Aria - 2 gennaio 1935, varo ufficiale sulla spiaggia di Genova Voltri davanti ai Cantieri Costaguta. Foto del 1935.

“Così ho restituito Aria al suo mare”: Serena Galvani racconta il restauro della sua regina

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Tempo di lettura: 2 minuti

Aria: 8 metri Stazza Internazionale, classe 1935, costruita dal Cantiere Costaguta 

Nel mondo della nautica poche barche possono vantare una storia affascinante come quella di Aria, un 8 metri Stazza Internazionale del 1935 costruito dal Cantiere Ugo Costaguta di Genova Voltri su progetto di Attilio Costaguta.

Lo scafo di Aria – lunghezza f.t. 14,50 metri – larghezza 2,40 metri – è in mogano, le ordinate in legno di acacia mentre l’albero, il boma e la coperta, calafatata in cotone secondo la lavorazione originale, sono in sitka spruce.

Ritrovata nel 1998 presso l’isola di Favignana in uno stato di completo abbandono e alterazione rispetto al suo progetto originale, Aria è stata riportata all’antico splendore grazie all’incredibile dedizione e alla lungimirante visione della sua armatrice, Serena Galvani.

Restaurata dal Cantiere Navale dell’Argentario, Aria rappresenta un esempio significativo della storia della Vela e dei restauri di imbarcazioni storiche.

Il suo non è stato un semplice intervento di conservazione, ma un processo filologico accurato, volto a restituirle l’autenticità originale e a preservarne il valore storico.

Aria a Favignana
Ritrovamento di Aria a Favignana

Il restauro filologico di Aria

Il restauro di Aria, ispirato in qualche modo alle teorie di Camillo Boito, ha richiesto una ricerca approfondita e una cura meticolosa dei dettagli per rispettare l’intento originario dell’opera.

Nonostante i costi e il tempo necessari, la scelta di Serena Galvani riflette la sua passione per la Vela e il profondo rispetto per la tradizione nautica.

Aria, alterata nel tempo da modifiche invasive, è stata pazientemente riportata alle sue linee originali, recuperando la grazia e l’eleganza che l’hanno resa una delle imbarcazioni più celebri della sua categoria.

Il lavoro di ripristino e la sapienza dei mastri d’ascia, capaci di leggere in ogni barca i segni del suo passato, alla stessa stregua degli archeologi, è stato un vero viaggio nel tempo che ha restituito nuova vita a questa storica signora del mare.

Aria: via la vetroresina
Restauro di Aria: via la vetroresina

Il ritorno in mare di Aria

Grazie a questo intervento di recupero, Aria non solo è tornata a solcare i mari con grande dignità, ma lo ha fatto con una rinnovata vitalità, partecipando e vincendo numerose regate prestigiose in tutta Europa.

Tra i successi più significativi, spiccano il Campionato Europeo del 1999 e il primo posto in tempo reale all’America’s Cup Jubilee del 2001 che le ha permesso di entrare negli annali della Coppa America.

Successi, tutti, che arricchiscono un Palmarès ricco di vittorie e di meritati premi da parte di Enti, Circoli e Associazioni.

A conferma di come una barca storica, se rispettata nella sua essenza, possa ancora competere ai massimi livelli.

Aria Chiglia
La chiglia di Aria

Arie, l’Associazione per il Recupero delle Imbarcazioni d’Epoca

Serena Galvani ha trasformato la sua passione per il mare in una missione culturale e nel 1998 ha fondato ARIE – Associazione per il Recupero delle Imbarcazioni d’Epoca coinvolgendo tutti coloro che credono nella storia della marineria e nella salvaguardia delle imbarcazioni storiche.

Sotto la sua guida, l’associazione ha giocato un ruolo cruciale nella salvaguardia del patrimonio navale italiano, ottenendo importanti riconoscimenti tra cui l’inclusione delle imbarcazioni storiche nelle “Leggi Quadro dei Beni Culturali” grazie al decisivo interessamento dell’attuale sindaco di Imperia Claudio Scajola.

