“Blackbird” di Anne Blankman, libro di narrativa per ragazzi pubblicato da Giunti Editore

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La mattina del 26 aprile 1986 inizia con il cielo tinto di un rosso bluastro davvero sinistro, mentre la vita sembra procedere normalmente. Valentina Kaplan e Oksana Savchenko, compagne di quinta elementare ed eterne rivali, sono invece molto preoccupate: entrambi i padri lavorano alla centrale di Chernobyl e non sono tornati a casa dopo la fine del turno notturno.
Nessuno poteva immaginarsi un disastro di proporzioni immani, ma l’esplosione del reattore N.4 distrugge la vita quotidiana mietendo vittime e avvelenando tutto, perfino l’aria.

Così, la madre di Valentina decide di mandarla a vivere dalla nonna che non ha mai incontrato. Come se non bastasse questo a irritarla, deve andarci in compagnia della ragazza che la vessa quotidianamente. Sì, si tratta proprio di Oksana, che dal canto suo è arrabbiata e spaventata: l’unica certezza insegnatale dal padre è che gli ebrei sono bugiardi e ladri – e la famiglia di Valentina è proprio ebrea.

Mentre le nostre protagoniste sono ad un bivio che cambierà per sempre le loro vite, in una mattina di agosto del 1941 Rifka Friedman fugge dalla sua casa di Kiev assieme al cugino e niente altro. Correndo per sfuggire alle forze tedesche che hanno invaso il Paese, e senza potersi più voltare indietro, lascia la madre e i tre fratellini con la sola speranza di poterli rivedere, forse un giorno.

Che potenza questo libro! Probabilmente nella narrativa per ragazzi è uno tra i più belli e commoventi che abbia mai letto. Spesso siamo portati a pensare che questo genere sia troppo lontano dal mondo degli adulti precludendoci così delle chicche inattese, libri che possono portare così tanto significato, gioia e comprensione del mondo e di noi stessi come non riuscirebbe nessun super best-seller.

La capacità descrittiva di Anne Blankman che passa attraverso una ricerca storica non indifferente mi ha davvero colpita. La storia infatti è raccontata con due periodi temporali distinti e fa spostare l’attenzione del lettore avanti e indietro nel tempo, fornendo non solo lo spaccato di vita di una famiglia ebrea in Unione Sovietica, il dramma del disastro nucleare e l’olocausto nella Seconda Guerra Mondiale, ma anche una profonda immersione nelle sensazioni provate dalle due giovani protagoniste in momenti così drammatici. Entrambe infatti provano sulla loro pelle l’orrore dell’umanità subendo tragiche perdite e, nonostante tutto, scoprendosi alleate inaspettate mentre le loro storie separate si intrecciano.

Ho adorato guardare Valentina e Oksana crescere sotto l’ala protettrice della nonna! Ed in particolare la storia di Oksana mi è rimasta nel cuore perché molto toccante: sboccia quando capisce finalmente di essere apprezzata davvero attraverso il proprio talento. Altrettanto commovente il momento in cui la nonna condivide con Valentina il motivo per cui si aggrappa alla sua fede ebraica nonostante sia illegale in quella che all’epoca era l’Unione Sovietica. Che momenti struggenti!

D’altra parte questo libro tratta temi molto inusuali per questo genere e così si scopre che Valentina, a causa delle sue origini – ebrea sovietica atea nell’Ucraina degli anni ottanta ma nata in Siberia –, verrà sempre trattata come un’estranea. Mentre Oksana impara ad avere fiducia in sé stessa accettando che le figure di autorità, a cui ha obbedito senza mai avere alcun dubbio, potrebbero essere sbagliate. Infine il viaggio di Rifka, che abbandona la propria casa a Kiev e in seguito la sua vita, spicca come il resoconto perfetto dei bambini ebrei scampati all’Olocausto durante la seconda guerra mondiale.

Blackbird di Anne Blankman è un libro che non può mancare nella vostra casa specialmente se avete dei figli curiosi di conoscere. Attraverso gli orrori della guerra e le conseguenze del disastro di Chernobyl, dipinge un’immagine vivida della vita che non vorremmo mai per nessuno. La paura, l’abbandono, il terrore e la persecuzione sono tutti sentimenti che usciranno dalle pagine colpendovi dritti come un pugno nello stomaco. Ma ci insegna anche che, nonostante l’agonia, il sole torna a risplendere riscaldando i cuori grazie all’amore e all’amicizia. Tra Rifka, Valentina e Oksana c’è proprio questo, un sentimento puro che lega indissolubilmente e che mi ha fatto riflettere una volta ancora, rendendomi grata delle persone che mi circondano.

Alessia _del blog Esmeralda Viaggi e Libri

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