Lo Stile Littorio è presente a Roma non solamente nel quartiere dell’E.U.R., dove domina su ogni altro, ma in molte zone della città, come quella del Foro Italico, un enorme complesso sportivo situato alle pendici di Monte Mario in zona Flaminio – Parioli e quella della città universitaria, tra Piazza Bologna e San Lorenzo, solo per citarne alcune.
Il Foro Italico
Inaugurato nel 1932 come Foro di Mussolini e poi denominato Foro Italico nell’Agosto del 1943, era stato progettato dall’architetto Enrico del Debbio, che aveva ripreso il concetto di Gymnasium per ricordare le usanze e i fasti dell’antica Roma. Un connubio di classico e moderno per celebrare la grandezza del passato e quella del presente ed esaltare l’importanza data dal regime all’educazione fisica, all’addestramento, alla bellezza.
Nella parte centrale aveva sede l’Accademia fascista maschile di Educazione Fisica (oggi è il Palazzo del C.O.N.I.), due edifici simmetrici collegati tra loro da uno centrale, intonacati in rosso pompeiano, con finestre arricchite da sottilissime colonne in marmo bianco. Vicino si trovano i due stadi, quello dei Cipressi, poi Stadio Olimpico, e lo Stadio dei Marmi, capace di ospitare 5.280 spettatori su dieci ordini di gradinate, e circondato da sessanta statue di marmo alte quattro metri, raffiguranti muscolosi atleti impegnati nelle varie discipline sportive.
Lo Stadio dei Marmi ha forma ovale, con sei corsie per l’atletica. Ai lati della tribuna d’onore erano stati installati due gruppi scultorei in bronzo rappresentanti dei lottatori, e statue bronzee anche nelle due nicchie agli ingressi.
La zona dello stadio è inoltre arricchita da marmi pavimentali in bianco e nero e dal monolite di Mussolini, un obelisco alto 18 metri estratto da un unico blocco di marmo di Carrara realizzato nel 1932 sulla base dei disegni di Costantino Costantini; ci sono poi la Fontana della Sfera, realizzata tra il 1933 ed il 1935 ed il Palazzo delle Terme. Lungo il Viale del Foro Italico, realizzato nel 1937, spicca una pavimentazione in mosaico con tessere bianche e nere di circa un centimetro ognuna, ispirate alla lavorazione dell’antica Roma, che raffigurano le discipline sportive e celebrano il regime.
Palazzo della Farnesina
Nei pressi del Foro Italico si trova un altro importante esempio dell’architettura del Ventennio: il Palazzo della Farnesina. Oggi sede del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, fu progettato dagli architetti Enrico Del Debbio, Arnaldo fascini e Vittorio Ballio Morpurgo.
L’area apparteneva un tempo a papa Paolo III Farnese, da qui il nome. L’edificio era stato originariamente destinato ad essere il Palazzo del Littorio, sede del Partito Nazionale Fascista e costruito in Via dei Fori Imperiali, quella che era al tempo la Via dell’Impero, ma la vicinanza con il Colosseo, ritenuta incompatibile con la modernità della nuova struttura, fece spostare il cantiere nella zona del Foro Italico. I lavori iniziarono nel 1937, interrotti per lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale nel 1943 e ripresi poi nel 1946. Già nel 1940 venne destinato ad ospitare gli uffici del Ministero degli affari Esteri, poi insediato ufficialmente nel 1959.
L’edificio è enorme, maestoso, all’esterno come all’interno, con un volume complessivo di 720.000 metri cubi, una facciata lunga 169 metri e alta 51, 1.300 stanze e 6,5 km di corridoi. Rispecchia pienamente i canoni del monumentalismo del tempo, l’essenzialità e la semplicità del neoclassicismo semplificato e del razionalismo, che si esprime attraverso le simmetrie severe, l’uso del travertino, l’assenza di decorazioni.
Unica nota in contrasto con il bianco del marmo è la famosa Sfera Grande in bronzo dello scultore Arnaldo Pomodoro, collocata nel piazzale. All’interno il Palazzo è ricco di opere, mosaici, pitture e sculture di importanti autori e dal 2000 ospita una raccolta di opere d’arte con la propria Collezione Farnesina di Arte Contemporanea.
La Sapienza, Studium Urbis
Oggi l’ateneo più grande d’Europa, l’Università degli Studi di Roma nasce da un piano che prese avvio nel 1932 su progetto dell’architetto razionalista Marcello Piacentini e che venne completato nel 1935.
Inaugurata alla presenza del re Vittorio Emanuele III, la nuova sede era stata fortemente voluta da Mussolini e fatta rientrare nel programma di rinnovamento urbanistico e architettonico di Roma. Vennero realizzati gli edifici per le facoltà di Scienze Politiche, Giurisprudenza e Lettere e gli Istituti di Fisica, Chimica, Mineralogia e Biologia.
Venne ripresa dal Piacentini la concezione romana del foro: dal maestoso portale d’ingresso di Piazzale Aldo Moro un grande viale alberato conduce al Piazzale della Minerva, dove una statua in bronzo della dea, opera dello scultore Arturo Martini, si erge imponente circondata da una grande vasca d’acqua. Gli studenti stanno ben attenti a non guardarla negli occhi, perché leggenda vuole che porti sfortuna prima di laurearsi. Tutti gli edifici sono in cemento armato, così come il Palazzo del Rettorato, che vanta un’Aula Magna arricchita da un enorme affresco di Mario Sironi del 1934 “L’Italia tra le Arti e le Scienze“, in cui sono rappresentate le personificazioni delle discipline accademiche e i simboli del regime, a conferma dell’unione tra cultura e politica.
La città universitaria ospita anche la Chiesa della Divina Sapienza, la cappella voluta da papa Pio XII e progettata dall’architetto Piacentini. Gestita dai padri Gesuiti, è a pianta ellittica, in mattoni, mentre il cornicione è in travertino, così come il portale dove è posta la statua di Santa Maria della Sapienza, di Arturo Dazzi.
L’architettura razionalista del periodo fascista è davvero molto presente nella capitale, inserita in molte zone della città nell’armonia e contrasto di stili tipicamente romana, capaci di fondersi e contrapporsi nella splendida cornice della città eterna.
Tutte le foto presenti in questo articolo sono di Laura Spadella. Si prega di non utilizzare se non previa autorizzazione dell’autrice.
Ti può interessare leggere anche
L’Architettura del periodo fascista a Roma: l’EUR e il Colosseo Quadrato -Parte prima