Il neologismo plogging deriva dalla combinazione di due parole svedesi “plocka upp” (raccogliere) e il molto più noto “jogging” (corsa salutare).
Il plogging più che una attività sportiva potrebbe essere definita come una vocazione ambientalista: correre e raccogliere rifiuti sparsi lungo il tragitto è una azione nobile e meritoria.
Qualche settimana fa armato di bastone prensile, guanti e sacchetti biodegradabili, ho voluto sperimentare direttamente una variante nota come “urban plogging”.
La differenza dall’originale è che non si corre, ma si percorre tranquillamente la strada che conduce alla propria meta. Nel mio caso l‘ufficio.
Quindi, senza affanno mi sono mestamente incamminato verso la mia destinazione di lavoro. Un percorso abituale di circa due km che copro ogni giorno senza emettere un grammo di Co2 .
Sono arrivato in azienda con 30 minuti di ritardo, poiché ho volutamente dedicato questo tempo alla raccolta di quanti più rifiuti trovavo innanzi a me. Il risultato finale è stato interessante: due sacchetti colmi, ma forse avrei potuto soddisfare anche le esigenze di un terzo sacchetto se fossi stato meno ottimista.
Questo è quello che ho raccolto in ordine di quantità: mascherine anti Covid, di colori e fogge diverse, pacchetti di sigarette (vuoti), lattine di bevande varie, bottiglie di birra, cartacce diverse e molto altro che non merita menzione.
Lungo il percorso sono stato incoraggiato a proseguire e qualcuno, ironicamente, mi ha chiesto se non fosse un nuovo servizio AMIU.
Ho incontrato anche un caro amico con il quale mi sono intrattenuto pochi minuti. Anche lui, essendo della zona, mi faceva rilevare quanto la situazione fosse degradata.
Preferisco non rivelare il luogo di partenza e di arrivo, e neanche la delegazione. Penso, però, che proseguirò in questa attività di “urban plogging”. Una specie di test per verificare quanto sia cronicizzata questa situazione.
Ancora due parole per chiarire che qui l’amministrazione pubblica o l’assessorato di riferimento non hanno alcuna colpa.
Troppo facile puntare il dito per giustificare questa situazione. Gettare a terra il pacchetto di sigarette vuoto o lasciare le bottiglie di birra in bella mostra sui muretti non ha niente a che vedere con il servizio che la municipalizzata può offrire.
Certamente qualche getta rifiuti in più non guasterebbe, come non guasterebbe un servizio di spazzamento (con la scopa) più frequente. Rimane tuttavia l’impressione che è di senso civico che dobbiamo parlare, di educazione e rispetto per la propria città e il luogo in cui si vive.