Aria è diventata un simbolo di come l’amore, la passione, la dedizione e la cura dei dettagli possano riportare in vita un pezzo di storia della Vela.

Le sue eleganti linee d’acqua, i suoi legni coi loro profumi, l’essere priva di motore: tutto, in Aria, parla di una perfezione ritrovata, di un’opera d’arte che, a novant’anni dalla sua nascita, continua ad incantare e a competere, dimostrando che il vero valore non risiede solo nel passato, ma anche nella capacità di farlo rivivere nel presente.

Un’importante eredità da trasmettere alle nuove generazioni, un’opportunità per loro di conoscere e apprezzare affascinanti storie di mare.

Aria: il rispetto per il passato dona energia e vita nuova

Serena Galvani, armatrice di Aria da 26 anni, con la sua visione e la sua determinazione ha creato un esempio virtuoso di come il rispetto per il passato possa dare vita a una nuova energia.

Il recupero di Aria è una testimonianza della sua eccellenza come armatrice e della sua profonda connessione con il mare.

In ogni traversata e in ogni regata, Aria e Serena ci insegnano che il coraggio di sfidare il destino e la passione per la libertà possono portare a rinascite straordinarie, ispirando chiunque abbia il privilegio di salire a bordo e di conoscere anche la loro più intima storia legata a quel numero velico che ha determinato la loro reciproca rinascita.

Orgogliosa dell’ottimo lavoro e dei risultati ottenuti, Serena Galvani è stata ben lieta di ripercorrere con Liguria Day alcuni importanti momenti condivisi con Aria.

Serena, la sua è stata senza dubbio una scelta coraggiosa e anche faticosa: che cosa l’ha spinta a intraprendere un recupero così complesso e impegnativo?

Sono profondamente convinta che Aria rappresenti, come ogni imbarcazione storica, un pezzo unico di storia nautica, una testimonianza vivente delle capacità progettuali, artigianali e della cultura di un’epoca.

Ogni barca storica è uno spaccato importante della nostra cultura.

Le barche d’epoca sono veri e propri ‘beni culturali’ che noi armatori manteniamo, al meglio e il più possibile, pur consapevoli che esse, sfidando il mare, non sono nate per vivere ‘per sempre’.

Credendo in tutto ciò volevo riportare Aria alla sua essenza originale e restituirle l’anima che aveva perso nel corso degli anni a causa delle modifiche subite.

Un restauro di questo tipo, per quanto impegnativo, è l’unico modo per rispettare davvero il passato e onorare la tradizione navale italiana, anche a discapito della competizione. 

D’altronde lei a chi, e come, farebbe restaurare un Sironi o un Picasso?

Aria nel mare di Imperia
Aria nel mare di Imperia

Quali sono state le maggiori sfide che ha dovuto affrontare durante il restauro di Aria?

Le sfide sono state davvero molteplici. Innanzitutto, riportare Aria alle sue linee originali ha richiesto un lavoro di ricerca storica estremamente accurato, per ricostruirla come era stata progettata nel 1935.

Avevamo molti documenti, ma non eravamo purtroppo  in possesso dei disegni originali della barca.

La sfida più impegnativa è stata quindi quella di cercare tra i suoi legni l’integrità del progetto di Attilio e Ugo Costaguta, evitando il più possibile compromessi che potessero alterarne l’autenticità.

In un’epoca in cui questo genere di restauro è sempre più raro, che cosa rende particolarmente significativo quello di Aria?

Di sicuro va controcorrente rispetto alla tendenza di privilegiare soluzioni più moderne e competitive che peraltro non mi hanno mai interessata.

Aria rispecchia volutamente la tradizione e l’artigianato nautico del passato.

