si muore e si muore non perché siano malattie incurabili, ma perché non ci si può curare subito e bene.”
L’età di esordio di queste malattie è drasticamente diminuita in fase pandemica fino ad arrivare ai 9-10 anni di età.
In compenso i casi sono purtroppo aumentati del 230% con un rapporto femmine maschi di 6 a 4.
Ogni anno in Italia muoiono 4000 persone di anoressia e bulimia.
E’ fondamentale poter curare i pazienti nella propria città di appartenenza in modo tale che la diagnosi e la fruizione delle cure possano essere tempestive.
Lo è altresì che i medici di base ed i medici specialisti siano adeguatamente preparati e specializzati in questo tipo di malattie per intervenire subito, ai primi sintomi.
Occorrono poi, in ogni regione, ambulatori periferici, ambulatori semiresidenziali con equipe multidisciplinari, comunità residenziali e reparti ospedalieri dedicati.
A seconda dello stadio della malattia il paziente deve poter accedere alla struttura idonea più vicina per ricevere le cure più appropriate.
Tra i promotori della manifestazione Stefano Tavilla Presidente di Mi Nutro di Vita, associazione nata nel 2011 dopo la morte della giovane figlia Giulia.
“Non può, non deve capitare ad altri. La morte di mia figlia Giulia deve servire a tutte le persone e le famiglie che vivono un dramma di questo genere. Il dramma di vedere chi ami che piano piano si spegne, non ride più, non mangia o vomita. Non accetta di farsi curare e a te resta la sensazione di non aver fatto abbastanza. Lei non ce l’ha fatta, ma non ci devono essere altri figli che muoiono quando potevano essere salvati.”
Parteciperà anche Maruska Albertazzi, autrice e regista del documentario “Hangry Butterflies” dedicato ai più di 3 milioni di persone in Italia che soffrono di disturbi alimentari.
Su Instagram è attivo l’hastag #larinascitadellefarfalle, una community nata per condividere le proprie esperienze nell’ambito dei disturbi alimentari ed uno strumento di aiuto reciproco.
Hanno confermato poi la loro partecipazione:
Mariella Falsini (Presidente Associazione Perle Onlus), Carlotta Fiasella (modella e influencer), Lisa Guidi (psichiatra, psicoterapeuta, presidente SISDCA Toscana), Laura Dalla Ragione (psichiatra, psicoterapeuta, direttore rete DCA USL 1 – Umbria), Leonardo Mendolicchio (psichiatra, psicoterapeuta, direttore Riabilitazione DCA Auxologico, Piancavallo), Armando Cotugno (psichiatra, psicoterapeuta, direttore UOSD DCA della ASL Roma 1), Alba Toninelli (youtuber, influencer), Enrico Prosperi (medico, psicoterapeuta, presidente SIET), Emanuela Giordano (regista, autrice), Valeria Lusztig (scrittrice, attivista), Francesca Lazzari (presidente Così come sei Onlus), Manuela Romagnoli (neuropsichiatra e psicoterapeuta), Foodnet DCA e tanti altri.