Nella successiva fase, confrontiamo le condizioni “prima” e “dopo” la trasformazione. Analizziamo i dati, le prestazioni e gli impatti sulla crescita delle risorse umane. Questo confronto ci aiuta a formulare decisioni consapevoli e a ottimizzare i benefici della trasformazione. L’obiettivo è creare una base solida per le scelte future e per il successo continuo dell’azienda Il decimo passo
Il decimo passo: analisi dettagliata dei costi
Il Controllo Costi rappresenta una componente essenziale del controllo di gestione aziendale focalizzata sull’analisi dettagliata dei costi associati a un particolare settore o servizio. Il controllore esamina attentamente ogni aspetto del processo, dalla progettazione alla vendita, per identificare con precisione i costi di ciascuna fase.
Tenendo che “i costi” sono una variabile molto sensibile legata all’andamento dei mercati, utilizzando gli stessi metodi analitici ma rivolgendoli alla quantificazione delle risorse necessarie per la produzione di ogni singolo prodotto o servizio, il decimo passo deve effettuare l’analisi delle risorse utilizzate prima della transizione, quelle impiegate per l’attuazione della transizione quali nuove tecnologie e formazione del personale, nonché l’operatività e le potenziali economiche derivanti dalla riduzione degli spazi fisici e utilizzo di energia. Inoltre, è cruciale valutare l’eventuale impatto sui risultati aziendali, tra cui miglioramenti nella produttività, nell’efficienza operativa, nella soddisfazione dei dipendenti e nella competitività sul mercato.
Per poter effettuare questo confronto però, dovremo fare attenzione a non confrontare mele con pere, dovremo quindi riportare, ad esempi, ad un’unica unità di misura la riduzione dei trasporti casa-lavoro, la contrazione dei volumi delle infrastrutture, la diminuzione della presenza del personale in azienda.
Qui di seguito ecco alcune metodologie applicabili.
La riduzione dei trasporti casa-lavoro può avere un impatto significativo sulla diminuzione delle emissioni di CO2. Ad esempio, uno studio ha rilevato che l’adozione di misure di Avoid/Shift, come la riduzione delle percorrenze auto e l’impiego di soluzioni di mobilità condivisa, può portare a una riduzione delle emissioni di 11,7 Mt di CO2. Questo risultato è stato ottenuto considerando il bilancio tra le emissioni legate alla riduzione dei viaggi in auto e quelle legate all’uso di diverse soluzioni di mobilità condivisa con veicoli a motore.
Per trasformare questa riduzione in termini di kWh, possiamo utilizzare il fattore di conversione medio di 0,233 kg CO2 per kWh prodotto da combustibili fossili (questo valore può variare a seconda del mix energetico specifico di un paese o di una regione). Utilizzando questo fattore, la riduzione di 11,7 Mt di CO2 corrisponderebbe a un risparmio energetico di circa 50.215.450.000 kWh.
Ecco la formula utilizzata per la conversione:
Risparmio energetico (kWh)= Riduzione CO2 (kg) / Fattore di conversione (kg CO2 per kWh)
Inserendo i valori:
Risparmio energetico (kWh)= 11,700,000,000 kg CO2 / 0,233 kg CO2 per kWh
Questo calcolo fornisce un’idea approssimativa del risparmio energetico che può essere ottenuto riducendo i trasporti casa-lavoro e quindi le emissioni di CO2. Per dati più specifici e dettagliati, sarebbe necessario conoscere il mix energetico della regione specifica e altri fattori correlati.
Fonti
- La strategia A SI (A void/R educe, Shift, Im prove)
- L’obiettivo di decarbonizzazione della mobilità urbana al 2030: Lo scenario LESSCARS
- Riduzione dell’impatto ambientale dei trasporti, best practice
- Decarbonizzazione dei trasporti, ecco come si muovono le aziende
Per valutare la riduzione degli spazi aziendali necessari per l’attivazione dello smart working, è importante considerare le normative che regolano l’entità degli spazi di lavoro. In Italia, dal 1° aprile 2024, si torna alle regole ordinarie per lo smart working, che richiedono la stipula di un accordo individuale e l’invio delle comunicazioni obbligatorie. Questo potrebbe influenzare la quantità di spazio fisico necessario per i dipendenti che lavorano in modalità agile.
Per quanto riguarda il peso orario in kWh per dipendente, possiamo considerare il consumo energetico degli apparecchi utilizzati dai dipendenti durante il lavoro. Ad esempio, se un dipendente utilizza un computer con una potenza di 250 Watt per 8 ore, il consumo energetico sarà di 2 kWh al giorno. Per calcolare il consumo orario, dividiamo i 2 kWh per le 8 ore di lavoro, ottenendo così 0,25 kWh per ora per dipendente.