La sua capacità di competere ancora oggi nelle regate più prestigiose è la prova che questo rispetto può dare comunque vita a qualcosa di potente e duraturo.

Come descriverebbe il legame tra lei e Aria dopo tutto il tempo e l’impegno a lei dedicati?

E’ evidente come il mio legame con Aria vada ben oltre quello tra un’armatrice e la sua barca.

Aria è diventata parte integrante della mia vita, un simbolo di resilienza e di rinascita.

Ogni volta che navighiamo insieme sento di aver restituito al mare e alla Storia qualcosa di prezioso.

Aria non è soltanto un oggetto del passato, ma una compagna di viaggio che mi ha insegnato molto sul valore dell’impegno e della perseveranza.

Riportare Aria in mare è stata per me una vera missione che ha arricchito la mia vita in modi che mai avrei potuto immaginare.

Serena Galvani a bordo di Aria
Serena Galvani a bordo di Aria

Qual è il messaggio che desidera trasmettere attraverso il recupero di Aria e il lavoro svolto con l’Associazione Arie?

Il messaggio che desidero trasmettere è che il rispetto per la tradizione non è un esercizio di nostalgia, ma un autentico atto di responsabilità volto a ispirare anche le generazioni future.

Immagino sia forte l’emozione di sapere Aria nuovamente impegnata a solcare il mare in occasione de Le Vele d’Epoca di Imperia: vi attendono giornate impegnative, ma di certo emozionanti. Che cosa si aspetta da questa nuova sfida?

Tornare a regatare a Imperia dopo 22 anni è davvero una grande emozione.

Vedere Aria solcare il mare in occasione de Le Vele d’Epoca di Imperia è fonte di gioia, come accade ogni volta che navighiamo.

Un’occasione per rivivere in questa città ricordi bellissimi, pur percependo il trascorrere inesorabile del tempo, ma potendo dire che sì, ‘sono ancora qua’.

Ogni onda che sfiora lo scafo di Aria, ogni soffio di vento che gonfia le sue vele, rappresenta non solo un viaggio fisico, non solo la libertà, ma anche un ritorno alle radici che ci hanno consentito di attraversare il tempo.

Mi aspetto giornate intense, piene di sfide che metteranno alla prova sia l’equipaggio sia una vecchia ‘signora d’antan’, ma anche momenti di pura gioia e soddisfazione nel vederla competere con altre protagoniste del mare.

In queste occasioni, infatti, ogni golfo si trasforma in un museo galleggiante benefico per chi sa ascoltare con l’anima.

Aria non è semplicemente un’imbarcazione, ma il simbolo di una passione che si rinnova, viva nel cuore di chi la ama e la guida.

Tuttavia, è lei a scegliere chi può davvero far parte di questo legame speciale e condividerne la magia.

Vederla in regata è gioia pura e sono sicura che saprà affrontare questa nuova avventura con la stessa eleganza e forza che l’hanno sempre contraddistinta, a prescindere dal risultato.

Aria è una parte molto importante della mia vita, Aria è la vita.

Rosella Schiesaro©

Foto di Serena Galvani© Riproduzione vietata

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Da Savona a Cortona, la mia città dell’anima. Sono giornalista e da oltre vent’anni mi occupo di ufficio stampa e relazioni esterne per televisioni, aziende e privati. Il diario di Tourette è il mio magazine, Giorgio Caproni il mio poeta e Vasco Rossi il mio cantante. Mi sono laureata con il massimo dei voti con una tesi intitolata Giorgio Caproni: dalla percezione sensoriale del mondo all’estrema solitudine interiore. In occasione dei centodieci anni dalla nascita del poeta, ho ideato In viaggio con Giorgio Caproni, un percorso di lettura unico e coinvolgente che conduce alla scoperta delle sue poesie più significative. Racconto il mondo con passione, sensibilità e uno sguardo sempre attento alla bellezza nascosta nelle parole e nelle storie.

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