Antonio Musarra
Gli uomini del Medioevo erano spinti a cercare queste isole immaginarie da una combinazione di curiosità, avventura e necessità
Il 16 giugno, all’interno dell’ex mattatoio, nella cornice di Piazza Giustiniani, per quanto riguarda l’appuntamento hic sunt leones festival si è svolto un evento letterario di grande interesse. Lo storico Antonio Musarra ha presentato il suo libro L’isola che non c’è, pubblicato da Il Mulino.
Il volume ci conduce in un viaggio attraverso le geografie immaginarie del Medioevo, in un Oceano come luogo del possibile e impossibile. Le isole hanno animato i viaggiatori e affascinato i letterati. Nomi come Le Isole Fortunate, l’Ultima Thule, l’isola di San Brandano, Antilia e Hy Brasil hanno attirato l’immaginazione degli uomini del Mediterraneo.
Le isole rappresentavano potenziali fonti di ricchezza, come spezie, metalli preziosi o esotici prodotti agricoli. I navigatori cercavano nuove rotte commerciali e luoghi da esplorare per poter così ampliare i loro commerci.
Da non sottovalutare la parte legata alle leggende e miti.
Le storie di isole misteriose, abitate da creature magiche o con tesori nascosti, alimentavano l’immaginazione.
I racconti spingevano i marinai a cercare questi luoghi, ma nel Medioevo, la geografia era ancora in fase di sviluppo quindi la ricerca di isole sconosciute contribuiva alla comprensione del mondo e alla creazione di mappe più accurate.
Alcune isole leggendarie, come l’isola di San Brandano, erano associate a monaci e santi e la ricerca di queste terre poteva essere guidata dalla fede religiosa.
Cristoforo Colombo stesso afferma di aver incontrato innumerevoli isole, secondo una lettera di papa Alessandro VI, anche in un messaggio inviato ai reali iberici parlava di un numero elevato.
Il libro di Musarra ricostruisce questa storia avventurosa e fantastica, sospesa tra immaginario e conoscenze che si ampliano.
Tra scoperte e conquiste emerge il desiderio utopico e mai sopito di vedere mutata in realtà la sostanza dei propri sogni.
Antonio Musarra, docente di Storia medievale alla Sapienza Università di Roma, ha arricchito il panorama della ricerca storica con opere come Genova e il mare nel Medioevo, Acri 1291. La caduta degli stati crociati, Il crepuscolo della crociata, Medioevo marinaro, 1492 Diario del primo viaggio e, insieme a Franco Cardini, Il grande racconto delle crociate.
L’isola che non c’è è un viaggio nel tempo e nell’immaginazione, un’opera che ci invita a esplorare le geografie nascoste e a sognare con gli occhi aperti.
Per concludere, la curiosità, la sete di avventura, la ricerca di ricchezza e conoscenza hanno spinto gli uomini del Medioevo a esplorare le geografie immaginarie delle isole