Periti omicidio Scagni
Fonte: il Corriere

Omicidio Scagni: rinviato l’incidente probatorio. Per la Procura Alberto era e rimane lucido

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Omicidio Scagni: continua la vicenda giudiziaria che vede coinvolto Alberto Scagni, il 42enne di Sampierdarena che l’1 maggio scorso ha ucciso la sorella Alice, 34 anni, sotto casa sua in Via Fabrizi a Quarto.

 

A pochi giorni dalla dichiarazione di infermità mentale di Alberto Scagni da parte del perito Elvezio Pirfo, nominato dal giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni, arriva la smentita dalla Procura di Genova.

Scagni era in grado di intendere e volere al momento dell’aggressione. E lo è tutt’ora

E’ quanto stabilito da Giacomo Mongodi, psichiatra e consulente della Pm Paola Crispo, titolare sia dell’indagine sull’omicidio che sulle presunte omissioni da parte di polizia e medici di salute mentale a cui la famiglia di Scagni si era rivolta molte in passato per segnalare i comportamenti violenti del figlio.

Si riapre dunque l’incidente probatorio su richiesta della Procura, che fa slittare al prossimo 22 dicembre l’udienza prevista per oggi.

Si tratta di una cosa mai vista in 40 anni di professione – ha detto l’avvocato Fabio Anselmo che assiste i genitori dei due ragazzie contro quanto prevede il codice di procedura penale. Io ormai da questo processo mi aspetto di tutto. Ma che un comportamento del genere arrivi dalla procura che lavora per lo Stato è cosa grave.”

Sempre più indignati i signori Scagni che continuano a sentirsi abbandonati dallo Stato.

L’accertamento sulle condizioni mentali di Scagni è un passaggio importante perché potrebbe avvalorare le accuse dei familiari contro l’inerzia di polizia e medici.

Pertanto, su questa nuova evoluzione della vicenda giudiziaria, non potevano mancare le reazioni dei genitori dei due ragazzi.

Oggi è stato sconfitto lo Stato – ha detto il padre di Alberto e Aliceecco perché in Italia i processi sono così lenti.“.

Ho in mano la “consulenza” del dott. Mongodi – interviene la signora Scagni, Antonella Zarriche è piena di riferimenti a chat e conversazioni private, totalmente avulse da argomentazioni medico-scientifiche, la cui presenza nell’elaborato la intendo avente come unico scopo quello di buttare fango sulla nostra famiglia e condannare il “mostro”, dimenticando il fatto che l’omicidio di Alice poteva essere evitato. Rabbrividisco al pensiero che tale siffatto elaborato, a scatola chiusa, sia stato idoneo a bloccare l’esame del perito dott. Pirfo a operazioni peritali concluse e a far riaprire l’incidente probatorio. Come cittadina non capisco da dove derivi al dott. Mongodi il potere di fare tutto questo, considerato che anche all’ultimo incontro con tutti gli esperti davanti al dott. Pirfo si è rifiutato di esplicitare il proprio parere. Non dimentico che mentre noi parti private paghiamo i nostri consulenti, il dott. Mongodi è pagato con le tasse dei cittadini italiani“.

Alberto Scagni incontra per la prima volta i genitori dalla morte di Alice

Nulla di fatto dunque per la Difesa che sperava nell’incidente probatorio di ieri per chiarire definitivamente le condizioni di salute mentale di Alberto Scagni. Tutto rimandato al 22 dicembre prossimo.

Però una novità, nonostante tutto c’è stata. Ossia l’incontro – il primo dalla sera della tragedia – di Alberto con i genitori avvenuto all’interno dell’aula di Tribunale. Incontro tranquillo durante il quale i tre non si sarebbero scambiati nemmeno una parola.

E tuttavia Alberto dal carcere continua ad attaccare i genitori, imputando a loro la colpa del suo comportamento.

Scagni avrebbe infatti parlato più volte con lo psichiatra riguardo al suo rapporto con la famiglia,  mostrando un rancore sempre vivo nei loro confronti. E non solo.

Mi chiedo spesso come sia possibile che dei genitori che hanno perso una figlia non si interessino dell’unico figlio che gli è rimasto, ma visto l’atteggiamento che hanno avuto negli ultimi anni – e nell’ultimo anno quanto meno – non è poi così strano che non siano mai venuti a trovarmi.

E ancora: “i familiari a livello legale dovrebbero essere tenuti a provvedere in minima, minima, misura a quelli che sono i bisogni più basilari (dei figli)

Infine, alla domanda che gli viene posta dal medico: “Ma quindi lei non c’entra con l’omicidio di sua sorella?“, lui risponde:

Mentalmente era qualcun altro. Era la persona che i miei genitori e i miei vicini di casa hanno fatto arrivare lì affamandola e torturandola psicologicamente per mesi.

Queste le parole fredde e distaccate che Alberto Scagni ha pronunciato durante una conversazione in carcere con lo psichiatra, mandate in onda dalla trasmissione Chi l’ha visto  ieri sera in un servizio dedicato a lui e alla vicenda giudiziaria in corso.

Francesca Galleano

 

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Info Francesca Galleano

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Francesca Galleano, 25 anni, laureata in Lettere e in Informazione ed Editoria. Appassionata di calcio, cultura, viaggi e fotografia. Caparbia, determinata e responsabile ma anche sognatrice e capace di stare contemporaneamente con i piedi per terra ma la testa tra le nuvole.

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