Continua la spirale di violenza di Domenico Massari, malgrado la condanna all’ergastolo: condannato per il femminicidio della ex moglie in un karaoke di Savona (una sparatoria in cui ferì anche altre tre persone, tra cui una bambina), l’uomo sabato sera ha ucciso il suo compagno di cella nel carcere di Opera.
Domenico Massari, 59 anni, è infatti accusato di aver aggredito Antonio Magrini, con cui condivideva la cella da quattro mesi, colpendolo alla testa con un oggetto e poi strangolandolo con la cintura dell’accappatoio. La vittima aveva 68 anni e stava scontando una condanna per spaccio di droga.
L’aggressione sarebbe avvenuta dopo la chiusura delle celle, al culmine di una discussione per motivi banali sulla divisione degli spazi.
La sparatoria a Savona e il processo a Domenico Massari
La vicenda che porta Massari in carcere risale al 2019, quando si presentò ai Bagni Aquario di Savona, in cui era in corso una serata karaoke, e aprì il fuoco uccidendo Deborah Ballesio con 6 con sei colpi di pistola, ferì altre tre persone e poi si diede alla fuga.
Nella sua versione, si sentiva truffato dalla donna, ma gli inquirenti hanno poi dimostrato che il vero movente dell’omicidio era in realtà una questione di soldi: Massari aveva infatti investito i propri averi, circa 300mila euro (frutto presumibilmente di attività illecite, dato che ufficialmente l’uomo non aveva mai lavorato, probabilmente dandosi invece al traffico di droga in Spagna), nell’apertura di un locale di lap dance, il ‘Follia’ di Altare, decidendo però di intestare l’attività alla moglie.
Quando la relazione si era conclusa, Massari aveva preteso indietro la propria parte minacciando di dar fuoco al locale, cosa che poi ha messo in pratica al rifiuto della donna di dargli alcunché. Scontati tre anni di carcere per questo reato, l’uomo è uscito ed è andato a cercare del denaro che aveva sotterrato in un campo, scoprendo però che i contenitori erano stati svuotati durante la sua detenzione.
Certo che fosse stata Ballesio a rubare il tesoretto, Massari decise di vendicarsi. Per l’omicidio della ex moglie, l’uomo sta scontando l’ergastolo.
L’omicidio in carcere dimostra una volta di più le condizioni tragiche degli istituti di detenzione italiani
L’autorità giudiziaria è al lavoro per condurre le indagini sull’omicidio di Magrini, trovato esanime all’interno della cella che condivideva con Massari.
Tuttavia, denuncia il coordinatore nazionale Fp Cgil Polizia Penitenziaria Mirko Manna, è un sintomo di un problema più ampio. Da inizio anno «ci sono stati 32 suicidi di detenuti nelle carceri italiane, 4 suicidi tra gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria», ricorda Manna. «Ora un omicidio all’interno del carcere di Milano Opera. Sono tragedie che segnalano una crisi inequivocabile dell’intero sistema penitenziario italiano».
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