Trovato sul Lago di Garda Giacomo Bozzoli, latitante da 11 giorni

Trovato sul Lago di Garda Giacomo Bozzoli, latitante da 11 giorni

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È finita ieri la fuga di Giacomo Bozzoli, il 39enne bresciano in fuga da 11 giorni dopo la condanna definitiva all’ergastolo per l’omicidio di suo zio e la distruzione del corpo in un forno della fonderia di famiglia a Marcheno. I fatti risalgono all’ottobre 2015.

Bozzoli non era presente in aula al momento della sentenza e si è dato alla macchia inscenando diversi depistaggi che portavano anche all’estero. Nulla però è servito: i carabinieri hanno fatto un blitz nella villa del latitante a Soiano, sul Lago di Garda, dove hanno trovato l’uomo nascosto nel cassettone del letto matrimoniale della sua stanza, con la barba sfatta e 50mila euro in contanti. Secondo il procuratore Francesco Prete, Bozzoli è rientrato in Italia la notte tra il 10 e l’11 luglio, senza sospettare però la presenza di cimici nella sua abitazione per cogliere conversazioni sospette. Proprio le intercettazioni hanno permesso la perquisizione e il ritrovamento.

La fuga di Giacomo Bozzoli tra Francia e Spagna

Secondo quanto ricostruito, l’uomo avrebbe abbandonato la villa a Soiano il 24 giugno in compagnia della moglie e del figlio di 9 anni con la sua Maserati. La famigliola aveva fatto diverse tappe in Francia e Spagna fino a raggiungere Marbella, in Andalusia, dove ha soggiornato all’hotel Hard Rock, come dimostrano i video della sorveglianza dell’albergo.

In Spagna Bozzoli ha avuto notizie della condanna il 30 giugno – in Tribunale oltre al suo legale era presente il padre – e ha deciso di far perdere le proprie tracce. Il 4 luglio la moglie e il figlio sono rientrati in treno in Italia, alla stazione di Milano Centrale, mentre l’uomo secondo il procuratore Prete «è partito due o tre giorni dopo».

Malgrado i diversi interrogatori, la compagna, Antonella Colossi ha sempre negato di sapere dove si trovasse il marito, con troppi «non ricordo» però per risultare credibile agli inquirenti. Da qui la decisione di ascoltare anche il figlio, in un’audizione protetta, nella giornata di martedì con il supporto di psicologi forensi. Il piccolo tuttavia ha confermato la versione fornita dalla madre.

E proprio il desiderio di non rimanere lontano dal figlio troppo a lungo avrebbe spinto Bozzoli a tornare a casa, secondo gli investigatori. Il pm conferma: «Non è da escludere che sia tornato per non perdere il contatto con lui. Il bambino è stato ascoltato fino alla serata di ieri e stasera lo abbiamo preso. Se sia stata una coincidenza o meno lo vedremo».

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Info Laura Casale

Laureata in Comunicazione professionale e multimediale all'Università di Pavia, Laura Casale (35 anni) scrive su giornali locali genovesi dal 2018. Lettrice accanita e appassionata di sport, ama scrivere del contesto ligure e genovese tenendo d'occhio lo scenario europeo e internazionale.

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