Ecco come si presenta il calcolo:
Consumo orario per dipendente (kWh)= Consumo giornaliero (kWh) / Ore di lavoro
Inserendo i valori:
Consumo orario per dipendente (kWh)= 2 kWh / 8 ore = 0,25 kWh/ora
Questo valore è un esempio basato su un’approssimazione generica e può variare a seconda delle specifiche attrezzature e del comportamento energetico dei dipendenti. Per una valutazione più precisa, sarebbe necessario analizzare il consumo energetico specifico dell’azienda e delle attrezzature utilizzate.
Fonti
- Smart working, da eccezione a normalità
- Smart working: dal 1° aprile 2024 si torna alle regole ordinarie, cosa cambia
- Calcolo consumo elettrico in kilowattora di un elettrodomestico
- Smart Working: come funziona e regolamenti [GUIDA COMPLETA]
La diminuzione della presenza del personale in azienda comporta sicuramente la riduzione dei costi di climatizzazione degli ambienti. Per calcolare il consumo medio di energia per il condizionamento e il riscaldamento in relazione agli spazi che un impiegato deve avere a disposizione, possiamo considerare diversi fattori. Un condizionatore da 9.000 BTU di classe A ha un consumo medio di 0,7-0,85 kWh l’ora. Per un condizionatore da 12.000 BTU, il consumo medio annuo in regime di raffreddamento è di circa 130 kWh per un apparecchio di classe energetica A+++.
Per quanto riguarda le direttive sulla sicurezza fisica per i dipendenti, l’Unione Europea ha stabilito delle direttive che stabiliscono le prescrizioni minime in materia di sicurezza e salute sul lavoro3. Queste direttive includono requisiti per l’uso delle attrezzature di lavoro, l’esposizione a rischi fisici e chimici, e disposizioni specifiche per settore e legate ai lavoratori.
Per determinare lo spazio necessario per un dipendente, bisogna considerare le normative nazionali che possono variare tra i diversi paesi dell’UE. In generale, gli spazi di lavoro devono essere sufficienti per garantire la sicurezza e il comfort dei lavoratori, tenendo conto del tipo di attività svolta e delle attrezzature utilizzate.
Per calcolare il peso orario in kWh per dipendente, dovresti moltiplicare il consumo orario del condizionatore per il numero di ore di utilizzo e dividere per lo spazio occupato da un singolo dipendente. Ad esempio, se un dipendente occupa uno spazio di 10 metri quadrati e il condizionatore consuma 0,8 kWh all’ora, il consumo orario per dipendente sarà di 0,08 kWh (0,8 kWh / 10 m²).
Ecco una formula di esempio per il calcolo:
Consumo orario per dipendente (kWh)= Consumo orario del condizionatore (kWh) / Spazio per dipendente (m²)
Per dati più specifici, sarebbe necessario conoscere le dimensioni esatte degli spazi di lavoro e il numero di dipendenti che li occupano, oltre alle specifiche tecniche degli impianti di condizionamento e riscaldamento utilizzati.
Fonti
- Quanto consuma un condizionatore per riscaldare casa?
- Quanto consumano i termosifoni? Le informazioni da conoscere
- Quanto consuma un condizionatore a caldo e a freddo
- https://osha.europa.eu/it/safety-and-health-legislation/european-directives
- Direttiva 2009/104/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 16 settembre 2009
Abbiamo quindi trasformato il “peso” delle pere e quello delle mele in valori confrontabili in fotografie del prima della trasformazione e del dopo la trasformazione si potrà quindi a formulare una valutazione che fornisce una solida base per prendere decisioni consapevoli per ottimizzare i benefici della trasformazione verso un’azienda sostenibile con l’ambiente ed il mondo del lavoro.
Il ciclo elaborato è incentrato sull’analisi dettagliata dei costi e dei benefici derivanti, nel nostro caso, dall’implementazione dello smart working e delle tecnologie digitali nelle aziende ma è estendibile ad ogni altra trasformazione che interessi l’industria. Nella sua preparazione abbiamo cercato di coprire i diversi aspetti cruciali, tra cui la costituzione del team di progetto, l’analisi delle attività aziendali, la valutazione delle infrastrutture tecnologiche, la definizione dei criteri di eleggibilità nei cambiamenti, lo sviluppo di politiche e procedure, la formazione del personale, il monitoraggio e la valutazione. Di fornire istruzioni e i passaggi dettagliati su ciò che l’azienda deve fare per valutare efficacemente nuove implementazioni. Far sì che i passaggi siano logicamente organizzati e si integrino tra loro, consentendo un flusso coerente nel processo di valutazione. Descrivere in ciclo che possa essere adattato alle specifiche esigenze e alle dimensioni dell’azienda, consentendo flessibilità nell’implementazione e che fornisca strumenti pratici e approfondimenti utili per aiutare le aziende a valutare i costi e i benefici consentendo di prendere decisioni informate e ottimizzare i processi lavorativi.
Articolo di Antonio Donnarumma